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Mattarella sui dazi di Trump

Fermezza responsabile

Dazi, Mattarella: parola d’ordine serenità. Il dialogo sul crinale tra Washington e Bruxelles

Il capo dello Stato in replica agli annunci della Casa Bianca: «Errore profondo, serve risposta Ue compatta, serena e determinata». E in questo sarà fondamentale il ruolo di Palazzo Chigi con la Casa Bianca

Politica - di Ginevra Sorrentino - 3 Aprile 2025 alle 17:48

No a prove muscolari, la Ue sia compatta e, soprattutto, serenità nella risposta e determinazione nell’approccio. È questa, in estrema sintesi, la posizione che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che anche (ma non solo) durante il colloquio al Quirinale con l’omologo dell’Estonia, Alar Karis, ha fatto registrare una piena sintonia ecumenica sulla necessità di recuperare rapporti transatlantici collaborativi. Una linea che il numero uno del Quirinale ha ribadito con cauta fermezza. Lui, morigerato ma deciso, che anche in questi giorni di discussione e polemiche, repliche istantanee e timori ancestrali, continua a sostenere cautela mostrando un atteggiamento lucido e responsabile nei confronti delle sfide che l’Italia e l’Europa si trovano ad affrontare sul piano internazionale.

Dazi, Mattarella: «Errore profondo, serve risposta Ue compatta, serena e determinata»

Di fronte all’annuncio dei “superdazi” da parte della Casa Bianca, la posizione del Presidente della Repubblica si conferma all’insegna della razionalità e della fermezza: nessuna frenesia catastrofista. Nessuna emotività vendicativa. Ma una risposta strategica e ragionata. Per Mattarella, infatti, la strada maestra rimane quella della compattezza dell’Unione Europea. L’Europa deve restare unita di fronte a una guerra commerciale che non giova a nessuno, resistendo alla tentazione di rispondere con misure affrettate e destabilizzanti. A detta del Capo dello Stato, infatti, solo mantenendo salda la coesione interna, infatti, si potrà dare una risposta proporzionata, capace di difendere gli interessi economici senza cadere in un’escalation dannosa per tutti.

Il Quirinale e il ruolo di Palazzo Chigi con Washington

Una posizione che si fa sentire e che a un peso specifico importante, quella di Mattarella, che del resto ha spesso sottolineato il valore del multilateralismo e della cooperazione internazionale come strumenti per la stabilità e la crescita. Anche in questa circostanza, allora, il suo auspicio è che l’Italia, con il suo apporto fondamentale  all’interno della Ue, possa contribuire a mantenere il dialogo aperto con gli Stati Uniti, evitando il rischio di una contrapposizione sterile e distruttiva.

Una linea che, innegabilmente, va incontro a quanto sostenuto e rilanciato ancora in queste ore dal governo in carica. E con le direttrici enucleate dalla strategia di Giorgia Meloni per fronteggiare i nuovi dazi americani sulle merci europee, che alle 22 italiane di ieri ha formalizzato nel giardino delle rose alla Casa Bianca le nuove tariffe contro i prodotti Made in Ue, fortemente volute dal tycoon per riequilibrare la bilancia commerciale tra l’America e il Vecchio Continente.

Dazi, Mattarella e la via della fermezza responsabile

La risposta a questa sfida, insomma, non può limitarsi alla gestione dell’emergenza: deve trasformarsi in un’occasione per rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, puntando su politiche industriali e commerciali più solide, capaci di ridurre la dipendenza da fattori esterni e garantire maggiore competitività alle imprese europee e italiane. Pertanto, sulla stessa lunghezza d’onda di quanto asserito nelle scorse dalla premier Meloni, Sergio Mattarella, con il suo consueto equilibrio istituzionale, indica dunque la via della fermezza responsabile. Non una resa. Ma nemmeno una reazione impulsiva: la sfida della Casa Bianca si affronta con lucidità, determinazione e, soprattutto, con un’Europa unita e consapevole della propria forza.

Dazi Trump, da Mattarella l’invito a recuperare «rapporti transatlantici collaborativi»

Ma sempre fermo restando – come ha scritto oggi Marzio Breda sul Corriere della sera – « la necessità di recuperare un rapporto positivo di collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico». Obiettivo per cui, «per uscirne bene sarà decisivo tenere salda l’unità della Ue, per dare insieme una risposta “serena”, cioè non concitata ma ragionata, a partire dal calcolo di chi e quanto ci guadagna (sottinteso: nessuno). In modo che la reazione, “compatta e determinata”, ossia proporzionata e a misura dell’intera Unione, esca dalla logica per cui i contendenti si prendono reciprocamente a schiaffi per poi vedere che cosa succede».

Il dialogo sul crinale tra Washington e Bruxelles

E allora, scrive sempre il Corriere, «la partita è complessa e si gioca su un doppio criterio negoziale, su cui ruoteranno gli incontri tra Washington e Bruxelles: 1) lo schema del confronto «a somma zero», che si ha quando la vincita di uno è pari alla perdita dell’altro, il che sembra l’intento di Trump, che rivendica appunto di voler guadagnare sugli altri. 2) l’opzione cosiddetta «win-win», che si ha quando tutti i soggetti coinvolti ricavano un beneficio di pari livello, con soddisfazione generale, il che sarebbe la soluzione più augurabile».

Il ruolo degli statisti (Meloni?) che «hanno già attivato contatti con la Casa Bianca»

Evidente che, come ribadisce l’articolista del Corsera, «per giungere a questa soluzione possono servire “utili ambasciatori” della Ue», o statisti che «hanno già attivato contatti con la Casa Bianca». «Un ruolo che – conclude il servizio citato – Mattarella non vedrebbe male, perché sarebbe un supplemento di dialogo con gli Usa, per far capire che i veri e anzi unici amici dell’America stanno sulla nostra riva dell’Oceano».

 

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di Ginevra Sorrentino - 3 Aprile 2025