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Easter eggs, i più famosi rimandi e messaggi nascosti nei film_ Toy Story riprende Shining di Stanley Kubrick

Tesori nascosti

Easter eggs, la caccia sempre in corso all'”uovo segreto”: i più famosi messaggi occulti e le citazioni nascoste nei film

La caccia al segreto nascosto o al messaggio simbolico mimetizzato e da decriptare attira da sempre spettatori e utenti del web. Una storia che, dai camei di Hitchcock a oggi, passando per i titoli famosi di sempre, pullula di precedenti illustri

Cronaca - di Bianca Conte - 20 Aprile 2025 alle 07:08

Nel dinamico ecosistema dei social media, e nello sconfinato universo cinematografico, un fenomeno curioso e in continua crescita continua da sempre a catturare l’attenzione degli utenti più attenti e smaliziati. Un fenomeno noto sotto la dicitura semplicistica quanto simbolica degli easter eggs. Non si tratta delle tradizionali uova decorate nascoste nei giardini durante la Pasqua, che la tradizione britannica dissemina in favore di una caccia al tesoro destinata soprattutto ai bambini, ma di veri e propri messaggi in codice, disseminati a suon di immagini, che rilanciano riferimenti evocativi o simbolici celati all’interno di contenuti digitali che vanno dai videogiochi ai film, dalle serie tv ai semplici post pubblicati in rete. Questi “tesori nascosti” rappresentano una forma di comunicazione sottile e interattiva, capace di generare un notevole coinvolgimento socio-mediatico.

Easter eggs, la caccia all’uovo digitale che attira spettatori e utenti del web

Il significato di un easter egg, insomma, va oltre il semplice divertimento fine a stesso. Perché inserire un riferimento inaspettato, un omaggio a un’altra opera, un cameo evocativo o un piccolo “segreto” da scoprire, crea un senso di complicità tra il creatore del contenuto e il suo pubblico. Un dialogo tra le righe riservato ai più acuti osservatori cinefili o agli utenti più interattivi, nel senso prettamente etimologico del termine. E alla fine del “gioco”, chi individua l’elemento nascosto si sente parte di una cerchia ristretta, quasi un “iniziato”, e spesso condivide la propria scoperta sui social media, amplificando la portata del messaggio originale e omaggiando la propria perspicacia dietrologica.

Se i messaggi nascosti fanno tendenza e animano l’immaginario

Negli ultimi tempi, abbiamo assistito a esempi lampanti di questa tendenza. Pensiamo, per esempio, ai riferimenti a film cult disseminati in pellicole più o meno recenti, capaci di scatenare ondate di commenti. Supposizioni iconologiche e iconografiche. E bizzarre teorie online seguite alla visione. Un “gioco”, quello della ricerca meta-cinematografica, che apre a un’indagine condivisa. E che imperversa anche nel mondo dei social media, dove non mancano i casi di profili o brand che inseriscono indizi criptici nei loro post, invitando i follower a risolvere enigmi o a trovare collegamenti nascosti per svelare sorprese o anticipazioni.

Gli “easter eggs” nel cinema

La particolarità socio-mediatica degli easter eggs infatti risiede nella loro capacità di innescare dinamiche di “engagement organico”. Ossia della scoperta di un messaggio nascosto che spinge gli utenti a interagire attivamente con il contenuto. A condividerlo con i propri contatti. E a commentarlo, generando discussioni e un senso di appartenenza a una comunità, cinefila o internetica che dir si voglia. Così, in un’epoca in cui l’attenzione e la concentrazione sono risorse scarse e poco gettonate, gli easter eggs si rivelano una strategia efficace per catturare la curiosità e stimolare la partecipazione del pubblico in modo inaspettato e giocoso.

In questo variegato contesto, allora, anche il cinema – per non dire soprattutto – si presenta chiaramente come un terreno fertile per gli easter eggs, e ne esistono di memorabili che hanno generato discussioni, dibattiti e apprezzamento virtuale da parte del pubblico. Vediamo allora alcuni riferimenti tra i più accreditati e smagati della storia della settima arte.

