
La commemorazione
Francesco ricordato alla Camera, Schlein e Conte ne approfittano per attaccare il governo. Meloni: “Bergoglio regalava gioia”
“Papa Francesco non hai smesso di invocare la pace e la fine delle guerre che feriscono l’umanità, dalla ‘martoriata’ Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sahel. Lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire, e che le sue parole avrebbero potuto essere travisate e strumentalizzate. Ma i suoi molteplici appelli alla pace rappresentano per noi, oggi, un ulteriore monito alla responsabilità“. Parole pesanti e sentite, quelle pronunciate da Giorgia Meloni, alla Camera, per la commemorazione di Papa Francesco, nel giorno in cui la salma del Pontefice morto il 21 aprile scorso è stata portata a San Pietro e mentre centinaia di fedeli si trovavano in fila per omaggiarlo.
Papa Bergoglio ricordato alla Camera: il discorso della Meloni
Montecitorio ha osservato un minuto di silenzio per la scomparsa del Santo Padre, mentre al termine della commemorazione c’è stato un lungo applauso dell’intero emiciclo. A prendere per primi la parola in Aula sono stati i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Poi la premier: “I suoi viaggi avevano questo filo conduttore, e per questo sono entrati nella storia. Ricordo anch’io l’apertura della Porta Santa per il Giubileo della Misericordia nella Repubblica Centrafricana, terra insanguinata da conflitti etnici e religiosi, così come il viaggio nella terra d’Abramo, l’Iraq, dove nel marzo 2021 abbracciò i cristiani e gli yazidi perseguitati dal terrorismo”, ha aggiunto la premier, nell’analisi del Pontificato di Francesco. “Ha saputo interpretare in modo nuovo molte cose, a partire dai rapporti internazionali. Anche questo è stato ricordato. Diceva che ‘la diplomazia è un esercizio di umiltà perché richiede di sacrificare un po’ di amor proprio per entrare in rapporto con l’altro, per comprenderne le ragioni e i punti di vista’. E è un insegnamento che intendiamo coltivare”.
Poi, sul personale, Meloni ha raccontato dei suoi rapporti con il Pontefice: “Sarò sempre grata a Papa Francesco non solo per il tempo trascorso insieme e i suoi insegnamenti’ ma anche ”per i suoi consigli. Tra i quali il più assiduo era: ‘Non perda mai il senso dell’umorismo‘. È questa è stata anche l’ultima cosa che mi ha detto. C’era un senso profondo anche in questo, ovviamente… potevi aprirti, potevi raccontarti, senza filtri, senza timore di essere giudicato. Così lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo. Voleva ascoltarti, come se per lui significasse dire ‘Io ci sono per te’. Lo faceva per tutti, lo faceva con tutti. E ti faceva sentire prezioso, in quanto unico e irripetibile, come ogni essere umano che nasce sulla terra”.
Toni sentiti, in aula, in un clima sereno e non conflittuale, a parte i soliti noti, Schlein e Conte, dai banchi dell’opposizione, pronti ad attaccare il governo per le presunte contraddizioni tra il dolore espresso dal centrodestra e alcune posizioni del Papa sui migranti. “La sua allegria contagiosa, fino all’ultimo -ricorda la premier- era un insegnamento sull’amore per la vita, e su come si assolvono alcune missioni. Disse ai pellegrini: ‘E’ triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito…’. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai. E Papa Francesco – rimarca Meloni – sapeva trasmettere la gioia, la passione, per la sua missione. Ne sapeva trasmettere anche la difficoltà, e questo dava alla sua allegria un valore molto più grande”. ha detto ancora la Meloni, che poi si è recata nella Basilica di San Pietro per l’ultimo saluto a Papa Francesco. La premier si è raccolta in preghiera accanto alla bara.
