
Giganti della fede
«E pluribus, Unum». Tre Papi, la stessa missione e una sola via: la Tradizione
Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco: i tre Papi, nel solco della Tradizione, attenderanno anche loro come milioni di fedeli nel mondo che sia lo Spirito Santo, anziché gli editoriali della stampa ben informata, a posare la mano di Dio sul futuro Papa
C’è un’altra Verità oltre le ricostruzioni di parte, le rigidità dogmatiche e le visioni new age del Papato: lo Spirito Santo. Quell’entità insondabile e superiore, che sovrintende alla scelta del successore di Pietro, è sempre più “avanti” dei vaticanisti dell’ultima ora. La storia degli ultimi tre Papi, così diversa per impatto nell’opinione pubblica, testimonia come la Chiesa di Roma sia una, la sua dottrina difficilmente piegabile alle mode e ai desiderata di una modernità che pensa di eludere il senso del Sacro.
Giovanni Paolo II: il nemico del comunismo
In principio fu Karol Wojtyła, il Papa polacco, il gigante, primo papa non italiano dopo 455 anni, proveniente da un Paese sotto regime comunista. La sua elezione ebbe un forte valore simbolico nella lotta per la libertà religiosa e politica in Europa dell’Est e nella caduta del comunismo: Giovanni Paolo II sostenne il movimento “Solidarność”, guidato da Lech Wałęsa, e incoraggiò una resistenza pacifica contro l’oppressione comunista, contribuendo indirettamente alla fine della Guerra Fredda e al crollo del blocco sovietico. Lo fece con la Parola e con i fatti, con la presenza fisica e la forza delle Encicliche. Fu evangelico e evangelizzatore, prima e più di qualsiasi altro Pontefice: è stato il papa che ha viaggiato di più nella storia, con oltre 100 viaggi internazionali, mai causali, tutti con una missione da compiere.
Ha portato il messaggio cristiano in ogni parte del mondo, anche in Paesi a maggioranza non cattolica, promuovendo il dialogo interreligioso, avviando incontri senza precedenti con ebrei, musulmani e rappresentanti di altre religioni, come nel caso del raduno per la pace di Assisi del 1986. Ha fondato la Giornata Mondiale della Gioventù, trasformandola in un “brand” globale, coinvolgendo milioni di giovani nel messaggio di fede; tutto questo restando in prima linea nella difesa dei diritti umani e della dignità della persona, difendendo la vita umana dal concepimento alla morte naturale, promuovendo una visione della persona come sacra e inviolabile. Giovanni Paolo II è stato maestro di evangelizzazione e dottrina, invitando la Chiesa ad affrontare la modernità senza rinunciare alla Verità nella fede. È lo stesso Pontefice che ad Agrigento tuonò contro la mafia e i suoi accoliti, con durezza e potenza come nessuno mai, in piena Valle dei Templi, seppur rinchiuso in un corpo già piegato dalla malattia.
Benedetto XVI: baluardo contro il laicismo
Dopo di lui la Chiesa universale doveva affrontare la crisi della secolarizzazione e la deriva laicista: serviva un Pontefice in grado di tenere la barra dritta e ricordare ai fedeli di tutto il mondo le ragioni stesse del loro essere Cristiani. E ad ascendere al soglio pontificio fu Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI: con l’enciclica Spe Salvi il pastore tedesco parlò della speranza cristiana come forza che sostiene l’uomo, criticando fortemente le ideologie moderne che promettono la salvezza terrena.
Prima ancora di essere papa, Ratzinger è stato uno dei più grandi teologi del XX secolo: ha dato contributi fondamentali alla comprensione della fede cristiana moderna, coniugando rigore intellettuale e fedeltà alla Tradizione, continuando la sua opera iniziata da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. In sostanza resterà nella storia come colui che ha difeso la fede cattolica in un’epoca di relativismo e secolarizzazione, post-Concilio Vaticano II, custodendone l’identità. Con la “grande rinuncia”, Benedetto ha rivoluzionato la Chiesa e avviato la stagione della coabitazione dei due Papi, forse meno problematica di quanto non si sia fantasticato.
Francesco, il papa della vita
Comincia l’era di Francesco, il Papa della “fine del mondo”, quello che sin dall’inizio deve per forza piacere a tutti, in particolare a quelli che alla Chiesa non si sono mai avvicinati e forse non si avvicineranno mai. Nonostante il tentativo di “tirarlo per la tonaca”, sui grandi principi non negoziabili della dottrina cattolica – come la difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale – Francesco è stato perfettamente in continuità con i suoi predecessori, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. Francesco non solo mantiene la posizione della Chiesa, ma usa immagini forti per sottolinearla. Nelle sue encicliche (Laudato si’, Fratelli tutti) e documenti, Francesco riprende e sviluppa l’insegnamento di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, specialmente sull’ecologia integrale (vita umana compresa) e sulla dignità di ogni persona. Il magistero di Francesco si inserisce in fondo nel “grande fiume” della tradizione cattolica: con uno stile diverso cambia il linguaggio e l’approccio pastorale, non la verità dottrinale.
Affluenti di una sola corrente: la Chiesa
Tre Papi, dunque, tre approcci diversi, una sola Chiesa. Con buona pace di quanti aspirano a un Cattolicesimo depotenziato, concentrato solo sui “diritti”, veri o presunti, del tutto simile a qualsiasi movimento basato su un insieme fluido di credenze, pratiche e tendenze spirituali. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco: i tre Papi, nel solco della Tradizione, attenderanno anche loro come milioni di fedeli nel mondo che sia lo Spirito Santo, anziché gli editoriali della stampa ben informata, a posare la mano di Dio sul futuro Papa. A lui lasceranno un patrimonio inestimabile fatto di fedeli, dottrina, speranza, carità e spiritualità, chiedendogli di difendere la vita sempre, portando il messaggio cristiano nelle nuove periferie del mondo globalizzato.