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La strage di Monreale scatenata da futili motivi. Arrestato il 19enne Salvatore Calvaruso: “Ho fatto un macello”

Indagini sulla notte di sangue

La strage di Monreale scatenata da futili motivi. Arrestato il 19enne Salvatore Calvaruso: “Ho fatto un macello”

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 28 Aprile 2025 alle 11:55

Salvatore Calvaruso, il ragazzo palermitano 19enne fermato nella notte con l’accusa di avere ucciso a colpi di pistola tra giovani i Monreale (Palermo) al culmine di una rissa, si era presentato ieri mattina in caserma dicendo di avere subito il furto del proprio scooter. Secondo la Procura di Palermo che sta indagando sul triplice omicidio si sarebbe trattato di un metodo per sviare le indagini. Successivamente il giovane è stato identificato grazie alle telecamere di videosorveglianza e nella notte il pm Felice De Benedittis ha firmato il decreto di fermo, che passerà al vaglio del gip di Palermo per la convalida del provvedimento. Oltretutto, il 19enne è è accusato anche di strage perché, secondo il pm «sparando molteplici colpi, ad altezza d’uomo, in un tratto di strada molto affollato ha indubbiamente messo a repentaglio l’incolumità pubblica».

Inizialmente Calvaruso, parlando con i carabinieri, ha confessato di aver sparato e in seguito davanti al pm, alla presenza del suo legale, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Per giunta, il ragazzo ha spiegato che nel corso della lite «che ha dato origine alla sparatoria», questi «avesse perso i propri occhiali, nella zona in cui sono avvenuti i fatti». In quel luogo gli agenti li hanno trovati, «perfettamente corrispondenti a quelli indossati e utilizzati da Calvaruso come risulta da una fotografia estrapolata dai social». Per il pm questo è «un elemento oggettivo individualizzante che consente di potere ragionevolmente stabilire la presenza dell’indagato sul luogo».

Sangue a Monreale, il rapporto del pm e la testimonianza dell’amico del 19enne

«Le dichiarazioni autoaccusatorie rese dall’indagato appaiono pienamente riscontrate dal contenuto dei filmati di videosorveglianza, acquisiti dagli esercizi commerciali posti nella zona attigua a quella in cui si sono verificati i fatti». E’ quanto scritto dal pubblico ministero nel provvedimento di fermo di Salvatore Calvaruso e secondo il rapporto, il giovane avrebbe abbandonato il cellulare «in quanto contenente verosimilmente elementi che avrebbero potuto compromettere la sua posizione, in caso fosse finito in possesso dell’autorità giudiziaria».

«Di assoluta rilevanza sono le dichiarazioni di un altro testimone», ha evidenziato ancora il pm : si tratta di un amico del 19enne indagato, che ha riferito agli investigatori di avere prestato sabato notte il suo scooter a Calvaruso e aiutando i carabinieri nell’identificazione del soggetto. «All’una e mezza si è presentato a casa mia dicendo che dovevo denunciare il furto della moto in quanto aveva combinato un macello, sparando e uccidendo due persone», ha raccontato il testimone. Il terzo giovane coinvolto nella sparatoria è morto proprio ieri mattina in ospedale.

L’accusa di strage per Salvatore Calvaruso

Per il pm Felice De Benedittis «è stato solo un caso che le persone attinte dai proiettili siano state solo cinque, di cui tre mortalmente, e non si siano prodotte invece più vittime». L’urgenza di emettere il provvedimento di fermo deriverebbe dal fatto che l’indagato possa scappare: «Calvaruso, che inizialmente aveva deciso di collaborare con l’autorità inquirente rendendo dichiarazioni spontanee e ammettendo la proprie responsabilità, successivamente, sottoposto a interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere – si legge nel dossier – sicché appare estremamente probabile che l’indagato, valutando le gravose conseguenze, in termini di eventuale pena, dell’accertamento delle condotte per cui si procede, consapevole di essere sottoposto ad indagini e del fatto che le stesse siano in procinto di accertare definitivamente le proprie responsabilità, possa darsi alla fuga, facendo perdere le proprie tracce, qualora restasse in libertà».

Intanto, l’inchiesta della Procura di Palermo non si ferma: i magistrati, guidati dal Procuratore Maurizio de Lucia, sono a caccia dei complici di Calvaruso e si tratterebbe di almeno tre o quattro ragazzi che avrebbero partecipato alla sparatoria. Secondo il report del pm sono stati sparati almeno venti colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica, davanti al bar 365 di Monreale, a due passi dal Duomo. In base alle testimonianze raccolte dagli inquirenti, la rissa sfociata nella sparatoria sarebbe stata scatenata da un gruppo di giovani palermitani contro coetanei di Monreale.

Le dinamiche accertate dal pm

«Intorno all’una e trenta del 27 aprile – si legge ancora nel provvedimento di fermo – si è scatenata una furiosa aggressione, verosimilmente scatenata da futili motivi, da parte di un gruppo (di 5 elementi) di ragazzi palermitani nei confronti di alcuni ragazzi del posto». «A un certo punto, nel corso della confusione scatenatasi, almeno due elementi facenti parte del gruppo palermitano, utilizzando le rivoltelle in loro possesso, ha aperto il fuoco scaricando oltre 20 colpi di pistola sulla folla di 100 persone che affollava l’area in quel momento».

 

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di Gabriele Caramelli - 28 Aprile 2025