
Il terzo round in Oman
Iran-Usa: a Roma passi in avanti nei negoziati sul nucleare. “Ora anche l’improbabile è possibile”
Dopo la tornata di negoziati svoltasi oggi a Roma, Iran e Stati Uniti proseguiranno le loro discussioni sul dossier nucleare il 26 aprile in Oman. A renderlo noto è stato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che ha parlato alla televisione di Stato iraniana.
Nei colloqui mediati dall’Oman, la diplomazia ha fatto passi avanti verso la possibilità di un accordo sul programma nucleare di Teheran, ma il cammino che ha davanti rimane tortuoso. Il capo delegazione iraniana, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, si è mostrato cauto, ma ha parlato di “progressi”. Non ci sono state da parte iraniana critiche nei confronti degli Stati Uniti, né si è parlato delle minacce militari statunitensi contro Teheran. Sembra superata anche la perplessità sulle dichiarazioni “contraddittorie” dell’amministrazione Trump in merito al programma nucleare iraniano.
“Credo che mercoledì inizieranno i negoziati tecnici a livello di esperti in Oman, e sabato prossimo ci incontreremo in Oman per rivedere i risultati del lavoro degli esperti e vedere quanto sono vicini ai principi di un accordo”, ha dichiarato Araghchi.
“È stato un buon incontro e posso dire che i negoziati stanno progredendo“, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, al termine del secondo round di colloqui indiretti con la delegazione Usa oggi a Roma. “Questa volta siamo riusciti a raggiungere una maggiore intesa su una serie di principi e obiettivi”, ha aggiunto parlando alla televisione iraniana.
Araghchi ha rivelato all’agenzia di stampa Tasnim che “gli americani non hanno sollevato alcuna questione non correlata al tema del nucleare”, nonostante ci fossero speculazioni – prima dei negoziati di Roma – circa un possibile tentativo della delegazione Usa di affrontare anche altri argomenti.
Tajani: auspico che i colloqui tra Usa e Iran possano imprimere una svolta ai negoziati
Le frizioni con cui le parti sono arrivate al tavolo negoziale alla residenza dell’ambasciatore dell’Oman a Roma riguardavano la modalità di svolgimento dei colloqui e il loro contenuto. Su entrambi i fronti si sono fatti passi avanti. Da oggi appare più definito il quadro su come proseguiranno i colloqui: si continuerà con la mediazione omanita e le delegazioni si vedranno a Muscat, che aveva già ospitato il primo round il 12 aprile scorso.
Nel corso dell’incontro avuto con il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso “l’auspicio che tali colloqui possano imprimere una decisa accelerazione ai contatti tra l’Amministrazione statunitense e il Governo iraniano per l’individuazione di una soluzione diplomatica necessaria per la stabilità del Medio Oriente”. Lo rende noto un comunicato della Farnesina aggiungendo che Tajani ha “confermato la disponibilità italiana ad agevolare il proseguo dei colloqui anche per le sessioni a livello tecnico”.
Nell’hotel romano del delegato Usa anche il ministro israeliano Dermer
Il ministro degli Esteri omanita, Badr Albusaidi, ha ringraziato in un post su X l’omologo iraniano Araghchi e l’inviato speciale americano Steve Witkoff per l'”approccio altamente costruttivo” mostrato nel secondo round di negoziati andato in scena a Roma. Secondo Albusaidi, i colloqui “stanno prendendo slancio” e ora “anche l’improbabile è possibile”.
Secondo l’Ap, il ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer, stretto consigliere del premier Benyamin Netanyahu, è stato visto a Roma nell’hotel in cui alloggia l’inviato speciale del presidente Trump per il Medio Oriente Steve Witkoff durante i colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran. Ap ha anche osservato che “non vi è alcuna indicazione che Dermer abbia partecipato ai colloqui’.
Il giorno prima, Dermer e il capo del Mossad David Barnea hanno incontrato Witkoff a Parigi, dove l’inviato di Trump aveva preso parte il giorno prima a colloqui sull’Ucraina. Oggi la Reuters ha riferito che alti funzionari americani e israeliani non escludono la possibilità che Israele attacchi direttamente gli impianti nucleari iraniani nei prossimi mesi, nonostante il presidente Usa preferisca in questo momento seguire la via diplomatica con Teheran. L’Iran ha risposto al report affermando di essere a conoscenza del piano di attacco israeliano che provocherà una “risposta dura e intransigente”.