
Chi la spara più grossa
Frustrazione a sinistra seconda puntata, la visita di Vance scatena altre isterie: stupidario avanti tutta
Nuova giornata nera per la sinistra che a distanza di poche ore vede il successo della missione del premier Meloni negli Usa confermata e avvalorata dalla presenza del vicepresidente Usa. Da Bonelli a magi, da Renzi a Gribaudo, da Faraone ai grillini: difficile la gara per la palma del peggiore
Seconda giornata nera per la sinistra che a distanza di poche ore vede il successo della missione del premier Meloni negli Usa confermata e avvalorata dalla presenza di J.D.Vance a Roma. E che a sinistra stiano sull’orlo di una crisi di nervi lo si capisce dal lessico livoroso tipico di chi si abbandona a falli di frustrazione quando la partita è persa e si fatica ad accettare la realtà. Il successo dell’uno-due giocato sull’asse Roma Washington -Europa non può che provocare reazioni isteriche in chi ha giuocato tutto su altri tavoli, prevedendo insuccessi. Invece il summit a Roma e l’apertura alla Ue coglie in contropiede chi sosteneva che Meloni non doveva andare alla Casa Bianca e – seconda puntata- che dice che non avrebbe dovuto ricevere il il vicepresidente Vance.
Stupidario avanti tutta
Bonelli è un garanzia, non si fa attendere: “Oggi Giorgia Meloni accoglie a palazzo Chigi J.D. Vance, colui che solo poche settimane fa ha definito gli europei dei parassiti”, strilla Angelo Bonelli. “Un esponente massimo dell’estrema destra trumpiana che nel 2021 dichiarava apertamente che le università non trasmettono conoscenza, ma inganni e menzogne; e che occorreva attaccarle onestamente e aggressivamente. Quelle parole non erano solo provocazioni, ma l’anticipazione di una strategia culturale e politica che oggi è diventata realtà, negli Stati Uniti come in Italia”. Parla poi di “sottomissione dell’Italia”. Non interessa a Bonelli, evidentemente, che la missione di Giorgia Meloni a Washington è stata apprezzata dai vertici della Commissione europea. L’incontro alla Casa Bianca, fanno sapere fonti di alto livello da Bruxelles, è stata “un’occasione utile per creare ulteriori ponti” con l’amministrazione Trump: “nel rispetto dei diversi ruoli, come già affermato dalla stessa Meloni”. Le fonti aggiungono che i contatti tra la Commissione e gli Usa continueranno, nei prossimi giorni, a livello tecnico.
La dem Gribaudo: “Un nulla di fatto”
Il deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde sputa veleno. Basta leggere le dichiarazioni congiunte tra Italia e Usa diffuse dalla Casa Bianca per comprendere la vastità degli impegni portati a casa in tema di dazi e di economia. Era questa la posta più importante in gioco a detta di tutti. Trump ha accettato l’invito di un summit a Roma, nel quale la presenza dell’Ue è più che una realtà. Anche all’opposizione dovrebbe interessare che in questo momento l’Italia “dia le carte” come si suol dire. E invece prosegue sulla via del disfattismo: “Ci sono esponenti politici che parlano di grande successo, a me non pare: l’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump è un nulla di fatto“. Lo ha detto Chiara Gribaudo, vicepresidente del Pd. L’evidenza dice ben altro. Ma la dem insiste: “È stato un viaggio per i selfie e le foto”. Si fatica a conferire bla palma del peggiore.
M5S: “Svendita dell’Italia”
E’ la volta dei grillini. “Come volevasi dimostrare la Meloni dichiara a Trump che l’Italia oltre ai miliardi per armi aumenterà le importazioni di Gnl e che si andrà nella direzione del nucleare Usa. Quindi alla lista delle lobby a cui Giorgia si genuflette (armi, fossile, ecc.), aggiungiamoci anche quella del nucleare. L’ennesima svendita dell’Italia” – dice il senatore M5S Pietro Lorefice.
Faraone vede aria di “oscurantismo”
Va giù pesante con gli aggettivi Davide Faraone, vicepresidente di Italia viva in un post sociali “In realtà, è solo il faccia a faccia tra due sovranisti che condividono una visione comune: oscurantismo, protezionismo, egoismo”. E dato che si trova, mette in mezzo migranti e Orban: “Entrambi amano la propaganda, ammanettano i migranti davanti alle telecamere e strizzano l’occhio a modelli autoritari come quello di Orbán”.
Si affastellano le dichiarazioni più insensate con la ricerca dell’ironia, ma che non fa ridere nessuno: “Il ponte che voleva costruire Meloni con Trump sembra quello di Salvini sullo Stretto di Messina: un progetto irrealizzabile”. La battutona è di Peppe De Cristofaro, presidente del Gruppo Misto del Senato. “La Meloni si iscrive a tutti gli effetti alla corrente trumpiana che lavora per indebolire e rompere l’unità europea. Nessuna apertura concreta sul fronte commerciale, solo promesse. Come quella di venire in Italia”. Un altro che non legge e non si informa. La Casa Bianca ha confermato la visita di Trump con la presenza dell’Ue al summit. Si legga le dichiarazioni congiunte dell’incontro e avrà chiari i termini dell’incontro invece di sparare notizie non vere.
Magi: “Amichettismo sovranista”
Spunta il segretario di Più Europa Riccardo Magi che parla di “significato politico gonfiato”. “Il presidente americano esercita il potere con il bullismo, la menzogna e l’insulto. Sarebbe più prudente riconoscere che per il momento la diplomazia dell’amichettismo sovranista, messa in campo anche oggi con Vance, non porta risultati: se non una vaga promessa di disponibilità all’ascolto”. Un altro che si rifiuta di accettare la realtà- C’è invece il professorino Matteo Renzi che derubrica la missione del premier “Ordinaria amministrazione. C’è un po’ di provincialismo nel raccontarlo, sembrava che dovesse essere una svolta. Se volete una sintesi calcistica, vi dico che ieri è finita 0-0: non abbiamo preso goal ed è un bene per chi tifa per l’Italia, ma non abbiamo fatto goal”. Lo dice Matteo Renzi a Tagadà su La7. In realtà i goal sono due: l’incontro a roma e l’estensione alla Ue, come dichiarato da Vance. Senza contare che il goal fuori casa- a Washington- vale doppio. Renzi che è appassionato di calcio dovrebbe saperlo.