
Amichettismo addio
Colpo di scena al Premio Strega, Franceschini escluso, intellighenzia in tilt. Dozzina rivoluzionata: fuori i big, largo alle sorprese
L'ex ministro escluso rivoluziona la dozzina e innesca altre novità: i colossi dell'editoria lasciano il campo ai fratelli minori. E l'inatteso scuote i salotti radical chic e apre ad aspettative e sorprese
Colpi di scena al Premio Strega 2025. Il riconoscimento letterario più prestigioso (e politicamente navigato) d’Italia, che negli ultimi anni aveva abituato pubblico e addetti ai lavori a una prevedibilità quasi matematica, quest’anno sembra aver tirato il freno a mano e invertito bruscamente la rotta. La lista dei dodici finalisti – selezionati tra ben ottantanove candidature – ha fatto tremare i salotti buoni dell’editoria italiana, spiazzando pronostici e scardinando dinamiche consolidate. Pertanto, l’esclusione di colossi editoriali, abituati a piazzare regolarmente i propri autori nella cinquina finale, ha generato un palpabile fermento nel settore. Se da un lato si respira un’aria di maggiore apertura e di possibilità per voci meno consolidate, dall’altro serpeggia un certo disorientamento tra coloro che vedono messi in discussione meccanismi di selezione che sembravano granitici.
Premio Strega 2025, Franceschini escluso e altre novità: quando l’inatteso scuote il protocollo
Scorrendo i dodici titoli che proseguiranno la loro corsa verso la fatidica serata del 3 luglio, un elemento spicca con forza: l’assenza pressoché totale delle grandi e blasonate case editrici. Nomi come La nave di Teseo, Einaudi e Adelphi non figurano tra i finalisti, lasciando spazio a una vivace e inedita rappresentanza di editori piccoli e medi. Questa inversione di tendenza, di per sé, rappresenta una ventata di novità e un potenziale segnale di rinnovamento per un premio spesso accusato di autoreferenzialità.
E allora, la sorpresa? Nella dozzina non compaiono i colossi editoriali che da anni dominano la scena: niente Einaudi, niente Adelphi, niente La nave di Teseo. Fuori i giganti, dentro le piccole e medie case editrici che, fino a ieri, sembravano comparse di contorno di un copione già scritto. È la prima volta, in tempi recenti, che la selezione rompe in maniera così netta con la tradizione “pesata” del premio, lasciando spazio a voci più fresche e indipendenti, spesso relegate ai margini.
Una selezione che sa rivoluzione: è la fine dell’amichettismo
Una decisione che sa di rivoluzione, ma che ha già acceso più di un malumore. Il nome più rumorosamente assente è quello di Dario Franceschini. Il suo romanzo Aqua e tera”, edito – guarda caso – da La nave di Teseo, era dato quasi per certo tra i finalisti, con qualcuno che lo vedeva già proiettato nella cinquina. Ex ministro della Cultura, figura di riferimento per quella parte dell’intellighenzia che domina i salotti radical chic, nome autorevole e voce di rilievo nel panorama culturale italiano, la sua esclusione ha sollevato più di un sopracciglio.
Premio Strega, rivoluzione dal basso o resa dei conti?
Si racconta di mugugni e sconcerto tra gli ambienti culturali vicini all’autore, e non solo. Per molti, l’assenza di Franceschini dalla dozzina suona come uno sgarbo istituzionale, un atto di rottura verso un certo modo di intendere la cultura come prosecuzione della politica (con altri mezzi). C’è chi parla di “rivoluzione dal basso”, chi di “resa dei conti”, chi ancora – più romanticamente – spera che si stia finalmente tornando a giudicare la letteratura per il suo valore intrinseco, e non per il pedigree dell’autore o la potenza di fuoco dell’editore.
La nuova edizione un punto di svolta
Quel che è certo è che l’edizione 2025 dello Strega ha già segnato un punto di svolta. La serata finale del 3 luglio si preannuncia meno scontata del solito, e la sensazione – per una volta – è che tutto possa ancora succedere. Anche questo, dopotutto, è letteratura. Scorrendo i dodici titoli che continuano la loro corsa verso la serata finale del 3 luglio, colpisce l’esclusione delle case editrici grandi e blasonate – La nave di Teseo, Einaudi, Adelphi – a favore di quelle piccole e medie e mancano all’appello quei libri che nel sussurrare dei giurati e degli addetti ai lavori erano indicati come blasonati papabili.
