
Attacco di bile
“Giorgia Meloni dirà signorsì a Trump”, la stizza incontenibile di Bonelli per la missione della premier negli Usa
Il sabato in cui S&P promuove l'Italia deve avere portato la sinistra e il leader di Avs fuori giri e fuori senno. La strategia del premier in procinto di andare alla Casa Bianca è "benedetta" dai principali esponenti della politica europea ed economica. Il viaggio di Meloni sta provocando rodimenti di fegato notevoli...
Il sabato in cui S&P promuove l’Italia non porta un buon consiglio ad Angelo Bonelli. L’ultima sparata su Meloni da Trump giovedì prossimo è da incorniciare come sempre nell’album delle peggiori performance. Mentre la commissione europea, Politico, Weber, Confindustria, imprenditori lodano il ruolo di interlocuzione con gli Usa del premier Meloni, ecco che arriva lui, il leader di Avs a sproloquiare: “Nel suo viaggio a Washington, Giorgia Meloni dirà signorsì a Trump. Dirà “sì”: all’acquisto di gas americano, che costa molto; all’acquisto di armi statunitensi; all’importazione di carni piene di ormoni e di prodotti agricoli americani ricchi di pesticidi. Tanti “sì” che non vanno certo nella direzione dell’interesse nazionale e della tutela della salute e dell’ambiente”. Se abbia un suggeritore e sia farina del suo sacco non è dato sapere durante il convegno ‘La Grande Espulsione, basta tagli alla ricerca’ in corso a Roma.
Bonelli, il demagogo del sabato
Il premier andrà alla Casa Bianca in nome degli interessi europei, come anticipato in molti retroscena circa i dossier che porterà sul tavolo di Trump. Bonelli o non legge o non è informato o è un demagogo e basta. In quest’ultimo caso è facilmente confutabile. Il lavoro preparatorio del premier si sta concentrando in varie direzioni. A dispetto del vaniloquio della sinistra che sta perpetuando il disco rotto di una Meloni “impreparata” all’appuntamento, il presidente del Consiglio sta lavorando a più dossier. L’esecutivo starebbe concentrando il suo impegno – tra le altre cose- sull’eventuale attivazione di misure di salvaguardia da parte della Commissione Ue, in linea con le norme del Wto, per tutelare il mercato e la produzione interna dell’Unione europea”. Dunque Bonelli perde tempo e parla a vuoto quando dice che “la premier italiana dovrebbe sostenere e rivedere il sistema delle regole dall’Europa; e difendere davvero l’interesse del nostro Paese. Dovrebbe costruire una politica basata sull’autonomia energetica, per renderci realmente indipendenti, puntando sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, investendo nella ricerca, nell’università e nella sanità pubblica. In armi, invece, investiamo già fin troppo”, ha proseguito l’esponente di Avs il suo comizietto.
Bonelli: “Meloni dirà signorsì a Trump”
E’ evidente che non la dica tutta e che a fargli perdere il sonno è ben altro: “Invece, Meloni è in prima linea nel tentativo di cancellare il Green Deal europeo, una strategia fondamentale per combattere la crisi climatica e costruire un’economia sostenibile. È chiaro che per lei la transizione ecologica non è una priorità, ma un ostacolo da abbattere per favorire vecchi modelli economici inquinanti e dipendenti dalle lobby fossili”. Più che un ostacolo le follie del Green Deal costituiscono un macigno, un “auto-dazio” che soffocherà le imprese europee, se non verranno fermate o temperate o procrastinate. Di cosa parla, dunque, Bonelli? Poi deraglia completamente: “Meloni dovrebbe anche dire chiaramente a Trump che la sua scelta di imporre nuovi dazi è sbagliata; invitarlo a tornare sui suoi passi e lavorare per un clima internazionale più disteso. Le politiche di Trump stanno contribuendo a destabilizzare l’intero pianeta”. Decisamente una giornata cattiva. Si dà il caso che la prima reazine del premier fu quella di considerare “sbagliati” i dazi. E c’è da giurarci che lo ribadirà anche tenedo salda la via del dialogo.
Stizza sinistra
A sinistra invece, e dalle parti di Avs, la vogliono buttare in caciara. Il ruolo centrale di Meloni in questa fase non viene digerito, sta mandando in tilt lettralemente un’opposizione che mette da mesi un disco rotto senza portare uno straccio di proposta. Un’opposizione inconsistente e che si permette di mettersi in modalità sibilla cumana: ossia prevedere il futuro in una temperie commerciale e diplomatica molto complicata e in fieri di ora in ora. Allora, non rimane che inventare calambour e frasi a effetto, tipo: ” Meloni da Made in Italy a Made in Trump. Si appresta a incontrare un uomo politicamente instabile e pericoloso. Trump impone dazi, poi li toglie, poi li sospende. E ora la premier va a trattare con lui? A nome di chi? E soprattutto: cosa è pronta a svendere Meloni?” Frasi che si commentano da sole e danno il senso di una stizza incontenibile. Del resto svegliarsi con S&Poor’s che alza il rating e promuove l’Italia non deve essere stato un gran risveglio per Bonelli & Co…Il mal di fegato è dietro l’angolo.