
La mossa del Cremlino
L’Ucraina replica alla tregua di Putin: «Propone 30 ore, ma non risponde su quella di 30 giorni. Non ci fidiamo»
Kiev è diffidente sull'annuncio di Mosca e ricorda i precedenti. Tajani: «Ogni segnale è importante, ma non è chiaro come la Russia rispetterà una breve tregua, mentre deve decidersi a interrompere definitivamente questa guerra che ha iniziato»
Trenta ore di tregua, dalle 18 di sabato santo alla mezzanotte di Pasquetta. Con una mossa a sorpresa, Vladimir Putin ha ordinato ieri un breve cessate il fuoco con effetto pressoché immediato, rivendicandolo come gesto umanitario alla vigilia della Pasqua ortodossa. L’annuncio del Cremlino, soprattutto, però, arriva all’indomani dell’ultimatum con cui Donald Trump ha avvertito che gli Stati Uniti sono pronti a «lasciar perdere» i negoziati «se per qualche motivo, una delle due parti rende molto difficile un accordo». A chi si rivolgeva?
Putin proclama una parvenza di tregua
Secondo indiscrezioni di stampa Usa, alcune cancellerie europee si sono dette convinte che la frecciata fosse rivolta all’Ucraina. In realtà, da Kiev sono trapelate nuovamente indiscrezioni su un’ampia disponibilità nei confronti del Piano di pace Usa. Il New York Post ha parlato di una condivisione al 90% da parte del ministro della Difesa, Rustem Umerov. Il ministero ha poi smentito quella percentuale, ma non la volontà di andare avanti. Ricordando che semmai il problema è l’ambiguità della Russia, che manca di dare una risposta chiara, mentre continua ad attaccare militarmente senza freni. E qui si torna alla tregua proclamata da Putin, il quale non ha mancato di lanciare subito una sfida a Kiev: «Ci aspettiamo che la parte Ucraina segua il nostro esempio».
Kiev: «La Russia non risponde sullo stop di 30 giorni, ma lo propone di 30 ore…»
È chiaro che messa così sembra impossibile un diniego, tanto più in una giornata in cui le due parti si sono scambiate rispettivamente 246 prigionieri, per un totale di 492 anime tornate a casa. Ma le cose non stanno esattamente “così”, come ha ricordato il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha. «Ora Putin fa dichiarazioni sulla sua presunta disponibilità ad una tregua, di 30 ore invece che di 30 giorni. Sfortunatamente, abbiamo una lunga storia di sue dichiarazioni che non corrispondono alle sue azioni. Noi sappiamo che non ci si può fidare delle sue parole e guarderemo alle azioni, non alle parole», ha scritto su X Sybiha, mentre mentre il presidente Volodymyr Zelensky, subito dopo l’annuncio di Putin, aveva spiegato che i droni in volo sui cieli ucraini a pochi minuti dalla tregua «rivelano il vero atteggiamento di Putin verso la Pasqua e verso la vita umana».
«La Russia – ha proseguito il ministro degli Esteri ucraino – può accettare in ogni momento la proposta di un pieno e incondizionato cessate il fuoco di un mese, che è sul tavolo da marzo». «Vogliamo che le forze russe effettivamente fermino il fuoco in ogni direzione», ha aggiunto Sybiha, sottolineando che «noi anche chiediamo ai nostri partner e alla comunità internazionale di rimanere vigili solo le azioni, non le parole, rivelano la verità: questa guerra è iniziata e continua solo a causa della Russia».
Tajani: «La Russia deve decidersi a interrompere questa guerra che ha iniziato»
«Ogni segnale verso la pace è importante, come ho sempre detto incoraggiando tutte le parti a negoziare. Non è chiaro come la Russia rispetterà una breve tregua, mentre Putin deve decidersi a interrompere definitivamente questa guerra che ha iniziato», ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando che il Cremlino «deve rispondere positivamente alla richieste del presidente Trump e rendere possibile un vero cessate il fuoco. La pace deve essere giusta e duratura nel tempo».