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Meloni incontra le categorie produttive e contro i dazi mette sul tavolo 25 miliardi

Il vertice a Palazzo Chigi

Contro i dazi Meloni lancia un “nuovo patto” per il Sistema Italia e mette sul tavolo 25 miliardi

Il premier ha illustrato la linea strategica alle categorie produttive: dialogo con gli Usa, abbattimento dei "dazi interni" all'Ue e sostegno alle aziende. Confermato per il 17 aprile l'incontro con Trump a Washington

Politica - di Eleonora Guerra - 8 Aprile 2025 alle 19:17

Tre incontri distinti, un unico obiettivo: mettere in sicurezza il sistema Italia di fronte alla crisi dei dazi. Il premier Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi i rappresentanti delle categorie produttive in tre riunioni che hanno visto al tavolo prima Confindustria, Ice e Camera Nazionale Moda Italiana, poi le Pmi e infine le associazioni dell’agroalimentare. La riunione era stata convocata con l’intento di avere un’idea chiara dell’impatto sui settori maggiormente danneggiati e individuare una strategia per sostenere quelle filiere. Il premier ha ribadito quella del governo, rispetto alla quale già negli interventi dei giorni scorsi il mondo produttivo era apparso in piena sintonia: a livello interno sostenere le imprese italiane, aprendo nuovi mercati e rafforzandone la competitività; nell’Ue sollecitare una maggiore flessibilità rispetto a quell’eccesso di regole che si trasforma in veri e propri “dazi interni”, dal Green deal al Patto di stabilità; a livello di confronto con gli Usa evitare il muro contro muro, facendo tutto il possibile perché Bruxelles costruisca un dialogo proficuo, nell’ambito del quale rientra anche la visita da Trump, che il premier ha confermato per il 17 aprile. «La sfida da esplorare -ha chiarito Meloni parlando del prossimo incontro con il presidente Usa – è quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la Presidente von der Leyen ha ribadito ieri, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula “zero per zero”».

Meloni mette sul tavolo 25 miliardi per sostenere le imprese

Ma Meloni, oltre a indicare le tre direttrici strategiche su cui muoversi, ha fatto di più: ha messo sul tavolo la possibilità di riprogrammare a favore delle imprese 25 miliardi di euro, 14 miliardi dalla revisione del Pnrr e 11 miliardi da quella dei fondi di coesione approvata dalla Commissione Ue su proposta di Raffaele Fitto. A questi si aggiungono i 7 miliardi destinati al Fondo sociale per il Clima. Sarà necessario avviare un confronto con la Commissione europea e con le Regioni per valutare concretamente cosa si potrà realizzare, con quali tempistiche e secondo quali modalità. Ma i segnali che l’obiettivo possa essere raggiunto ci sono. E c’è anche un precedente: la revisione del Pnrr ottenuta a inizio di legislatura, quando in molti si affannavano a dire che non era possibile.

Un «nuovo patto per fare fronte comune»

«Ci troviamo tutti davanti ad un’altra sfida complessa, ma abbiamo le carte in regola per superare anche questa. Il Governo è pronto a fare la sua parte, come ha sempre fatto finora, ma ancora una volta saranno le nostre imprese e i nostri lavoratori a essere determinanti per l’esito di questa grande sfida», ha detto Meloni, ricordando si arriva a questo momento difficile «forti della nostra ritrovata credibilità» e «forti di una politica di bilancio che è stata estremamente seria e che diciamo non ha gettato soldi dalla finestra». «Quello
che io vorrei fare – ha aggiunto – è sottoporre alle categorie produttive, al mondo del Made in Italy e a tutte le organizzazioni datoriali e sindacali, un nuovo patto per fare fronte comune rispetto alla nuova delicata congiuntura economica che stiamo affrontando».

L’obiettivo di «utilizzare la crisi per rendere più forte e competitivo il nostro sistema economico»

Il ragionamento sui fondi del Pnrr era stato affrontato anche dalle categorie, a partire da Confindustria. Meloni, Tajani, Salvini e i ministri chiamati a far parte della task force sui dazi (Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Tommaso Foti e Francesco Lollobrigida), insieme ai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, ne avevano parlato anche nella riunione di lunedì. Le informazioni trapelate, però, riguardavano 6,3 miliardi del Piano industria 5.0. Oggi si parla di più del doppio. Un vero e proprio bazooka, per dare risposte ai settori maggiormente esposti e per fare quello che il premier sempre si prefigge di fare nei momenti difficili: «Utilizzare la crisi per rendere il nostro sistema economico più produttivo e competitivo. Le crisi, ricordiamocelo, sono sempre un’occasione».

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di Eleonora Guerra - 8 Aprile 2025