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I festeggiamenti delle attiviste “For Women” dopo la sentenza della Corte suprema britannica

Stop alla sbornia gender

La Corte suprema britannica: «Le trans non sono legalmente donne. Vale il sesso biologico»

La sentenza chiarisce che le tutele femminili valgono solo per chi è biologicamente donna. I giudici: «Nessuna discriminazione, le persone transgender hanno le loro protezioni». Soddisfazione anche da JK Rowling

Esteri - di Sveva Ferri - 16 Aprile 2025 alle 16:44

I sessi sono due e solo chi è biologicamente donna può esserlo riconosciuta anche legalmente. Non basta percepirsi tale. È, in sintesi, quanto stabilito all’unanimità dalla Corte suprema britannica in un caso promosso dal gruppo scozzese For Women contro una decisione del governo di Edimburgo che aveva stabilito per le persone transgender le stesse protezioni garantite alle donne biologiche, sulla base di un Gender Recognition Certificate (Grc), un certificato di riconoscimento di genere.

Il governo laburista favorevole alla sentenza: «Porta chiarezza e fiducia»

La sentenza che sostanzialmente risponde alla straniante domanda “Cos’è una donna?”, inoculata nel dibattito dall’ideologia woke, è stata accolta con favore dal governo guidato dal laburista Keir Starmer. «Abbiamo sempre sostenuto la protezione degli spazi riservati a un solo sesso in base al sesso biologico», ha commentato un portavoce di Downing Street, citata da Sky News. «Questa sentenza porta chiarezza e fiducia, per le donne e per gli operatori di servizi come ospedali, centri di accoglienza e club sportivi», ha aggiunto il portavoce, assicurando che «gli spazi riservati a un solo sesso sono tutelati dalla legge e saranno sempre tutelati da questo governo».

La Corte suprema britannica: «Nessuna discriminazione, le persone trans hanno le loro tutele»

Nel dettaglio la sentenza ha stabilito la definizione legale di donna sulla base dell’Equality Act del 2010. I giudici Lord Hodge, Lord Reed, Lady Rose e Lady Simler hanno detto che la sentenza non deve essere interpretata come un trionfo di una parte o di un’altra e sottolineato che l’Equality Act già garantisce protezioni contro la discriminazione per le persone transgender.

Transfemminismo e pensiero woke: un asse contro le donne

La sentenza interviene su uno dei temi più delicati e scivolosi legati al gender: la compressione delle tutele delle donne biologiche a vantaggio di persone biologicamente uomini. Una parte del mondo femminista, il transfemminismo, sostiene che tra le due categorie non c’è differenza. Un’altra parte, quella che fa riferimento al femminismo tradizionale, ha sempre contrastato l’ideologia gender, difendendo le prerogative  prettamente femminili e le tutele specifiche che si portano dietro. Negli ultimi anni il transfemminismo ha assunto toni anche molto aggressivi, con un sostegno formidabile da parte del pensiero woke.

Gli attacchi a JK Rowling, che ora esulta

In questo ambito si sono consumati per esempio i feroci attacchi contro JK Rowling, la “mamma” di Harry Potter, accusata di essere una “terf”, acronimo di trans-exclusionary radical feminist (femminista radicale trans-escludente). Un marchio d’infamia in tempi di ubriacatura woke, al quale Rowling – che prima del successo è stata una madre single maltrattata e disoccupata – ha potuto resistere solo grazie all’eccezionale potere d’influenza ed economico conquistato con il suo lavoro.

Il ritorno del «senso comune»

La sentenza della Corte suprema «protegge i diritti delle donne e delle ragazze in tutto il Regno Unito», ha scritto Rowling sul suo profilo X, elogiando quanto fatto dalle femministe scozzesi di For Women Scotland. «Sono orgogliosa di voi», ha sottolineato la scrittrice, rivolgendosi all’associazione la cui battaglia in senso più ampio ha mirato a riaffermare la validità dell’interpretazione di «senso comune» di uomo e donna con il sesso che rimane «un immutabile stato biologico». «Il sesso è una realtà le donne possono sentirsi sicure sul fatto che servizi e spazi designati per le donne sono per le donne», ha commentato Susan Smith, fondatrice del gruppo. Secondo la deputata verde scozzese, Maggie Chapman, attivista per i diritti transgender, invece, la sentenza sarebbe «profondamente preoccupante per i diritti umani e un duro colpo per alcune delle persone più marginalizzate della nostra società».

Pro Vita & Famiglia: «Una sentenza che ribadisce l’infondatezza dell’approccio gender»

In Italia la sentenza è stata commentata da Pro Vita & Famiglia. «Si tratta di una sentenza che, oltre a tutelare le donne, ribadisce l’infondatezza dell’approccio gender secondo cui l’identità percepita prevale sui dati biologici oggettivi, innati e immodificabili dell’identità sessuata: essere uomini o donne è un fatto incontrovertibile», ha detto la portavoce della onlus, Maria Rachele Ruiu, un’altra donna cui negli anni non sono stati risparmiati attacchi feroci per aver sempre difeso lo specifico femminile.

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di Sveva Ferri - 16 Aprile 2025