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Per la Cassazione “madre” e “padre” sulla carta d’identità è discriminatorio

La sentenza

La Cassazione come la sinistra woke: «Padre e madre è discriminatorio, sulla carta d’identità va scritto genitore»

Per i supremi giudici prevale il diritto delle «coppie dello stesso sesso che hanno fatto ricorso all'adozione in casi particolari». E Boldirni & co ci si fiondano

Cronaca - di Federica Parbuoni - 9 Aprile 2025 alle 14:24

Per la Cassazione la dicitura «padre» e «madre» sulla carta d’identità elettronica è «discriminatoria», perché «non rappresenta le coppie dello stesso sesso che hanno fatto ricorso all’adozione in casi particolari». Dunque, va cancellata a beneficio del ritorno al neutro «genitore». I supremi giudici, con una sentenza delle sezioni unite civili, hanno respinto il ricorso presentato dal ministero dell’Interno contro la decisione della Corte d’Appello di Roma di disapplicare il decreto del 31 gennaio 2019, con il quale l’allora ministro Matteo Salvini aveva ripristinato l’indicazione di padre e madre.

La Cassazione cancella padre e madre dalla carta d’identità: «Va scritto genitore»

A dare conto della sentenza è stato Il Sole 24 ore, ricordando che il caso che ha portato alla sentenza è quello di una coppia di due donne, in cui la partner della madre naturale aveva fatto ricorso alla step child adoption. Secondo i giudici del Tribunale di Roma il documento, valido per l’espatrio, doveva dare una «rappresentazione corrispondente allo stato civile del bambino» e alla sua «reale situazione familiare». Per piazzale Clodio, invece, il modello predisposto dal Viminale non rappresentava tutte «le legittime conformazioni dei nuclei familiari e dei correlati rapporti di filiazione». Un fatto che, per i giudici di Cassazione, è «irragionevole e discriminatorio».

Boldrini & co ci si fiondano

Neanche a dirlo, la sentenza ha subito eccitato gli eterni detrattori della famiglia naturale, per i quali “padre” e “madre” sembrano parole da cancellare e chi le difende è descritto alla stregua del peggior prevaricatore. Basti leggere la dichiarazione di Laura Boldrini per capire il tenore: «La Cassazione ha messo fine a una forma di bullismo di Stato perpetrata per anni da Salvini, che impose “padre” e “madre”, e da Meloni che ne ha fatto oggetto della sua propaganda politica», ha sostenuto la deputata Pd, parlando di «anni passati a seminare odio contro qualsiasi famiglia fosse differente da un presunto modello di “famiglia tradizionale» e «a rendere la vita impossibile a centinaia di bambini a cui lo Stato ha riconosciuto due mamme o due papà per il semplice gusto di farlo». Commenti entusiasti sono arrivati, anche, da Sinistra italiana e M5S, che come di consueto in questi casi hanno messo davanti i “diritti dei bambini”, fingendo di non sapere che il tema attiene tutto ai desideri degli adulti.

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di Federica Parbuoni - 9 Aprile 2025