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Il murale per Stefano e Virgilio Mattei

52 anni dal rogo di Primavalle

Il murale per Stefano e Virgilio Mattei emoziona oltre il ricordo: racconta una storia che ora appartiene alla Nazione

L'opera, realizzata grazie al supporto della Regione Lazio, è stata inaugurata alla presenza delle massime istituzioni. Antonella Mattei: «È dedicata a tutti voi e ai giovani che si chiederanno chi erano i miei fratelli»

Politica - di Annamaria Gravino - 16 Aprile 2025 alle 18:25

Quello che si prova quando, percorrendo via Bernardo da Bibbiena a Primavalle, compare il murale che ritrae Stefano e Virgilio Mattei è «una grande emozione». L’espressione è stata ricorrente nelle conversazione dei tanti che si sono ritrovati per ricordare, come ogni 16 aprile, i due figli di Mario, il segretario della sezione locale del Msi, che morirono assassinati in questa data, 52 anni fa, nel rogo appiccato alla loro casa dai militanti di Potere operaio Achille Lollo, Manlio Grillo e Marino Clavo. «Stefano e Virgilio Mattei furono bruciati vivi nella loro casa. Due ragazzi innocenti, uccisi dalla furia ideologica e dall’odio politico», ha scritto sui propri social il premier Giorgia Meloni, postando la foto del murale e sottolineando che «ricordarli oggi non è solo un dovere morale: è un atto di giustizia verso la verità e verso la storia. Perché nulla si costruisce sull’odio. E perché certi orrori non devono accadere mai più. Non dimentichiamo».

Antonella Mattei: «Ai giovani dobbiamo dire che bisogna sempre rispettare la libertà di tutti»

Chi c’era alla cerimonia conosce la storia di questo orrore, lo strazio di una famiglia e di una comunità, la costernazione di non aver avuto giustizia, l’impegno per la memoria. Di tutto è partecipe. Come lo è del conforto di questa giornata. Ma il murale non è solo per loro, non è solo per la sorella Antonella, che con il figlio Federico e il supporto economico e burocratico della Regione Lazio ha reso possibile questo «ritorno a casa» dei fratelli Mattei.

Questo murale è «dedicato a tutti voi che ci avete dato la forza per andare avanti e arrivare a questo momento e per continuare a raccontare quello che è stato», ha detto Antonella Mattei nel suo intervento, visibilmente emozionata. Stefano e Virgilio «non hanno avuto giustizia, ma quegli anni sono passati, ora ci sono i giovani ed è anche per loro, è per tutti. Chi passerà da qui e vedrà il murale si domanderà chi sono. A loro si racconterà una storia, la storia di Stefano e Virgilio, non la politica. Si dirà che bisogna sempre avere rispetto, che bisogna riconoscere la libertà di tutti». Il murale è un «monito» su quanto lontano nell’abisso possa portare l’odio politico.

Tutte le istituzioni presenti all’inaugurazione del murale per Stefano e Virgilio Mattei

Il murale è stato realizzato dall’artista Massimiliano Carli, ha 48 anni, fa il tatuatore, è abituato ad altre superfici. Ma in due giorni e mezzo ha dato vita a un’opera grande 15 metri per 8 e carica di «emozione» anche per lui. Alla cerimonia di inaugurazione erano rappresentate tutte le massime istituzioni italiane e locali: c’erano il presidente del Senato Ignazio La Russa e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli; c’era il governo, con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti; c’era la Regione Lazio, che ha respo possibile l’opera, con il presidente Francesco Rocca, la vicepresidente Roberta Angelilli, l’assessore al Bilancio Giancarlo Righini, il consigliere di FdI Fabrizio Ghera; il Parlamento, oltre che con i sui vertici, era rappresentato anche dai senatori Marco Scurria e Andrea De Priamo e dai deputati Paolo Trancassini e Marco Perissa, nella doppia veste anche di esponenti romani di FdI.

