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La doppia faccia di Conte

Trasformismo a 5 stelle

FdI smaschera la doppia faccia di Conte: da premier aumentava la spesa militare, oggi è pacifista e in piazza grida “no al riarmo”, 4 volte (video)

Dal giubbotto mimetico alle schitarrate di "Imagine", passando per il grido pacifista replicato a più riprese a favore dei manifestanti pacifisti. Ma quando era al governo era tutta un'altra musica... E FdI smaschera giravolte, carpiati, iperboli e contraddizioni dell'ex premier a 5 stelle

Politica - di Chiara Volpi - 7 Aprile 2025 alle 19:06

La doppia faccia di Conte: dal giubbotto mimetico alle schitarrate di “Imagine”, passando per il grido pacifista replicato a più riprese a favore dei manifestanti. Ma quando era al governo era tutta un’altra musica… E FdI smaschera giravolte, carpiati, iperboli e contraddizioni dell’ex premier a 5 stelle che sabato ha infervorato la folla gridando dal palco – e reiterandolo a mo’ di mantra – il “No al riarmo” e gli slogan in linea rilanciati al corteo romano. E anche di più. Già, perché immemore dei tempi antichi (ma poi neanche troppo) in cui l’allora presidente del Consiglio si spendeva per la difesa, ora il leader del Movimento 5 Stelle cambia casacca propagandistica e indossa i panni del pacifista, non proprio ante-litteram… Ma c’è chi non dimentica, anzi: c’è chi è pronto a rammentare al poliedrico avvocato quanto sosteneva in veste di premier degli italiani.

La doppia faccia di Conte, da premier convinto che si spendeva per la difesa…

Ma ripartiamo dall’inizio, e riavvolgiamo il nastro della narrazione digitale (in questo caso). C’era una volta Giuseppe Conte, presidente del Consiglio con l’elmetto ben calcato in testa, che firmava senza eccepire l’aumento delle spese militari. Che brindava al Patto Atlantico. E si commuoveva al cospetto delle bandiere Nato. Ora, eccolo lì, a gridare «No al riarmo!» dal palco della piazza capitolina, tra arcobaleni sbiaditi e bandiere della pace riciclate dagli anni Duemila. Ma Fratelli d’Italia c’era allora e c’è anche oggi, pronto a dimostrare fare ondivago e contraddizioni di chi, in versione premier, era intento a tessere le lodi della difesa, fianco a fianco con la Nato, contro la minaccia russa, le crisi globali e chissà quale altra emergenza.

… A leader pacifista in piazza per il “No al riarmo”

Salvo poi, in una nuova versione 2.0, fare da “anti” e militanza da neofita, col tono grave del guru che ha appena scoperto la non-violenza dopo aver firmato Dpcm più duri di un addestramento marines, ritrovarsi a predicare: «Il nostro messaggio arriva forte: no a questo piano di riarmo, non stravolgiamo i valori, il modello sociale che abbiamo realizzato in tanti anni di faticosa costruzione dell’edificio europeo. Un modello sociale inclusivo, di contrasto alle disuguaglianze, che non ha nulla a che vedere con l’economia di guerra a cui ci stanno portando. Questo è il messaggio che si leva forte oggi da questa piazza».

Un cambiamento spiazzante

Parole che spiazzano indubbiamente. E che vanno in rotta di collisione con i fatti registrati quando Giuseppi era presidente del Consiglio e, come ricorda oggi Libero, sottoscriveva – sotto gli occhi di Donald Trump – «l’impegno dell’Italia a destinare il 2 per cento del Pil in spese per armi e difesa. E lo fece per ben due volte. L’occasione? Due vertici Nato, in cui Conte siglò la dichiarazione finale dei Paesi dell’Alleanza Atlantica nella quale i partner (Italia compresa) si impegnavano a raggiungere l’obiettivo del 2 per cento appunto».

Tutto molto ironico, o comunque decisamente spiazzante. Perché quella di fronte alla quale ci si ritrova non è una semplice vicenda di ripensamento, ma una vera e propria transustanziazione ideologica, degna di una pièce teatrale. I fatti? Carta canta. I numeri delle leggi di bilancio parlano chiaro: proprio il Governo Conte – il secondo, tanto per non far confusione – ha stanziato ingenti fondi per potenziare le forze armate.

Anche se, va detto, come rileva sempre Libero, «a riguardo, lo stesso Conte aveva giustificato il suo repentino cambiamento: “Il M5s ha una chiara collocazione euroatlantica e io stesso ho più volte ribadito che gli impegni assunti in sede Nato molti anni fa vanno rispettati; chi insinua il contrario è in malafede. La sofferenza degli ultimi anni, però, non va ignorata: chiedere uno sforzo finanziario di 10-15 miliardi in poco meno di due anni al nostro bilancio significa distrarre risorse dagli obiettivi, questi sì prioritari, della transizione energetica e del welfare sociale».

Conte tra iperboli e contraddizioni

Certo, aggiustare il tiro e finanche cambiare idea è legittimo. Ma qui siamo oltre l’incoerenza: è trasformismo acrobatico, con sottofondo di chitarra e cori da militanza d’antan. E chi osa ricordare i fatti (cioè FdI, reo di usare i social come specchio della memoria) viene tacciato di propaganda. Ma la verità, anche se fa male, resta tale… D’altronde, Conte è maestro nel surfare sull’onda del momento: patriota con Salvini, europeista con il Pd, pacifista con Fratoianni. Più che un leader, un algoritmo emotivo che sembra cambiare rotta in base agli hashtag del momento.

Ma la memoria social non inganna

E allora sì: ben vengano quei video. Perché la memoria può rivelarsi corta… Ma i social – fortunatamente – ricordano tutto. E Fratelli d’Italia ricorre al memento digitale. Tanto da postare: «Quando era al governo – tuona FdI riportando su Facebook i filmati che rivelano volto e maschera del leader pentastellato – parlava di difesa e aumentava la spesa militare. Oggi si scopre pacifista». E la domanda, direbbe qualcuno, sorge spontanea: «Avvocato, ma quante facce cambia?»…

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di Chiara Volpi - 7 Aprile 2025