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“Guerrina Piscaglia è viva”, secondo l’anagrafe. Ma dopo 11 anni il corpo non si trova e padre Graziano è in carcere

L'anniversario

“Guerrina Piscaglia è viva”, secondo l’anagrafe. Ma dopo 11 anni il corpo non si trova e padre Graziano è in carcere

Cronaca - di Monica Pucci - 26 Aprile 2025 alle 17:59

Guerrina Piscaglia per la burocrazia è ancora viva, ufficialmente manca il certificato di morte perchè il suo corpo non è mai stato ritrovato: e così il suo conto corrente non può essere toccato e trasferito in successione ai familiari. La donna è stata uccisa 11 anni fa da padre Graziano, secondo la giustizia, ma resta sospesa in un limbo anagrafico indefinito. La sentenza resa definitiva dalla Cassazione dice che Gratien Alabi ammazzò Guerrina l’1 maggio 2014, il giorno stesso della scomparsa a Cà Raffaello, nel comune di Badia Tedalda (Arezzo) quindi ne fece sparire il cadavere, e l’ex sacerdote congolese sconta per questo in carcere i 25 anni di reclusione della condanna. Ma il corpo della vittima non è stato mai ritrovato e questo è un aspetto che mantiene in sospeso certe questioni amministrative. I risparmi di Guerrina ad esempio restano bloccati.

Guerrina Piscaglia è morta ma non si trova il corpo

L’istituto di credito dove aveva aperto il conto bancario, non può che attenersi alle normative: ha chiesto ai familiari il certificato di morte che però non c’è. Guerrina è sparita dai radar dell’anagrafe nazionale (niente codice fiscale) ma nello stesso tempo manca un pezzo di carta che ne ufficializzi il decesso, come ha spiegato il “Corriere di Arezzo”.

All’epoca della sparizione, Guerrina Piscaglia aveva 49enne era sposata con Mirko Alessandrini ed era madre di Lorenzo. Uscì di casa per incontrarsi con il religioso di colore e sparì. Per sancire il decesso della donna sotto il profilo amministrativo, occorre un iter di legge che si chiama “dichiarazione di morte presunta” e che prevede tutta una serie di passaggi da compiere in tribunale. In assenza di un cadavere o di resti riconosciuti appartenenti alla donna, la rigida prassi che regola questioni anagrafiche e di stato civile non si accontenta infatti della conclusione del procedimento penale. La famiglia sta valutando il da farsi.

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