
La diplomazia di Giorgia
L’incontro Trump-Zelensky, passa da Roma la via della pace. Meloni la regista: “Significato enorme”
Un incontro storico e una "regia" silenziosa ma determinante: quella della presidente del Consiglio. La capacità di mediare: pure in una giornata di lutto mondiale è riuscita a tenere le fila di numerosi incontri, riuscendo a dimostrare che le due sponde dell'Atlantico possono intendersi. Nel segno di Papa Francesco
«Vedere Donald Trump e Volodymyr Zelensky che parlano sulla pace al funerale del “Papa della pace” ha un significato enorme». Con queste parole il premier Giorgia Meloni ha commentato quella foto storica che immortala il presidente Usa e il presidente ucraino: la prima volta di due capi di Stato nella Basilica di San Pietro, seduti l’uno di fronte all’altro. Un messaggio potente, una quindicina di minuti nel segno di un cammino di pace come voleva papa Francesco. Da Roma, dal cuore della capitale del Cattolicesimo, si proietta una luce positiva sulle prospettive di dialogo con la Russia per un possibile cessate il fuoco. Un incontro storico e una “regia” silenziosa ma determinante: quella della presidente del Consiglio Meloni. Non ha mai perso il filo, è rimasta sempre in contatto con Trump e ha concordato con lui tutte le mosse e gli incontri. La centralità del governo Meloni si è rivelata ancora una volta in questa giornata fondamentale per il proseguimento delle interlocuzioni internazionali. Immagini plastiche che stroncano la narrazione (o le speranze) di chi in Europa “tifava” per la tensione tra Ue e Stati Uniti. E contraddice chi non credeva che la solidità dei rapporti tra il premier e Trump potesse portare qualcosa di buono sulla via della pace.
Trump- Zelensky, foto storica, la regia di Meloni
E invece molto di buono è racchiuso in questa giornata nel segno di Papa Francesco. Giorgia Meloni pur in ore di lutto mondiale è riuscita a tenere le fila di numerosi incontri tra i big mondiali. E se con Donald Trump si sono scambiati qualche parola, attraversando insieme il colonnato della Basilica di San Pietro; Volodymyr Zelensky è stato invece ricevuto a Palazzo Chigi. Nel corso del colloquio i leader “hanno ribadito il sostegno agli sforzi del Presidente Trump per il raggiungimento di una pace giusta e duratura; capace di garantire un futuro di sicurezza, sovranità e libertà all’Ucraina”. Non solo, il presidente ucraino ha avuto un breve colloquio anche con Ursula von der Leyen, subito dopo il faccia a faccia con Trump. E la presidente della Commissione europea ha postato su X una foto che la ritrae mentre stringe la mano a Donald Trump. Una triangolazione perfetta. Il presidente della Commissione europea e Meloni hanno poi discusso brevemente di questioni europee, con la promessa di approfondire i temi in un incontro futuro.
Meloni-Zelensky: “Sostegno agli sforzi di Trump per la pace”
Le immagini rimarranno negli annali della diplomazia. Dimostrano che far riallacciare i rapporti alle due sponde dell’Atlantico – obiettivo in cui Meloni ha sempre creduto – è possibile quando ci sono volontà e capacità politica. Tutto il resto sono chiacchiere. Come quelle di Macron. Che in questa giornata particolare è riuscito a lasciare un segno negativo. Voleva “imbucarsi” nello storico incontro a due Trump-Zelensky, con la comparsa di una terza sedia, che poi scompare quando il presidente Usa fa segno eloquente al presidente francese che in quel momento era bene che rimanesse da solo con il presidente ucraino.
Così, mentre il cardinale Giovanni Battista Re scandiva l’omelia per Papa Francesco, si percepiva un contrappunto positivo: un clima propizio per quelle prove di concordia tanto auspicate in vita dal pontefice ma che il mondo non aveva voluto o potuto recepire. Nel giorno dell’addio definitivo i grandi della Terra ritrovano la via del dialogo, cercando di ricucire gli strappi. La capacità dell’Italia di mediare. Una dimostrazione plastica, questa, della diplomazia di cui la leader di Fratelli d’Italia è capace. Senza protagonismi inutili, le immagini parlano da sole.