Da Kubrick ai blockbuster della Marvel

Il grande schermo, del resto, pullula di esempi incastonati nella trama narrativa con riferimenti incrociati tra saghe dello stesso regista o studio. Un classico del “genere” è rappresentato sicuramente da Stanley Kubrick che, in Arancia Meccanica (datato 1971) inserisce ben in vista una copia della colonna sonora del suo precedente capolavoro 2001: Odissea nello spazio. Allo stesso modo, George Lucas si diverte a connettere i suoi universi narrativi: come quando in Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta (1981), tra i geroglifici che decorano le pareti del pozzo delle anime, si possono scorgere i profili di R2-D2 e C-3PO di Star Wars. Venendo a epoche di celluloide (e digitali) più recenti invece, non possiamo non rilevare come nel Marvel Cinematic Universe, le apparizioni di Stan Lee in quasi ogni film siano diventate un easter egg iconico e di fatto atteso – quasi preteso –  dai fan del filone.

Eatser eggs, se persino “Toy Story” rimanda a “Shining” di Kubrick: ecco dove e come

Ma gli esempi pullulano. Come non menzionare, allora, gli omaggi ad altri film o cineasti? Ebbene, in Toy Story (1995), nella camera del dispettoso Sid, il tappeto ha lo stesso identico motivo esagonale di quello dell’Overlook Hotel in Shining (1980) di Stanley Kubrick, un rimando immaginifico inquietante e sottile. Ma anche Quentin Tarantino è un maestro nel disseminare riferimenti ai suoi film precedenti all’interno delle sue opere: ad esempio, il marchio di fast food “Big Kahuna Burger” compare in diverse sue pellicole, da Pulp Fiction (1994) a C’era una volta a… Hollywood (2019), creando un universo narrativo interconnesso e amiccante.

La moda lanciata da Alfred Hitchcock

E poi ci sono i cameo inaspettati (quanto attesi). Oltre alle celebrità che appaiono brevemente nei film Marvel, ci sono altre apparizione randomiche curiose. In Scream (1996) per esempio, il maestro dell’horror Wes Craven ha inserito l’indimenticabile e inquietante Linda Blair, protagonista de L’esorcista (1973), nel ruolo di una reporter ficcanaso, e in veste di divertente omaggio al genere. E poi c’è lui, il maestro di sempre: Alfred Hitchcock, famoso anche per le sue improvvise comparsate in una sequenza di uno dei suoi stessi film: spesso brevi apparizioni che nel tempo hanno alimentato un irrinunciabile “gioco” per il pubblico.

Tra messaggio, rimando e spot pubblicitario

Ma sugli easter eggs non dobbiamo guardare solo indietro: a volte infatti quei pezzetti di un puzzle ben più composito e che travalica finanche un singolo racconto narrativo troviamo la caccia alle uova in funzione di anticipazione di progetti cinematografici successivi. Un esempio interessante in questo senso è riscontabile, per esempio, in Io sono leggenda (2007), dove in una New York post-apocalittica si può notare un cartellone pubblicitario del film Batman v Superman: Dawn of Justice, uscito molti anni dopo.

Easter eggs, Scherzi, cameo e simbologie segrete

E ancora. Riferimenti interni che guardano in avanti o che sbriciano nel “dietro le quinte”. Nei film d’animazione Pixar, è tradizione inserire riferimenti ai film precedenti o futuri dello studio. Il furgone di “Pizza Planet” da Toy Story compare in moltissimi altri film Pixar. Il che sta a significare, in conclusione, che gli easter eggs rappresentano una forma di comunicazione digitale sofisticata. Coinvolgente. E irrinunciabile. Lungi dall’essere semplici “scherzi” o “cameo”, i messaggi nascosti nei film si configurano come strumenti potenti per costruire comunità. Stimolare l’interazione. E lasciare un segno memorabile nel panorama socio-mediatico contemporaneo.

E la caccia all’uovo non passa mai di moda…

Una caccia all’uovo che continua ad affascinare e a unire gli utenti nella scoperta di piccoli, ma significativi, segreti. Piccoli misteri tra amici da disvelare e condividere dal grande schermo in una sala fino a quello più piccolo di un computer casalingo, in nome di un divertissment che ha preso corpo ed è diventato, senza farsene quasi accorgerne, l’anima del commercio…

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di Bianca Conte - 20 Aprile 2025