
Prove di dialogo?
Il ramadan di Brindisi pare il campo largo: festa in parrocchia con Anpi, Arci e candidato Pd. E il vescovo ‘benedice’
Anpi, Arci, associazioni pro migranti e comunità islamica riuniti in parrocchia, alla presenza del vescovo di Brindisi: tutti insieme appassionatamente per festeggiare il Ramadan. Una conversione insospettabile, ma che era nell’aria da tempo e che seguono il trend di altre località italiane, da Torino a Prato, passando per Milano.
Le testimonianze social dal capoluogo pugliese confermano la quasi inossidabile saldatura di una parte del clero cattolico al mondo islamico, nel nome dell’accoglienza e del dialogo. I Vescovi non solo si fanno da parte e rinunciano al loro ruolo di testimoni per fare da spettatori, ma vanno oltre, offrendo gli spazi riservati finora alla comunità cattolica a quella islamica. Una rinuncia che fa scalpore, se si aggiunge che a questa saldatura si uniscono mondi fieramente anti-clericali come Anpi e Arci.
Non a caso la singolare riunione con tutto il mondo dell’associazionismo di sinistra, la Curia e le associazioni islamiche e dei migranti è stata segnalata per primo dal sito cattolico La Nuova Bussola quotidiana, che segnala altre singolarità. «A Brindisi il pranzo di chiusura del mese islamico è stato fatto nella parrocchia di San Carlo, ma ad invitare i cattolici è stata la comunità musulmana. E il vescovo si è fatto fotografare accanto all’imam locale, già candidato Pd alle elezioni. A riprova che l’islamismo è un progetto politico». «Infatti – scrive il sito cattolico – l’imam che ha partecipato al pasto domenicale, si scopre che è stato pure un candidato del Partito Democratico alle ultime elezioni amministrative del 2023».
A Brindisi, «dove nella Parrocchia San Carlo di Gesù è andato in scena l’evento più clamoroso di questa ultima tornata di “cattoislamismo”: il vescovo e l’imam, tutti assieme in parrocchia per festeggiare la fine del Ramadan e con loro pure l’Anpi e l’Arci. Che cosa c’entrino con questo evento l’associazione dei combattenti partigiani comunisti e la nota associazione ricreativa, sempre di derivazione comunista, è presto detto: ormai l’islamocomunismo si mescola volentieri ai buoni propositi del dialogo interreligioso dove a fare la figura dei gonzi sono sempre i cattolici».
Ramadan e dialogo religioso: quindi gli islamici festeggeranno la Pasqua?
«La festa di Ramadan organizzata dalla Comunità Africana – Brindisi e provincia APS ha avuto grande partecipazione, il mondo ha bisogno di unione e pace – scrive Drissa Konè, uno dei promotori dell’iniziativa – La parrocchia San Carlo Gesù ci ha ospitato con tantissimo entusiasmo, la disponibilità di Don Massimo è stata molto significativa. Il dialogo interreligioso tra il Vescovo Giovanni Intini e l’Imam Khaled Bouchelaghem è stato un messaggio di pace, conoscenza e fratellanza universale, continuiamo a stringere le mani in quanto esseri umani della stessa razza».
Belle parole che meriterebbero azioni conseguenti nelle comunità islamiche in Italia e nel mondo. A Pasqua, ad esempio, sarà interessante vedere se lo stesso Konè festeggerà la Pasqua e inviterà i fratelli musulmani a festeggiarla con i cristiani.
Sarà interessante, alla luce del dialogo, vedere come verranno accolti i festeggiamenti della Pasqua 2025 dalle comunità cristiane nei Paesi a maggioranza islamica. Magari in Bangladesh, alla luce dello spazio riservato dal vescovo di Prato alla comunità islamica bengalese. Finora, le testimonianze quotidiane riportate da Aiuto alla Chiesa che soffre, raccontano una storia molto diversa. Perché quello che noi chiamiamo “dialogo” per molti islamici viene letto come “sottomissione”.