Premio Strega, Franceschini out: è scontro ad armi pari
E allora, entrando nel merito della selezione, fa rumore l’esclusione del dem Dario Franceschini e del suo libro Aqua e tera (La nave di Teseo), una esclusione che ha fatto storcere il naso al mondo dell’intellighenzia illuminata che magari dava per scontata l’inserzione dell’ex ministro della Cultura nella cinquina che giocando non proprio ad armi pari, avrebbe concorso alla conquista dell’ambito riconoscimento (sia detto, senza alcuna considerazione di merito, ma solo in considerazione dell’opportunità, o meno, di siffatta competizione letteraria ed editoriale)…
Ma Walter Veltroni ci mette lo zampino…
Eppure, resta il fatto (e non da poco) che se Franceschini resta fuori dall’agone, come scrive Libero oggi, «un altro ex ministro di via del Collegio Romano, Walter Veltroni, romanziere, documentarista, ex presidente della giuria del Premio Campiello (il più diretto concorrente dello Strega), e ora giurato del premio della famiglia Bellonci ha indicato e si è visto accettare la candidatura del libro da lui proposta: quella del romanziere esordiente Michele Ruol, medico anestesista, autore di Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, pubblicato dalla piccola casa editrice TerraRossa». Una rivoluzione con deroga, insomma, che comunque assesta un primo innovativo colpo…
Tra sorprese e concessioni
Ma non è ancora tutto. Perché tra gli esclusi “eccellenti” figurano anche Michele Masneri con il suo Paradiso accanto a Nicoletta Verna della scuderia Einaudi che, con il suo potentissimo Giorni di Vetro, era lanciata non solo dalla critica, ma anche dalle oltre cinquantamila copie vendute, e in ascesa continua e crescente. Insomma, una dozzina (per cui rimandiamo all’elenco al sito del premio che qui doverosamente linkiamo) che, tra sorprese e concessioni, non stravolge i pronostici per il podio.
Gli autori in pole position
I favoriti sono – e restano, almeno sulla carta – dunque Andrea Bajani con L’anniversario (Feltrinelli), Paolo Nori con Chiudo la porta e urlo (Mondadori) e Nadia Terranova con Quello che so di te (Guanda). Tutto di rigore insomma. Senza escludere la segreta aspirazione che nella serata finale arrivi il verdetto che spiazza, per esempio incoronando con l’alloro del vincitore Wanda Marasco con Di spalle a questo mondo (Neri Pozza).
Premio Strega, Franceschini fuori: atto di rottura e non solo
E nel frattempo, si racconta di mugugni e sconcerto tra gli ambienti culturali vicini all’autore, e non solo, per l’assenza di Franceschini dalla dozzina che suona come uno sgarbo istituzionale. Un atto di rottura verso un certo modo di intendere la cultura come prosecuzione della politica (con altri mezzi). Così, tra chi parla di “rivoluzione dal basso”. Chi di “resa dei conti”. E chi ancora – più romanticamente – spera che si stia finalmente tornando a giudicare la letteratura per il suo valore intrinseco, e non per il pedigree dell’autore o la potenza di fuoco dell’editore, quel che è certo è che l’edizione 2025 dello Strega ha già segnato un punto di svolta.
Premio Strega, Franceschini escluso, tra sorprese e aspettative
In altri termini, questo Premio Strega 2025 si preannuncia dunque come un’edizione cruciale, capace di segnare un punto di svolta e di ridefinire, almeno in parte, gli equilibri del mondo editoriale italiano. L’assenza di “pezzi da novanta” e la forte presenza della media e piccola editoria aprono scenari inediti e rendono la corsa alla vittoria finale più incerta e, forse per questo, più appassionante che mai. Una cosa è certa: quest’anno, il Premio Strega ha deciso di sorprenderci, e il cammino verso il 3 luglio sarà tutt’altro che scontato. Che in altre parole significa che la serata finale del 3 luglio si preannuncia meno scontata del solito. E la sensazione – per una volta – è che tutto possa ancora succedere. Anche questo, dopotutto, è letteratura.