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La ‘raffinata’ analisi di Giannini il rosicone: “Tra Meloni e Trump c’è la stessa idea barbarica del mondo”

Lotta continua

La ‘raffinata’ analisi di Giannini il rosicone: “Tra Meloni e Trump c’è la stessa idea barbarica del mondo”

Politica - di Marta Lima - 19 Aprile 2025 alle 08:58

Il day after scatena gli istinti più triviali nei commentatori di sinistra usciti con le ossa rotta dal vertice tra Giorgia Meloni e Donald Trump, salutato dai giornali di tutto il mondo come un successo, almeno rispetto allo stallo attuale nel quale la Ue era precipitata nelle trattative con gli Usa sui dazi. Ripresosi dall’ondata di consensi, che Massimo Giannini ovviamente archivia alla voce “propaganda”, ascrivendo perfino la Cnn e il New York Times nel partito degli adulatori della premier italiana, l’editorialista di “Repubblica verga un pesante articolo in prima pagina nel quale, guarda caso, espone l’originale teoria dell’Italia succube degli americani. Il dubbio che lo abbia scritto sotto dettatura del suo mentore, l’afferratore di capelli filo-cinese, Romano Prodi, non è da scartare. I toni, però, sono cattedratici non solo con il governo, ma anche con l’opposizione. Tutti sbagliano, solo lui ha capito. E tra Meloni e Trump, è chiaro, ma solo a lui, c’è un feeling “barbarico”. Il rosicone oggi ha dato il meglio di sè.

Massimo Giannini e la sua analisi barbarica su Meloni e Trump

“C’è davvero “troppo zelo”, nella celebrazione estatica che la corte dei miracoli meloniani dedica all’incontro tra la Sorella d’Italia e l’Amico Amerikano. A sentire i cruciferi e turiferari in processione intorno a palazzo Chigi, è come se nello studio ovale Giorgia e Donald avessero rimesso magicamente in ordine le tessere di un mosaico planetario ormai saltato in aria. Certo, qualche eccesso uguale e contrario c’è anche nel campo avverso, dove già non mancano denigratori e disfattisti pronti a scommettere sul tanto peggio tanto meglio. Gli opposti estremismi, e i soliti provincialismi, deformano la realtà. I gazzettieri di regime lo fanno al rialzo, salutando anche stavolta la Sorella d’Italia come levatrice della storia, i masanielli di opposizione lo fanno al ribasso, denunciando l’ennesima Caporetto. La verità è nel mezzo…”.

In sintesi, la verità la possiede lui, l’amico del Cinese. “Successo mediatico, senz’altro. Ma sul piano politico — pescando nel vasto mare di parole che hanno allagato lo studio ovale — la rete resta vuota… È vuota sui dazi… è vuota sui rapporti Usa-Ue… è vuota sulla tregua in Ucraina… Compreremo più gas liquido dagli Usa, dopo averne già acquistato per 45 miliardi al triplo del prezzo di quello russo. E aumenteremo la spesa militare al 2% del Pil, anche se negli stessi minuti in cui la Sorella d’Italia lo annunciava a Washington, il ministro Giorgetti sbertucciava a Roma il collega Crosetto, avvertendolo che per caccia e cannoni non c’è un euro in cassa…”.

I nuovi barbari, da “Giuseppi” a “Georgia”

Scenari apocalittici a cui fa seguito una conclusione di alta raffinatezza politica: “La libera informazione e i centri del sapere da silenziare. Le forme di dissenso da reprimere. I diritti da limitare. Le minoranze da colpire. Al fondo, non c’è molta differenza tra la legge che esclude i figli delle unioni civili dai risarcimenti del ponte Morandi e la riforma di Orbán che abolisce le tutele costituzionali per la comunità Lgbtq. Tra un blitz sul decreto-sicurezza e l’arresto di studenti universitari critici con Israele. Tra le foto di clandestini imbarcati in catene sui cargo a El Paso e quelle dei migranti sbarcati in manette al cpr di Gjader. Tutto rientra nella stessa barbarie etico-politica praticata dal nuovo impero, di cui noi siamo fieramente provincia, guidata da vassalli felici o utili idioti. Ieri Giuseppi. Oggi Georgia”.

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di Marta Lima - 19 Aprile 2025