
L'annuncio di Piantedosi
Il primo migrante irregolare è stato rispedito a casa: il centro in Albania entra a regime
“Primo rimpatrio dall’Albania di un cittadino straniero trattenuto nel Centro per il rimpatrio di Gjader. Le operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari proseguiranno anche nei prossimi giorni come previsto dalla strategia di Governo per una più efficace azione di contrasto all’immigrazione illegale”. Lo annuncia il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sul suo profilo X. In base a quanto si apprende, il cittadino rimpatriato sarebbe un cittadino del Bangladesh (inserito nella lista dei Paesi sicuri della Ue), di 42 anni arrivato in Italia nel 2009 ed espulso per pericolosità sociale. A suo carico vari precedenti tra cui un grave episodio di violenza domestica.
Un rimpatrio che arriva a distanza di tre giorni dalla diffusione della lista dei “Paesi di origine sicuri” a livello comunitario, cioè obbligatoriamente valido per tutti gli Stati membri – tra questi l’Egitto, la Tunisia e il Bangladesh. Una mossa che è stata accolta con “grande soddisfazione” dalla premier Giorgia Meloni.
L’elenco di questi sette Paesi sicuri per l’immigrazione limita significativamente le possibilità di asilo per i loro cittadini. L’elenco dell’Unione Europea comprende Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. L’elenco Ue è stato stilato in seguito a una proposta della Commissione europea, che ha proposto di concentrarsi su due elementi chiave del regolamento sulle procedure di asilo all’inizio del periodo, per aiutare gli Stati membri a elaborare in modo più rapido ed efficiente le domande di asilo di richiedenti le cui rivendicazioni potrebbero essere infondate. L’elenco dei paesi di origine sicuri dell’UE consente agli Stati membri di esaminare le domande di asilo presentate dai cittadini dei paesi presenti nell’elenco con una procedura accelerata, sulla base del fatto che è improbabile che le loro richieste abbiano esito positivo. Secondo Markus Lammert, portavoce della Commissione europea, l’idea alla base di questa lista è quella di accelerare l’elaborazione delle loro domande di asilo e, possibilmente, accelerare il loro rimpatrio.
Non è tutto. Anzi, semmai solo l’inizio. I 27 – se la proposta sarà approvata così com’è dal Consiglio e dal Parlamento Europeo, il che non è detto – potranno poi applicare “la procedura di frontiera” o “una procedura accelerata” alle persone provenienti da Paesi in cui, in media, viene concesso l’asilo nell’Ue al 20% o meno dei richiedenti.
La Commissione ritiene infine che i Paesi candidati all’Ue in linea di principio soddisfino i criteri per essere sicuri (vale anche per la Turchia). Un candidato verrebbe escluso solo nel caso di violenza indiscriminata in situazioni di conflitto (come in Ucraina), sanzioni adottate dal Consiglio o un tasso di riconoscimento dei richiedenti asilo superiore al 20% in tutta l’Ue.