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“L’impermeabile di Kabul” di Tonino Bettanini: l’intelligence occidentale schiaccia il fondamentalismo talebano

Il libro

“L’impermeabile di Kabul” di Tonino Bettanini: l’intelligence occidentale schiaccia il fondamentalismo talebano

Cultura - di Gabriele Caramelli - 27 Aprile 2025 alle 07:00

Brando Costa, consigliere del ministro degli Esteri italiano, si ritrova a Kabul per una missione di salvataggio: l’uomo dovrà riportare a casa l’attivista Matteo Orlando e il professor Gianmarco Ferrari, prima del ritorno dei talebani nella capitale afghana. No, non è l’incipit di un articolo di cronaca estera, ma l’inizio di un romanzo intitolato “L’impermeabile di Kabul” dell’ex consigliere della Farnesina Antonio “Tonino” Bettanini. Brando Costa, il protagonista del libro, riuscirà a portare a termine la sua missione anche se rimarrà disperso con Orlando, dimostrando ai talebani che la preparazione dell’intelligence occidentale è nettamente superiore alla brutalità dei fondamentalisti islamici, troppo rozzi nel contatto umano e inesperti sulla diplomazia. Nel racconto, l’Italia svolge un ruolo rilevante, affiancata dagli Usa e dalle Nazioni unite che intervengono in suo supporto negli scenari più complessi.

Nonostante l’Afghanistan sia stato abbandonato dalle forze occidentali dopo vent’anni senza risultati positivi dal punto di vista bellico, secondo Bettanini l’approccio etico del mondo libero risulta comunque essere il migliore verso la popolazione afghana, che adesso deve fare i conti con la repressione spietata dei talebani, privi di sentimenti e devoti esclusivamente alla causa islamista.

L’intelligence occidentale vince sul fondamentalismo talebano: è una questione culturale

Nel libro di Bettanini, l’intelligence italiana e occidentale riesce sempre ad ottenere ottimi risultati nella liberazione dei ricercati e degli ostaggi, usando tecniche di recupero studiate a tavolino che i talebani non riescono mai ad arginare, soprattutto perché non conoscono gli obiettivi principali dei loro avversari. L’autore sottolinea come la preoccupazione dei fondamentalisti sia l’acquisto di armi attraverso il baratto dei beni culturali afghani contenuti nei musei e le risorse del territorio, visti solamente come asset economici da prosciugare per portare avanti la guerra e inutili sotto ogni altro punto di vista.

Al contrario, le forze occidentali dimostrano di essere sensibili al tema delle risorse afghane sperperate dai fondamentalisti, studiando le mosse prevedibili del proprio nemico e riuscendo a scardinarle senza utilizzare necessariamente le armi: le doti diplomatiche, il travestimento e lo “spionaggio” sono un connubio fondamentale per l’intelligence occidentale, che riesce a raggiungere i propri obiettivi con cautela, strategie e tattiche mirate, salvando anche la vita dei civili innocenti. “L’impermeabile di Kabul” di Bettanini dimostra che la ferocia non ha mai la meglio sull’astuzia, specialmente se la prima è il prodotto dell’ignoranza e di una fede cieca.

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di Gabriele Caramelli - 27 Aprile 2025