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Dazi, Frescobaldi bacchetta l’Europa e ringrazia Meloni

Menomale che Giorgia c'è

Dazi, vino sotto attacco? Frescobaldi: Europa impreparata, fortuna che da Trump andrà la Meloni, dobbiamo ringraziarla

Dazi, il presidente dell’Unione italiana vini bacchetta Bruxelles che tra lentezze e tecnicismi si è fatta cogliere alla sprovvista e plaude a governo e premier in missione da Trump: la ringraziamo moltissimo per il suo impegno

Politica - di Redazione - 10 Aprile 2025 alle 17:35

Sulla sfida cruciale dei dazi il presidente dell’Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha detto ciò che in molti pensano, ma che pochi hanno l’onestà intellettuale di riconoscere: «Bruxelles non è stata all’altezza della situazione». Meno male che sarà Meloni ad andare da Trump: «Dobbiamo ringraziarla».

Dazi, Frescobaldi: Bruxelles impreparata, menomale che da Trump va Meloni

Un’Europa rallentata che si è fatta cogliere impreparata, quella di cui parla Frescobaldi in un’intervista all’Adnkronos. Una macchina lenta, spesso più attenta ai tecnicismi che agli interessi concreti dei cittadini e delle nostre imprese. «Ci siamo fatti trovare totalmente sprovvisti e quindi dobbiamo fare tesoro di questi dazi, tra l’altro noi abbiamo i dazi anche con la Cina e anche con la Russia da vari anni. Vediamo di non darci la martellata sui piedi e di lavorare tutti insieme».

Anche perché, in quella compagine c’è un’Italia che non è restata – e non resta – a guardare: un dato non da poco per chi, come Frescobaldi, è convinto che deve essere l’Unione europea a parlare con una voce sola. «Quando noi diciamo Europa va considerato che sono 27 paesi, 400 milioni di abitanti e tutti guardano a noi, ma ci vuole consapevolezza di questa realtà. E poi serve un affinamento del funzionamento dell’Unione Europea perché io che ho sicuramente dei deficit cognitivi – aggiunge ironico – ma non ho ancora capito bene come funziona a Bruxelles…

Dazi, il riconoscimento (e il ringraziamento) di Frescobaldi a Meloni e governo

Ora, ironia a parte, la direttrice che le dichiarazioni di Frescobaldi – intervistato dall’Adnkronos – segna rispetto al negoziato che va condotto con l’amministrazione Trump sui dazi, alla luce delle ultime novità d’Oltreoceano, porta direttamente a un plauso al governo Meloni, tutt’altro che di circostanza o casuale. Un riconoscimento a un esecutivo che ha saputo farsi trovare pronto, battendosi con forza per tutelare il comparto agroalimentare, eccellenza del nostro Made in Italy. Laddove, in un’Europa che nicchia, l’Italia ha saputo far sentire la sua voce.

E allora, quanto alla missione della premier Meloni da Trump la prossima settimana Frescobaldi commenta: «Il Presidente Consiglio andrà in America e la ringraziamo moltissimo per questo suo impegno. Tutti in Europa dovrebbero essere consapevoli di questa cosa. Certamente si è prestata lei, ma perché? Perché siamo arrivati impreparati; perché fossimo arrivati preparati ci andava la persona che rappresenta l’Europa. E auspico che prevalga la linea del dialogo come è la posizione italiana rimarca il presidente dell’Unione italiana vini.

Dazi, Frescobaldi su Meloni in Usa: spero prevalga la linea italiana del dialogo

E ancora. «Lui rappresenta gli Stati Uniti e noi avremmo dovuto avere già pronta una squadra che rappresenti l’Europa, che rappresenti il prodotto non solo italiano, ma anche francese, tedesco, austriaco, spagnolo e di ogni Paese che produce il vino, i medicinali, le automobili»…

Dazi, Frescobaldi: «90 giorni? Per noi sono un battito d’ali»

Europa impreparata, ok: ma rispetto dalla mossa a sorpresa di Trump che ieri sera ha sospeso i dazi per tutti ad eccezione della Cina, cosa ne pensa Frescobaldi? «Noi imbottigliamo un prodotto che ha bisogno di una programmazione a lungo periodo. Partendo dal vigneto abbiamo 3 anni più prima entrare in produzione, ma se uno dovesse partire dalla cantina e basta, comunque sia bisogna affinarlo. Bisogna mettere in legno, non mettere in legno… Mettere in vasca… Per noi 90 giorni sono un battito d’ali», commenta dall’alto anche della sua esperienza di produttore di vino da svariate generazioni.

«Nel vino serve programmazione, abbiamo bisogno di visione a lungo periodo»

Aggiungendo in calce: «Oggi siamo al fatto del 10%, quindi tutto quello che è stato negoziato in questi giorni al Vinitaly tra gli italiani e gli operatori si deve ributtare all’aria – spiega Frescobaldi all’Adnkronos –. Perché si era trattato il 20% e ora stiamo a trattare il 10%. Sembra di essere in borsa. Noi abbiamo bisogno di una visione a lungo periodo».

I mercati possibili

E a proposito di organizzazione e lungimiranza, quanto alla possibilità di sostituire il mercato statunitense per l’export di vino Frescobaldi si dice apertamente scettico. «Sostituire gli Usa è ben difficile. Il Sud America assorbe lo 0,6%, ed è in discussione il Mercosur. Andiamo verso l’Africa e c’è il Sudafrica che è un grosso esportatore, e tra l’altro anche lui sotto dazi. Ci sono altri Paesi, alcuni ahimè molto musulmani, altri un pochino meno… Però insomma diciamo con una richiesta non proprio così diffusa. Abbiamo bisogno di un insieme di consumatori con un reddito medio alto».

Infine: «Inoltre, verso est c’è la Russia con i dazi – prosegue Frescobaldi –. In India ci sono tassi demenziali. Arriviamo ai grandi territori della Cina dove ci sono sia tassi che una stretta nei consumi da parte del governo. Andiamo in Indonesia, Australia… E poi è finito… ovunque intorno c’è solo un sacco d’acqua».

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di Redazione - 10 Aprile 2025