
Clandestini da espellere
Italia-Albania, il governo non molla: in settimana nuovo trasferimento dalla Puglia negli hospot
Quarto viaggio, a bordo non i richiedenti asilo ma gli irregolari con decreto di espulsione. La nave partirà dalla Puglia con a bordo circa 40 persone. Solito copione della sinistra già sul piede di guerra
Il governo non molla sul protocollo Italia-Albania. La prossima settimana è previsto un nuovo trasferimento di migranti verso gli hotspot di Gjader e Shengjin. Si tratta della quarta operazione dopo lo stop deciso da varie ordinanze delle toghe militanti. Stavolta non saranno i richiedenti asilo provenienti dai Paesi sicuri e salvati dalle nostre navi militari, ma gli irregolari già presenti in Italia con un decreto di espulsione. Si tratta quindi di clandestini pronti per essere rimpatriati, a cui un giudice ha convalidato la permanenza in un Cpr, come previsto dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 marzo. Il governo auspica che questa volta i giudici di Roma non vanifichino il progetto non convalidando i trattenimenti.
Migranti, in settimana il trasferimento degli irregolari verso gli hospot in Albania
La nave militare con a bordo i migranti da espellere dovrebbe partire dalla Puglia, Al Viminale da giorni ed è in corso la selezione degli irregolari da destinare al Cpr di Gjader (che ha una capienza di 40 posti che sta per essere portata a 144). I clandestini potranno rimanere fino a 18 mesi nel Cpr di Gjader in attesa che l’espulsione si concretizzi. Con buona pace della sinistra e delle ong sul piede di guerra il rimpatrio dei clandestini dall’Albania è inserito a di fatto dalla normativa Ue che prevede l’utilizzo di “return hubs” extra Ue. Le sinistre, come da copione, promettono battaglia tanto che parlamentari e rappresentanti del Tavolo asilo ed immigrazione hanno in agenda un viaggio in Albania per monitorare «criteri e modalità dei trasferimenti», «condizioni di detenzione» e «rispetto dei diritti come tutela legale e accesso alle cure mediche».
Sinistre sul piede di guerra, si attende la decisione della Corte europea sui paesi sicuri
Lavori in corso nelle file del centrosinistra che puntano alla spallata sperando in un nuovo braccio di ferro tra Palazzo Chigi e toghe militanti che, con diverse ordinanze, si sono messe di traverso all’applicazione del protocollo Roma-Tirana congelando i decreti del governo. Ora l’ultima parola sul nodo dei paesi sicuri spetta alla Corte europea che si dovrebbe pronunciare nelle prossime settimane. A dispetto della narrazione delle opposizioni Bruxelles ha dimostrato in diverse occasioni di apprezzare il modello-Italia e di considerarlo un possibile esperimento apri pista da esportare in altri Paesi comunitari. I centri albanesi di Gjader e Shengjin, pienamente operativi, dunque entreranno concretamente in funzione con l’arrivo di una quarantina di clandestini con decreto di espulsioni proveniente dalla Puglia.