
La seconda direttrice
Il governo in pressing sull’Ue: «Basta dazi interni: sospendere subito Green deal e nuovi regolamenti»
Presentato il piano di intervento nazionale, con i 25 miliardi di sostegno alle imprese, Urso e Lollobrigida illustrano il binario europeo della strategia italiana. In attesa del terzo step: la visita di Meloni negli Usa
Una risposta «di testa, non di pancia», che sia una azione e non solo una reazione. È stato il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del Question time alla Camera, a ribadire che il governo è intenzionato a muoversi in maniera strategica di fronte alla crisi dei dazi, con un piano di lungo respiro che sia in grado di trasformare la crisi dei dazi in un’opportunità, come sottolineato dal premier nel corso dell’incontro di martedì con le categorie produttive. Vogliamo «dare una risposta strutturale alla sfida che il made in Italy deve affrontare», ha spiegato Urso, confermando l’intervento per la riprogrammazione di Pnrr e fondi di coesione per liberare 25 miliardi a sostegno delle aziende. Si tratta dell’azione a livello interno, che procede contestualmente con quella a livello europeo, ugualmente operativa, immediata e volta a fare in modo che anche Bruxelles risponda di testa, con una prospettiva che vada oltre l’emergenza.
Il governo in pressing sull’Europa: ora via i “dazi interni”
Nel giorno in cui la Commissione europea ha dato il via libera ai controdazi al 25%, pur confermando la volontà di dialogo con gli Usa, il governo italiano ha rilanciato ricordando all’Ue che molto c’è da mettere mano ai cosiddetti “dazi interni”, quella lunga lista di regolamenti, burocrazie, prescrizioni che sono il primo freno alla competitività delle aziende europee. Dopo averla illustrata da subito come linea strategica, il governo ha chiarito che anche su questo secondo binario c’è un cronoprogramma preciso. Anche la tempistica dell’annuncio non è casuale: la risposta arriva dopo aver raccolto tutti i dati e le informazioni necessarie a muoversi con la maggior cognizione di causa possibile, prima nel vertice della task force dei ministri più coinvolti e poi nell’incontro per ascoltare le categorie produttive.
Urso: «Chiederemo subito semplificazione e sospensione del Green deal»
«Chiederemo all’Europa di inserire da subito, nel nuovo pacchetto Omnibus, una moratoria regolatoria su direttive e regolamenti in fase di attuazione. E nel contempo, immediate misure di semplificazione e sburocratizzazione sospendendo anche le norme che soffocano le imprese e le regole folli del Green deal che hanno portato al collasso l’industria dell’auto europea, la più penalizzata da dazi americani», ha detto Urso. «Chiediamo l’immediata revisione del Cbam, l’introduzione del principio del “buy european” e di una quota degli appalti pubblici europei riservata alle industrie che producono nel nostro continente. Il nostro principio di fondo è zero dazi esterni e zero burocrazia interna», ha aggiunto Urso, invitando a «evitare risposte alla Tafazzi», come può essere l’idea di boicottare i prodotti Usa, che potrebbe provocare una nefasta reazione uguale e contraria.
Lollobrigida: «La visita di Meloni da Trump è motivo di speranza per l’Italia e l’Europa»
«Sui tavoli di Bruxelles siamo tornati nuovamente a sollevare una questione per noi prioritaria, vale a dire la necessità di rivedere alcune scelte politiche del recente passato, che a partire da alcune azioni previste nel Green Deal pesano sulle nostre imprese come macigni, anche questo certamente più dei dazi», ha ribadito il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, anche lui intervenendo al Question time, dove ha ricordato il terzo livello di intervento messo in campo dal governo: la visita di Giorgia Meloni da Trump, il 17 aprile, che è «un motivo di speranza in più per garantire gli interessi italiani e europei».