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“Conti a posto e stabilità”: S&P alza il rating e promuove l’Italia. Fazzolari: “Riconosciuta la serietà del governo”

L'agenzia finanziaria

“Conti a posto e stabilità”: S&P alza il rating e promuove l’Italia. Fazzolari: “Riconosciuta la serietà del governo”

Economia - di Robert Perdicchi - 12 Aprile 2025 - AGGIORNATO 12 Aprile 2025 alle 10:03

Conti a posto, serietà nelle scelte e maggioranza granitica: le agenzie di rating internazionali, che negli anni scorsi avevano bacchettato e affossato le prospettive economiche dell’Italia, stavolta promuovono a pieni voti il governo Meloni e il ministro dell’Economia Giorgetti: S&P alza il rating dell’Italia portandolo da ‘BBB’ a ‘BBB+’ mentre l’outlook è stabile. E’ una pagella ottima quella stilata dall’agenzia di rating internazionale, che parla di “prospettive stabili che bilanciano i punti di forza fondamentali del credito italiano – la sua economia diversificata, le riserve di risparmio del settore privato e l’appartenenza all’Unione economica e monetaria (Uem) con le sue debolezze creditizie – vale a dire gli elevati livelli di debito pubblico e le sfide demografiche”, sottolinea S&P. “Il giudizio di S&P premia la serietà dell’approccio del governo italiano alla politica di bilancio. Nel clima generale di incertezza, prudenza e responsabilità continueranno a essere la nostra linea di azione”, dice in una nota è il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.

Per Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’Attuazione del programma di governo, “tra le motivazioni della promozione, oltre al miglioramento dell’economia italiana, anche la serietà del Governo Meloni nella gestione delle finanze pubbliche”. “La continuità politica e la stabilità della maggioranza sono reputate da S&P un valore aggiunto. Si tratta di un successo non solo teorico ma che potrebbe facilitare l’attrazione di investimenti esteri in Italia e l’acquisto dei nostri titoli del debito pubblico”, conclude.

L’analisi dell’agenzia S&P sul rating dell’Italia

La decisione dell’amministrazione statunitense di sospendere per tre mesi i dazi del 20% annunciati sui beni dell’Ue e di imporre un 10% più moderato significa che le ripercussioni sull’economia italiana “sarà gestibile” e “parzialmente ammortizzato dall’accelerazione degli investimenti pubblici e dallo stimolo fiscale tedesco”.

L’agenzia di rating spiega che prenderà “in considerazione la possibilità di abbassare i rating se le posizioni economiche, esterne e di bilancio dell’Italia dovessero deteriorarsi ben oltre le nostre attuali previsioni. Ciò potrebbe verificarsi, ad esempio, se lo shock commerciale in corso causato dai dazi statunitensi minasse in modo significativo la fiducia dei consumatori e delle imprese, nonché la bilancia dei pagamenti e le posizioni di bilancio dell’Italia”. Al contrario, sottolinea S&P, “aumenteremmo i nostri rating se l’Italia continuasse a ridurre il proprio disavanzo di bilancio, portando il debito pubblico in rapporto al pil su una solida traiettoria discendente, o se la crescita economica potenziale migliorasse in modo sostenibile oltre l’1% sulla scia delle riforme volte ad affrontare le sfide economiche strutturali dell’Italia”.

La revisione del rating, spiega ancora l’agenzia di rating, “riflette il miglioramento delle riserve economiche, esterne e monetarie dell’Italia in un contesto di crescenti venti contrari a livello globale e i graduali progressi compiuti nella stabilizzazione delle finanze pubbliche dall’inizio della pandemia”. Il governo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “oggi tra i più longevi della storia recente d’Italia, gode di un solido sostegno pubblico“, sottolinea S&P.

Il governo “beneficia inoltre di una maggioranza parlamentare stabile e di limitate minacce da parte dell’opposizione, il che lo rende probabile che rimanga al potere fino alle elezioni del 2027. Questa continuità politica ha contribuito a mantenere la stabilità dei mercati finanziari e ha sostenuto progressi costanti nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, evitando nel contempo bruschi cambiamenti di politica. Detto questo, l’attenzione del governo si è spostata più verso le riforme istituzionali – come i cambiamenti alla premiership e alla magistratura – che verso la modernizzazione economica e industriale”.

La soddisfazione di Bankitalia

“La decisione di S&P di rialzare il rating dell’Italia “me l’aspettavo”. Lo riconosce il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta nell’intervento tenuto a Trento in un confronto in occasione del Festival dell’Economia ricordando che “le condizioni dell’economia italiana sono cambiate rispetto a quando avevamo valutazioni da parte delle agenzie di rating abbastanza negative”. In particolare “è cambiato il modo di condurre i conti pubblici” che negli ultimi anni sono stati gestiti “con ragionevolezza”.

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di Robert Perdicchi - 12 Aprile 2025