La Russa: “Impegno instancabile per pace e fraternità tra popoli”
” In questi anni di Pontificato, la profondità del Suo messaggio di fede e di speranza ha saputo toccare le corde più profonde dei nostri cuori. E persino in queste ultime settimane, nonostante la malattia lo avesse fortemente debilitato, Papa Francesco mai ha smesso di far sentire la sua voce affinché i conflitti, le divisioni e le guerre venissero superate”, ha detto in apertura il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Il Pontefice, ha aggiunto, “è stato un autentico testimone di fede vissuta, capace di incarnare fondamentali valori di misericordia e solidarietà. La Sua attenzione verso gli ultimi, verso i più fragili, e verso gli emarginati, ha superato le diversità religiose e spirituali ed è diventata una continua esortazione ai leader del mondo a lavorare insieme per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona”.
“Ricordo ancora, con profonda emozione, la sua inaspettata visita in Senato. La prima volta di un Papa a Palazzo Madama dove venne per rendere omaggio al Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un commovente momento di grandissima umanità e semplicità, eppure allo stesso tempo un gesto di enorme significato istituzionale”, le parole di La Russa.
Fontana: “Pellegrino di pace e testimone di misericordia”
“È stato il primo Papa proveniente dal continente americano, il primo a chiamarsi Francesco. La scelta di quel nome fece subito comprendere l’attenzione che avrebbe avuto per gli ultimi, per le persone malate e per chi soffre”, ha quindi affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
“Ha voluto sempre camminare accanto a tutti, senza escludere nessuno. Il suo Magistero, fondato sulla solidarietà e sulla difesa della dignità umana, è stato un esempio di vicinanza ai fedeli e di impegno a favore anche delle persone anziane e dei più deboli. La sua scomparsa -ha detto ancora Fontana- lascia un vuoto profondo per i cattolici e per l’intera comunità internazionale. Religiosi e laici, credenti e non credenti si stringono nel ricordo di un uomo che ha svolto la propria missione con spirito di sacrificio e di abnegazione cristiana. Fino all’ultimo istante non ha mai abbandonato chi confidava nel suo sostegno. Anche nelle sue condizioni di salute sempre più fragili, nel giorno di Pasqua ha avuto la forza di impartire la benedizione ‘Urbi et Orbi’ e di abbracciare simbolicamente per l’ultima volta i fedeli presenti in Piazza San Pietro”.
“‘La mia gente è povera e io sono uno di loro‘, disse un giorno spiegando la decisione di abitare in un appartamento semplice, al di fuori del Palazzo Apostolico. È stato pastore tra la sua gente, pellegrino di pace e testimone di misericordia. Il suo pontificato è giunto al termine proprio come era iniziato: con i fedeli, con la preghiera e con l’invito a nutrire sempre la speranza”, ha detto ancora.
Schlein e Conte attaccano governo: “No a ipocrisie”
“Papa Francesco non ha mai fatto scelte allo scopo di essere amato, ha sempre fatto gesti senza ipocrisia e infingimenti, con fermezza, ha rivolto il suo sguardo verso gli ultimi, alle periferie del mondo, sulla pace, la giustizia sociale e l’ambiente”, le parole della leader Pd Elly Schlein in aula. La scomparsa del Pontefice, ha aggiunto, “merita tutto il nostro cordoglio e il nostro ricordo ma non merita l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli e oggi cerca di seppellire il suo potente messaggio su migranti, poveri, cambiamenti climatici e nega le cure a chi non può permettersele”, ha sottolineato la leader del Pd. “Il modo migliore è cogliere l’esempio di coerenza tra quello che diceva e quello che faceva, sulla pace a Gaza e in Ucraina, il contrasto alle disuguaglianze, accogliere anziché respingere chi fugge da una guerra, cambiare un modello di sviluppo che sta creando disuguaglianze”, ha detto ancora.
“Un Papa scomodo”, “sempre costantemente impegnato per il dialogo” e “sempre tenacemente schierato contro ogni guerra”, ha quindi detto Giuseppe Conte in aula. “Oggi viene ricordato in uno scomposto teatro di ipocrisie e celebrazioni da chi ha ignorato i suoi messaggi e i suoi moniti”, ha quindi sottolineato il leader del M5s, aggiungendo: “Il modo migliore per ricordarlo e non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti, è esseri scomodi con azioni ferme e scelte conseguenti”.