
L'intervento
L’odio online contro le donne in politica: un attacco alla democrazia
Chi disprezza la partecipazione femminile alla politica – qualsiasi sia il suo orientamento – non sarà mai dalla parte giusta della Storia
C’è una linea sottile – ma netta – che separa il dissenso dal disprezzo. Una linea che ogni giorno viene oltrepassata da chi, nascosto dietro l’anonimato di un profilo social, abbandona il confronto civile per sfogare rabbia e frustrazione con insulti e volgarità. Non parlo delle critiche politiche, che sono legittime e fanno parte del dibattito democratico. Parlo di odio. Di attacchi personali. Di violenza verbale gratuita. E, soprattutto, di sessismo. Chi fa politica – e chi lo fa come donna – conosce bene questa dinamica. Ogni giorno, sotto ogni contenuto pubblicato, anche quando si parla di temi cruciali come il lavoro, le riforme o il futuro del Paese, arrivano commenti che nulla hanno a che fare con la politica o le idee. Sono attacchi che colpiscono la persona, il genere, la dignità.
Non è dissenso, è squallore
Il problema è culturale, prima ancora che politico. È l’espressione di una mentalità che non accetta che le donne oggi non solo partecipino alla vita pubblica, ma la guidino. E lo facciano anche – e soprattutto – in partiti come Fratelli d’Italia, dove abbiamo l’onore e la responsabilità di avere alla guida del governo la prima donna Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica. Quello che si riversa contro le donne in politica non è solo odio personale: è un tentativo di delegittimazione sistematica. È il riflesso di un pregiudizio antico, secondo cui lo spazio del potere, della parola, della decisione spetta ancora agli uomini – o a donne che accettano di rimanere in secondo piano. A chi crede di intimidirci con l’insulto, rispondiamo con il lavoro. Con la determinazione. Con l’esempio. Non è più tempo di silenzi né di pazienza. Tacere significherebbe legittimare questo clima. E io non ho alcuna intenzione di farlo.
Ogni giorno, la mia attività sui social media è costantemente bersagliata da un flusso inarrestabile di commenti che vanno ben oltre la critica politica o il legittimo dissenso. Sotto ogni post, anche quelli dedicati a temi cruciali come il lavoro, le riforme e il futuro del nostro Paese, si annida una cloaca di odio crudo, ignoranza inqualificabile e volgarità. Una vera e propria competizione al commento più becero, alimentata da una rabbia gratuita che non ha nulla a che vedere con il confronto democratico. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: questo non è dissenso, è squallore. È l’espressione sterile di chi, vigliaccamente nascosto dietro lo schermo di un computer o di un cellulare, pensa di poter demolire una donna unicamente perché non riesce a sopportare la realtà di un mondo in cui le donne hanno voce, prendono decisioni e guidano.
Sessismo è attacco alla democrazia
Questo problema affonda le sue radici in un terreno culturale ben più vasto della politica. Il sessismo non guarda al colore della bandiera; serpeggia subdolo e colpisce dove pensa di poter ferire. Ma chi pensa di intimorirci con questi attacchi si sbaglia di grosso. Al contrario, queste manifestazioni di odio becero non fanno altro che rafforzarci nella convinzione di essere sulla strada giusta. Dimostrano, con la loro virulenza, che stiamo toccando nervi scoperti, che stiamo facendo paura a chi, fino ad ora, ha vissuto nella convinzione che lo spazio pubblico fosse un’esclusiva maschile, o di determinate categorie di uomini e donne.
Non intendo arretrare di un solo passo. A chi tenta di zittirci con l’insulto e con il disprezzo, continuerò a rispondere con la serietà del mio lavoro, con la forza delle idee e con la serietà che questo ruolo richiede. Perché chi insulta le donne che partecipano attivamente alla vita politica di questa Nazione non disprezza solamente noi: disprezza la democrazia stessa. E chi disprezza la partecipazione femminile alla politica – qualsiasi sia il suo orientamento – non sarà mai dalla parte giusta della Storia.
*Deputata di Fratelli d’Italia