La pacificazione. Oltre la giustizia negata

Antonella è una donna che ha attraversato le fiamme dell’inferno. Letteralmente, quando bambina di 9 anni si trovò una notte a scappare dalla casa in fiamme in cui dormiva con la sua famiglia, e metaforicamente, per lo strascico umano e sociale che quell’evento ebbe sulla sua vita. Chi ha avuto la fortuna di parlarci o di sentirla parlare sa che ha sempre percorso la via della pacificazione e che, fin quando era possibile sperare di averla, della giustizia. La giustizia non è mai arrivata, ma restano due obiettivi da perseguire: la pacificazione e la verità storica, così strettamente legate.

La Russa: «Il murale è la testimonianza che ora tutti possono avere questa memoria»

«Io c’ero, so come l’abbiamo vissuta. Erano ragazzi che non hanno voluta questa fine ma l’hanno avuta, ci hanno aiutato a superare periodi bui, sapendo che il loro sacrificio non poteva rimanere dimenticato», sono state le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, a margine della consegna della corona di Palazzo Madama, di fronte alla quale si è inginocchiato. «Questo murale è bellissimo ed è la testimonianza che non solo noi adesso, ma tutti possono avere questa memoria, per la pacificazione, per un sentimento che deve accomunare per tutti i ragazzi, qualunque idea avessero, che hanno dato la vita».

Rampelli: «Va conquistata la verità storica su quegli anni»

Della verità storica ha parlato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che ha portato l’omaggio di Montecitorio. Nel suo intervento ha usato un verbo preciso: la verità storica è da «conquistare». Lo si deve non solo a Stefano e Virgilio, ma alla Nazione: «Dobbiamo scoprire chi armò ragazzi di vent’anni, mettendoli gli uni contro gli altri», ha detto Rampelli, mettendo in guardia dall’ipocrisia di chi finge di non vedere che anche oggi ci sono pulsioni d’odio, che non attecchiscono solo perché «nessuno risponde a queste provocazioni».

Giuli: «La dea Giustizia non troverà pace, ma oggi trova conforto»

«Se la dea Giustizia potesse parlare ci direbbe che non ha trovato pace e che non la troverà mai, ma che ora trova il conforto di vederci qui come istituzioni e come comunità», ha detto il ministro Giuli, aggiungendo che «oggi centinaia di migliaia di italiani stanno rivolgendo un pensiero a ciò che è stato. Oggi noi qui siamo centinaia di migliaia di fratelli Mattei».

Rocca: «Un segnale per tutta la comunità nazionale, questa è l’emozione più grande»

«È una grande emozione, un impegno che avevamo preso con la famiglia e oggi, quando sono arrivato, davvero mi sono emozionato nel vedere questo murale meraviglioso. È proprio quel segno di pacificazione. Purtroppo ancora in parte non è completata questa cicatrizzazione di una ferita che è stata aperta per tanto tempo. Oggi vedere tutte le istituzioni ricordare il sacrificio dei fratelli Mattei è un segnale importante per tutta la comunità nazionale, questa è sicuramente la cosa più emozionante», ha detto Rocca, che per il murale ha voluto «dire grazie alla collaborazione di tutte le istituzioni, dell’Ater (rappresentato dal commissario straordinario, Orazio Campo, ndr), del presidente del municipio che si è speso».

La forza di mamma Anna nel ricordo del generale Cornacchia

Tra i tanti che hanno partecipato alla cerimonia c’era anche il  generale Antonio Federico Cornacchia, 93 anni di garbatissima risolutezza, arrivato da fuori Roma per portare la sua testimonianza e raccontare la forza di mamma Anna. Da giovanissimo carabiniere che abitava a due passi da casa Mattei, fu il primo ad arrivare sul posto, a misurarsi con quello scempio e a parlare con lei, a capire che quella donna sconvolta nell’ora più buia della sua vita poteva comunque fornire delle informazioni preziose per risalire agli assassini. La sua intuizione sulla tempra mai piegata di Anna trovò riscontro, portandolo alla scoperta nel covo di Lollo della cartina per la preparazione logistica dell’attentato. Non bastò: «Nonostante quello, nonostante la mia testimonianza al processo, fu giudicato che “non c’era la volontarietà”. Sono parole che fanno male a chi ha speso la sua vita al servizio della giustizia».

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di Annamaria Gravino - 16 Aprile 2025