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Monfalcone moschee abusive

Stop luoghi di culto fai da te

La mannaia del Consiglio di Stato sulle moschee abusive: Monfalcone vince la sua battaglia

La libertà religiosa non può essere al di sopra delle leggi: la massima corte amministrativa ribalta un precedente decisione del Tar del Friuli Venezia Giulia

Politica - di Angelica Orlandi - 4 Aprile 2025 alle 10:00

Il Consiglio di Stato ha dato ragione alla battaglia pluriennale della sindaca Cisint, ora eurodeputata. Nelle moschee «fai da te» non si potrà più pregare. E nessun edificio affittato o comprato per altri scopi potrà venir trasformato in un luogo di culto. Ribaltata una precedente del Tar del Friuli Venezia Giulia disponibile ad accogliere i ricorsi del Centro culturale islamico Darus Salaam di Monfalcone. La battaglia contro le moschee improvvisate e incontrollate ha dato i suoi frutti.

Moschee abusive, il Consiglio di Stato le vieta

“Abbiamo bloccato definitivamente le moschee irregolari con una decisione del Consiglio di Stato che fa la storia non solo per Monfalcone ma per tutta Italia. E segna un precedente fondamentale per tutto il Paese. Mai come ora si sono viste una serie di sentenze, inappellabili, che mettono al bando le moschee abusive camuffate da finiti centri culturali. Avevamo ragione noi e oggi lo conferma anche la massima corte amministrativa che rimarca come nessuno, neanche gli islamici radicali, possano essere al di sopra della legge”. Sono le parole della Cisint, che ricorda come ancora oggi stia pagando con minacce di morte le bsue prese di posizione. “Ma la verità è emersa: la libertà di culto non può diventare sopraffazione. Non puoi fare una moschea all’interno di locali destinati ad altro uso, punto e fine; come un artigiano non può aprire la sua attività in un locale urbanisticamente destinato ad altro. Lo dice il buon senso, lo dice la legge e ora lo conferma anche il Consiglio di Stato”.

Cisint: “La sentenza faccia storia per tutta Italia”

Il  contesto urbano di Monfalcone è stato completamente stravolto da un grande afflusso di lavoratori islamici provenienti dal Bangla Desh e da altri paesi musulmani. Il tessuto sociale e religioso ha subito molti contraccolpi trasformando gli italiani spesso in “ospiti” – come dichiarato dagli abitanti in molti servizi che in questi anni hanno documentato una progressiva islamizzazione. Confluita particolarmente nel settore dei luoghi di culto dove spesso  «centri culturali islamici» si sono ritenuti in diritto  di trasformare in moschee locali con altre licenze d’uso. La «guerra» tra la giunta guidata della sindaca Cisint e il centro Darus Salaam durava dall’15 novembre 2023. Da quando, dopo una serie di sopralluoghi compiuti dalla polizia locale, il Comune di Monfalcone emanò un’ordinanza che sanciva il «divieto di utilizzo dell’immobile come luogo di culto». Il Tar, come detto – bloccò l’ordinanza- con la seguente motivazione: la difesa della libertà di culto sancita dall’articolo 19 della Costituzione superava le violazioni accertate.

Basta moschee abusive, il consiglio di Stato sconfessa il Tar

Il Consiglio di Stato ha dato parere opposto, ricordando come «la stabile destinazione di un edificio a luogo di culto presenta un impatto sull’ordinato sviluppo dell’abitato. E deve quindi avvenire nel rispetto della disciplina urbanistica ed edilizia; in cui trovano composizione i vari interessi pubblici e privati che si rivolgono al territorio quale terminale delle attività umane». La libertà di culto è fondamentale, ma non puo stravolgere ordinamenti e vita del nucleo urbano in cui viene praticata.  «Avevamo ragione noi e oggi – aggiunge Cisint – lo conferma anche la massima corte amministrativa che rimarca come nessuno, neanche gli islamici radicali, possano essere al di sopra della legge».

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di Angelica Orlandi - 4 Aprile 2025