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Malachia Nostradamus

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Le profezie di Nostradamus e Malachia sul futuro papa: tra Parolin, Zuppi e Pizzaballa (che il 21 aprile ha compiuto 60 anni)

Cronaca - di Carlo Marini - 22 Aprile 2025 alle 18:05

A Roma i superstiziosi hanno intanto già iniziato a fare gli scongiuri. Tanto l’Arcivescovo e Santo irlandese del XII secolo Malachia, da sempre venerato come veggente, che il famoso indovino francese del 1500 Nostradamus, hanno previsto l’elezione di un Pontefice romano, che in particolare Malachia definisce “Petrus romanus” ma che però prevede sarà l’ultimo Papa.

Nello specifico, secondo una raccolta di Michel de Nostredame, noto come Nostradamus, pubblicata nel 1555, “per la morte di un Pontefice molto vecchio sarà eletto un romano di buona età. Di lui si dirà che indebolisce la sua sede ma a lungo siederà e in attività mordace”. Molti studiosi hanno collegato la figura di Papa Francesco a quella del “Pontefice molto vecchio” e ad un papa di Roma il possibile successore, un Papa che sarà legato profondamente a Roma per nascita, carriera ecclesiastica e spiritualità. Questo allontanerebbe l’ipotesi di vedere finalmente salire a capo del Vaticano un cardinale dalla “fine del mondo” come Bergoglio. Ma anche il famoso “papa nero” che è stato spesso evocato alla vigilia di ogni Conclave.

La leggenda attribuisce la profezia a San Malachia, un arcivescovo irlandese vissuto nel XII secolo, noto per la sua devozione e per episodi di visioni mistiche. Secondo il racconto più diffuso, durante un viaggio a Roma nel 1139, Malachia avrebbe avuto una rivelazione divina in cui gli venivano mostrati i futuri Papi, ognuno accompagnato da un motto descrittivo. L’elenco sarebbe stato poi consegnato a Papa Innocenzo II e dimenticato negli archivi vaticani per secoli, fino alla sua pubblicazione nel 1595 a opera del monaco benedettino Arnold de Wyon.

Le frasi di Malachia sul prossimo papa

Il testo si compone di 112 brevi frasi in latino, ognuna riferita a un Papa. Alcuni motti sono chiari riferimenti a stemmi araldici o origini geografiche, mentre altri risultano più criptici. Ad esempio:

“Ex castro Tiberis” (Dal castello del Tevere) – interpretato come un riferimento a Celestino II (1143-1144), nato nei pressi del fiume Tevere.
“Pastor angelicus” (Pastore angelico) – attribuito a Pio XII (1939-1958), un Papa dalla forte spiritualità.
“De labore solis” (Dal lavoro del sole) – associato a Giovanni Paolo II (1978-2005), nato durante un’eclissi solare.

Secondo l’elenco, il 112° Papa è descritto con il motto “Petrus Romanus”, il quale, secondo l’interpretazione più diffusa, guiderà la Chiesa durante un periodo di grandi tribolazioni prima della sua rovina definitiva.

Molti sostenitori della profezia hanno cercato di collegare i motti ai Papi più recenti. Ad esempio, Benedetto XVI (Papa n. 111) era identificato con “Gloria olivae”, un motto interpretato come un riferimento ai Benedettini o a un simbolismo di pace. L’attuale Papa Francesco non viene esplicitamente nominato, anche se in teoria sarebbe il 112, poiché il suo predecessore non è morto in carica, ma il suo pontificato è stato comunque collegato alla previsione finale.

I due vaticini paralleli convergono sui nomi del cardinale Pietro Parolin, al quale potrebbe riferirsi il Petrus di Malachia, e del cardinale romano di Trastevere Matteo Zuppi che evoca la quartina di Nostradamus. Considerato uno degli esponenti vaticani più saggi, Parolin ha una lunga esperienza diplomatica conoscitore di tutti i dossier vaticani, dalle relazioni con la Cina alle mediazioni nei conflitti internazionali e come Segretario di Stato ha avuto modo di conoscere personalmente tutti i Cardinali.

Zuppi il romano della profezia di Nostradamus

Pronipote del Cardinale Carlo Confalonieri, l’attuale Presidente della Conferenza Episcopale Zuppi, é da sempre come esponente della Comunità di Sant’Egidio uno dei protagonisti dell’ala più progressista del Collegio Cardinalizio. Fautore della Chiesa sinodale, più inclusiva e aperta al nuovo. L’eventuale divisione sui loro nomi può favorire la convergenza su un’altro candidato africano o asiatico.

Pizzaballa ha nel nome Pietro ed è “di buona età”

Ma si chiama con un nome composto del nome “Pietro” della profezia anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa, francescano bergamasco, patriarca latino di Gerusalemme, che proprio nel giorno della morte del Papa ha compiuto 60 anni. Pizzaballa, che parla correttamente ebraico e arabo, è ritenuto da molti come un “Papa delle periferie geografiche e spirituali”, perfettamente in linea con l’impostazione data da Papa Francesco. Considerato mite ma deciso, ha dimostrato nel tempo una straordinaria capacità pastorale, diplomatica e interreligiosa, pur restando poco legato ai giochi di potere della Curia romana. Le profezie di Nostradamus e Malachia continuano a tenere banco, anche se per i credenti, al Conclave in programma a maggio non saranno gli indovini a indicare il futuro Papa, ma lo Spirito Santo.

 

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di Carlo Marini - 22 Aprile 2025