
Quando c'è la volontà politica
La sinistra “sciacalla” sulle liste d’attesa, ma viene sbugiardata: l’assessore Riboldi illustra il “modello Piemonte”
Il piano della Regione: "In poco più di 1 mese abbiamo recuperato 25.000 prestazioni arretrate, potenziando le visite e gli esami nelle ore serali e nelle giornate del sabato e della domenica. Alle illazioni si risponde con con il lavoro". Recuperare prestazioni arretrate è possibile: ecco come
La sinistra decide di “sciacallare” sulle liste d’attesa. Sarebbero, nella visione delle opposizioni, un fallimento. Lo fa a poche ore dall’incontro delicatissimo per il nostro Paese tra il premier e il presidente Trump ed è la segretaria Elly Schlein a dare il via alle dichiarazioni “copia e incolla”: “Dopo quasi un anno dal decreto fuffa di Giorgia Meloni, che avrebbe dovuto abolire le liste d’attesa, fatto a pochi giorni dalle elezioni europee, la situazione per la sanità pubblica è sempre più drammatica”. Francesco Boccia, capogruppo del Pd alla Camera, addirittura si rifà ad organi di stampa: “La lettura dei giornali di stamattina ci regala una verità che conosciamo da tempo: il fallimento del decreto liste d’attesa annunciato in pompa magna cinque giorni prima delle elezioni europee”. Sostiene che “concretamente quel provvedimento ha prodotto il nulla, lo zero, il vuoto pneumatico e ora il caos, con l’ipotesi di un Dpcm che attribuirebbe al governo poteri sostitutivi senza il via libera delle regioni”.
Pd al calor bianco sulle liste d’attesa
La sparata prosegue in modo delirante: “Siamo consapevoli delle difficoltà di Giorgia Meloni nell’affrontare una missione, quella a Washington, di cui lei nemmeno conosce le finalità e l’esito. Ma le diamo un consiglio: appena torna si occupi dei problemi del paese”. Strilla Debora Serracchiani: “È sempre colpa di qualcun altro: per Nordio se ci sono troppi detenuti in carcere è colpa dei magistrati; per Schillaci se il decreto liste d’attesa dopo 300 giorni non funziona, è colpa delle regioni. E, di grazia, quando questo governo inizierà ad assumersi le proprie evidenti responsabilità?». «Un anno di immobilismo dell’esecutivo», si accoda al coretto Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, in merito alla ipotesi di un nuovo dl “che esautorerebbe le regioni”.
L’assessore alla Sanità del Piemonte zittisce i gufi
La replica dell‘assessore alla Sanità della Regione Piemonte e Coordinatore Vicario Salute Conferenza delle Regioni, Federico Riboldi, mette le cose in chiaro e rispedisce le accuse al mittente di una sinistra parolaia e con zero proposte: «Sulle liste d’attesa rispondiamo alle dichiarazioni della segretaria del Pd Schlein con l’esempio concreto e con i numeri della Regione Piemonte. In poco più di 1 mese abbiamo recuperato 25.000 prestazioni arretrate, potenziando le visite e gli esami nelle ore serali e nelle giornate del sabato e della domenica. Questo grazie alla collaborazione delle aziende sanitarie e dei professionisti, medici ed infermieri in primis, che hanno aderito alla nostra richiesta di fare uno sforzo straordinario fino al 30 giugno. E’ la dimostrazione che se c’è la volontà di intervenire, si possono ottenere risultati superiori alle aspettative. Con buona pace di chi critica solo per partito preso. A queste parole rispondiamo, come sempre, con il lavoro e la serietà dell’azione del Governo Meloni». Alle illazioni si risponde con con il lavoro. Recuperare prestazioni arretrate è possibile. Straparlare non serve, occorre applicarsi.
La Conferenza Stato-Regioni
Domani 17 aprile ci sarà la Conferenza Stato-Regioni. Il governo potrebbe andare avanti con il decreto che striglia le Regioni inadempienti al rispetto dei tempi per visite ed esami; dall’altra parte ci sono le Regioni che vogliono difendere il loro operato. Per questo il Dpcm sui poteri sostitutivi in caso di ritardi mette ansia e fiato sul collo ai presidenti di Regione che sul tema sanitario non hanno innescato un circolo virtuoso.