CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Dazi e Made in Italy, gli imprenditori del food and wine pronti alla sfida

Food&wine: la carta vincente

Dazio non ti temo: le eccellenze di cibo e vino sfidano Trump a testa alta. L’asso nella manica? La qualità del Made in Italy

Se le tariffe avvelenano economia e scambi, i big della nostra imprenditoria hanno l'antidoto: la qualità di una produzione che da sempre domina, tra tradizione e innovazione, sapienza artigianale e declinazione industriale alle nuove tecnologie, il mercato internazionale. Ecco la ricetta

Economia - di Bianca Conte - 15 Aprile 2025 alle 17:50

Dazi Usa, l’Italia non trema. Anzi: le eccellenze italiane del food&wine si dicono pronte a sfidare Trump a testa alta (e schiena dritta), forti di una qualità indiscussa dell’agroalimentare e del vitivinicolo che da sempre dominano, tra tradizione e innovazione, sapienza artigianale e declinazione imprenditoriale alle nuove tecnologie, il mercato internazionale.

Pertanto, ormai non si contano più i nomi punta del settore che negli ultimi giorni hanno argomentato a suon di dati e di riscontri sul campo la sicurezza opposta alla sfida americana con la minaccia dei dazi, agitata come uno spauracchio dai soliti “gufi” dell’economia. Previsione fosche, quelle sventolate dalle cassandre antigovernative specialmente, che non spaventano però le le eccellenze italiane del comparto, anzi… le sprona a reagire con orgoglio e determinazione, forti della qualità ineguagliabile dei loro prodotti e della capacità di adattamento che da sempre contraddistingue il nostro spirito imprenditoriale.

Dazi Usa, il Made in Italy non trema

E allora, Giovanni Carlo Licitra, presidente di LBG Sicilia, gruppo leader nel settore agroalimentare, non nasconde la preoccupazione per l’incertezza normativa che grava sulle esportazioni e al Tgcom24 ammette: «Non si ha nessuna certezza o chiarezza di quali prodotti siano oggetto dei dazi. Ma mi sembra chiaro che i costi non possono ricadere sull’esportatore, bensì sull’importatore, e infine sul consumatore americano».

Detto questo, al sito citato ribadisce «LBG Sicilia è un’azienda specializzata nella produzione di ingredienti e sistemi funzionali di alta qualità per l’industria alimentare e con la gamma Seedgum siamo diventati leader nel mercato mondiale della farina di semi di carrube: esportiamo il 95% del fatturato all’estero e gli Stati Uniti rappresentano circa il 15-20% del fatturato totale».

Poi contestualmente, a più riprese, ha anche rilanciato anche con forza: «La qualità dei nostri prodotti è la nostra arma vincente. I consumatori americani apprezzano l’autenticità e il gusto unico delle nostre eccellenze siciliane, e non rinunceranno facilmente a esse». Sottolineando al contempo l’importanza di diversificare i mercati, esplorando nuove opportunità in Asia e in altri continenti, senza però rinunciare al mercato statunitense, considerato strategico.

Le eccellenze del food&wine pronte alla sfida

Sulla stessa lunghezza d’onda José Rallo, amministratore delegato di Donnafugata, prestigiosa azienda vinicola siciliana. «I dazi rappresentano una sfida, certo, ma non ci facciamo intimorire», afferma con decisione. «La qualità dei nostri vini è riconosciuta a livello internazionale, e siamo certi che i consumatori americani continueranno a sceglierli, nonostante le nuove tariffe».

Non solo. Rallo evidenzia la necessità di rafforzare la comunicazione e la promozione dei prodotti italiani negli Stati Uniti, puntando sull’eccellenza e sull’unicità che li contraddistinguono. Anche suggerendo dalle colonne del Tgcom24: « Strategie utili per altri settori? Penso che al vino italiano – come al design e alla moda e a tutti quei settori dove possiamo vantare know how straordinari e non replicabili – tocchi sempre di più di puntare sull’eccellenza artigianale e creativa e sulla capacità di comunicare questi nostri punti di forza».

Dazi e Made in Italy, i big del settore rilanciano tra orgoglio e determinazione

Pertanto, pur ammettendo Licitra «che l’introduzione dei dazi sia uno svantaggio per tutti e confido in un ripensamento. Le alternative sono dirette a cercare di sviluppare mercati diversi da quello americano». E riconoscendo Rallo che: «Siamo consapevoli – ma lo eravamo già – che diversificare è la migliore strategia per non dipendere troppo solo da alcuni mercati. Ne serviamo già oltre 70 nel mondo e continueremo a presidiarli e svilupparli il più possibile», le parole dei nostri due big dell’imprenditoria sono un segnale forte e chiaro: l’Italia non si piega alle minacce. Ma reagisce con orgoglio e determinazione. Facendo leva sulla qualità dei suoi prodotti e sulla capacità di innovazione delle sue imprese.

Il settore agroalimentare e vinicolo italiano, pilastro della nostra economia e ambasciatore del Made in Italy nel mondo, è pronto a raccogliere la sfida di Trump, dimostrando ancora una volta la sua resilienza e la sua capacità di superare ogni ostacolo.

Consumatori rassicurati, gufi screditati

E allora, al netto dell’appello rivolto al governo – «quello che mi sento al momento di chiedere alle istituzioni italiane ed europee è di fare il possibile per far ritornare la situazione com’era prima dell’annuncio dei dazi», ha sostenuto Licitra. E Rallo gli ha fatto eco, sostenendo a sua volta: «All’esecutivo chiediamo di mantenere i nervi saldi e di trattare insieme all’Unione europea in modo compatto» – i gufi dell’economia e le cassandre del mainstream, che paventano scenari apocalittici, dovranno ricredersi.

L’Italia, forte delle sue radici e della sua identità, saprà affrontare questa nuova prova con la stessa grinta e la stessa passione che l’hanno resa grande nel mondo. E i consumatori americani, che apprezzano la qualità e l’autenticità dei nostri prodotti, continueranno a sceglierli, premiando l’eccellenza del Made in Italy. Il che ci fa dire serenamente: “Dazi, non vi temiamo”… Anzi, affiliamo gli artigli.

Rocca: «Negli Usa più che grande preoccupazione per i dazi ho trovato grande attenzione per il Made in Italy»

Confortati anche dalle parole del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che ieri intervenendo a Quarta Repubblica su Rete 4, e commentando il viaggio negli Stati Uniti come Regione d’onore del Niaf, (la National Italian American Foundation) ha tenuto a sottolineare: «Il viaggio a New York è stato un viaggio soddisfacente. Non ho trovato questa grande preoccupazione per i dazi. Anzi: ho trovato uno sguardo all’Italia che aveva la consapevolezza anche del rapporto privilegiato che c’è tra il Presidente Trump e la nostra presidente del Consiglio. C’è tantissima attenzione per il Made in Italy, per la nostra capacità di innovazione. Soprattutto, noi avevamo un focus sulle tecnologie: e devo dire che è andata molto bene, con un’attenzione concreta che quindi avrà dei seguiti, anche di finanziamenti, da parte degli investitori americani». E non serve davvero aggiungere altro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Bianca Conte - 15 Aprile 2025