
Il negoziato sul nucleare
L’Italia centrale anche nelle trattativa tra Usa e Iran: confermato a Roma il secondo round di colloqui
Nella Capitale sono attesi l'inviato Usa Steve Witkoff, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il ministro degli Esteri omanita Badr Albusaidi. Il ministro Tajani avrà incontri separati con tutti
Sarà Roma la sede del nuovo round di colloqui sul nucleare tra Iran e Usa. Il vertice è atteso per sabato. La notizia è stata confermata da Teheran attraverso la tv di Stato, dopo che un paio di giorni fa sembrava che invece dovessero tenersi nuovamente in Oman. «I colloqui saranno condotti dal ministero degli Esteri dell’Oman», ha reso noto l’emittente, indicando data e luogo dell’incontro. In Italia un riscontro in questo senso è stato fornito dall’agenzia di stampa Adnkronos, citando fonti vicine al dossier.
A Roma il secondo round di colloqui tra Usa e Iran sul nucleare
Nella capitale sono attesi l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il ministro degli Esteri omanita, Badr Albusaidi, cui spetta la mediazione nei colloqui indiretti tra Washington e Teheran. Un ruolo di primo piano lo avrà anche la nostra diplomazia: oltre a ospitare i colloqui, Roma sarà impegnata con l’azione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Secondo quanto trapelato, il titolare della Farnesina dovrebbe avere incontri separati con tutti e tre i rappresentati dei governi coinvolti. Sempre sabato, inoltre, dovrebbe avere un colloquio telefonico con Rafael Grossi, il direttore generale dell’Aiea oggi a Teheran.
Il retroscena: l’amministrazione Trump divisa tra dialoganti e falchi
Secondo Axios, l’amministrazione Trump sarebbe divisa tra chi sostiene il dialogo con Teheran e chi, invece, ritiene che sarebbe meglio colpire militarmente o sostenere un eventuale attacco israeliano. Al primo fronte apparterrebbero il vice presidente JD Vance, che nel giorno del round sarà a Roma in visita con la famiglia e il giorno prima incontrerà il premier, l’inviato Steve Witkoff e il segretario alla Difesa Pete Hegseth. «La politica sull’Iran non è molto chiara, soprattutto perché è ancora in fase di definizione. È complicata perché si tratta di una questione molto pesante dal punto di vista politico», ha dichiarato ad Axios un funzionario statunitense a conoscenza delle discussioni interne. «Ci sono approcci diversi, ma le persone non si urlano addosso», ha precisato.
Il presidente iraniano: «I negoziati procedono in modo regolare»
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, in dichiarazioni riportate dall’agenzia iraniana Mehr, ha detto che «i negoziati procedono in modo regolare» e «saremmo lieti se si arrivasse a un accordo», precisando che «intanto vengono portati avanti gli affari interni e in nessun caso, neanche per un secondo, vengono rimandati a causa di queste questioni». Su X il portavoce del ministro degli Esteri, Esmail Baqaei, ha scritto che «nel calcio, spostare la linea di porta è un fallo tattico e un atto scorretto». «In diplomazia – ha aggiunto – qualsiasi cambiamento di questo genere, sostenuto da falchi che non riescono ad afferrare la logica, l’arte della trattativa di buon senso, rischia semplicemente di far sì che qualsiasi apertura vada a rotoli. Potrebbe essere percepito come mancanza di serietà, per non parlare di buona fede. Siamo ancora in modalità test».
Il ministro degli Esteri di Teheran vola a Mosca
Araghchi oggi, in risposta a Witkoff che ne aveva chiesto l’interruzione, ha sostenuto che l’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, nell’ambito del programma nucleare di Teheran, è «non negoziabile». Il ministro degli Esteri iraniano è atteso domani aMosca per colloqui «con funzionari russi di alto grado», ha fatto sapere l’ambasciatore iraniano in Russia Kazem Jalali, . In agenda, secondo il diplomatico, «le relazioni bilaterali, la cooperazione nella regione e l’impegno a livello internazionale». Durante la visita è atteso un incontro con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Araghchi, inoltre, ha anticipato che la missione servirà a recapitare a Vladimir Putin un messaggio scritto della Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei.