
Clausola di salvaguardia
Difesa, la Germania chiede la sospensione del Patto di stabilità. Tajani: decisione saggia
La Germania fa da apripista sulla difesa europea. Berlino ha chiesto per prima alla Commissione Ue l’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia per le spese militari. Si punta a esentare gli investimenti aggiuntivi a venire nel settore della difesa dai limiti di spesa del Patto di Stabilità. La richiesta, ha spiegato un portavoce del ministero delle Finanze tedesco, riguarda il quadriennio 2025-2028. E – ha aggiunto – costituisce “un’importante misura complementare per consentire una maggiore spesa nazionale per la difesa, mantenendo al contempo la sostenibilità fiscale”.
Difesa, la Germania chiede l’attivazione della clausola di salvaguardia
La notizia non giunge inaspettata ed è in linea con la svolta tedesca. Ai primi di marzo il Cancelliere in pectore Friedrich Merz, leader della Cdu, aveva annunciato il varo di un maxi-piano di investimenti in difesa e infrastrutture da 500 miliardi di euro. Un ‘nuovo inizio’ accompagnato da un’iniziativa senza precedenti: il voto trasversale al Bundestag di Cdu, Spd e Verdi per una modifica della Costituzione che escluda gli investimenti in difesa dal cosiddetto «freno al debito». Ora la Germania ufficializza anche la copertura economico-giuridica europea al suo progetto, nell’ambito del piano ReArm Europe.
Esercito forte per prevenire la guerra, non scatenarla
“Abbiamo bisogno di un esercito forte, non per scatenare la guerra, ma per prevenirla. E, da ex diplomatico, permettetemi di aggiungere. Anche la nostra politica estera ha bisogno di un esercito forte, non per sostituire la diplomazia, ma per renderla credibile”. Così il presidente tedesco Frank-Walter SteinmeierSteinmeier, dando conto della scelta di Berlino.
Bruxelles conferma: la deadline slitta a fine giugno
Quella pervenuta oggi alla Commissione è la prima richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia per gli investimenti militari, ha confermato un portavoce dell’esecutivo Ue. Inizialmente Ursula von der Leyen aveva indicato ai governi nazionali la deadline del 30 aprile per attivare la clausola. Ma in seguito (anche sulla base delle richieste in tal senso arrivate dall’Italia) la Commissione ha acconsentito a un allungamento dei tempi per dar modo ai governi di valutare l’impatto sia politico che economico della scelta. Di fatto la scadenza è stata spostata informalmente a fine giugno. Bruxelles ha più volte insistito perché ci sia “uno sforzo di coordinamento” tra i 27.
Tajani: è una scelta saggia
La clausola che consente di indebitarsi maggiormente per spendere di più nel settore della difesa dovrebbe essere attivata da molti Paesi e in modo coordinato. Stando ad annunci recenti sono almeno altri due i Paesi dovrebbero aggiungersi alla Germania: Portogallo e Slovenia. L’Italia non ha ancora sciolto le riserve. Oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito la richiesta tedesca una richiesta ‘saggia’. “Bisogna scorporare le spese della difesadal Patto di stabilità. “Noi – ha aggiunto – annunceremo al vertice della Nato che abbiamo raggiunto il 2%, rispettando gli impegni che abbiamo preso”.