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Irpef

Chi non ha redditi aggiuntivi

Dipendenti e pensionati, il regalo di Pasqua del governo: stop agli acconti Irpef 2025 non dovuti

Economia - di Redazione - 22 Aprile 2025 alle 20:16

I lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto Irpef per il 2025. È quanto prevede il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri ‘Disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF dovuti per l’anno 2025’. Il provvedimento, spiega Palazzo Chigi, introduce norme di coordinamento tra il decreto legislativo 216 del 2023, attuativo della delega sulla riforma fiscale, e la legge di bilancio per il 2025.

Secondo quanto annunciato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, i lavoratori dipendenti e i pensionati che non percepiscono redditi aggiuntivi non saranno tenuti a versare alcun acconto Irpef per l’anno prossimo. “Evitiamo così qualsiasi aumento del carico fiscale su queste categorie”, ha sottolineato Leo, rivendicando l’intervento come “una misura di tutela e correttezza nell’applicazione della riforma fiscale”.

Acconto Irpef: correzione da 245 milioni di euro

Il chiarimento normativo si è reso necessario a causa di un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023, che aveva introdotto in via sperimentale la riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre, e la legge di bilancio 2025, che ha reso strutturale questa riduzione. Tuttavia, una parte della normativa era rimasta ancorata al vecchio sistema a quattro aliquote per il calcolo degli acconti, generando confusione e potenziali aggravi.

“Abbiamo approvato il provvedimento in tempo utile per evitare errori nei versamenti e nelle dichiarazioni”, ha aggiunto il viceministro, esprimendo soddisfazione per la rapidità dell’intervento. La correzione comporterà per il 2025 un costo stimato di 245,5 milioni di euro. L’onere sarà coperto attraverso una riduzione del Fondo Mef per la sistemazione contabile delle partite sospese e, nel 2026, la somma verrà riversata in un fondo destinato alla compensazione di eventuali scostamenti di bilancio.

La soddisfazione dei centri di assistenza fiscale

Soddisfatti i centri di assistenza fiscale. “È positivo constatare che si sia intervenuti per correggere un difetto normativo, tuttavia, va sottolineato che la campagna fiscale è iniziata da oltre un mese e l’assenza di un chiarimento normativo fino a oggi ha generato non poche difficoltà operative, sia per i CAF che per i contribuenti”, evidenzia Giovanni Angileri, Presidente CAF UIL e Coordinatore della Consulta dei CAF.

Soddisfazione anche dal segretario confederale della Cgil Christian Ferrari e Monica Iviglia presidentessa Consorzio nazionale Caaf Cgil, che parlano di “una buona notizia per chi vive di salario o di pensione”. oPer Ferrari e Iviglia “c’è però un altro impegno che si era assunto il Governo, tuttora disatteso: rimediare alla clamorosa ingiustizia che stanno subendo i redditi tra 8.500 e 9.000 euro annui che, a causa del meccanismo scelto per fiscalizzare il cuneo contributivo, stanno perdendo, a partire da gennaio, circa 100 euro al mese. Si tratta – proseguono – di lavoratrici e lavoratori che già faticano a far quadrare i bilanci familiari e che non possono essere penalizzati così pesantemente. Sollecitiamo nuovamente l’Esecutivo a intervenire subito per risolvere questo problema”, concludono.

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di Redazione - 22 Aprile 2025