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L’ultimo messaggio del Papa: «La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa»

Il testo inedito

L’ultimo messaggio del Papa: «La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa»

Il Pontefice ha firmato la prefazione al libro del cardinale Scola, che uscirà giovedì: «Non dobbiamo aver paura della vecchiaia»

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 22 Aprile 2025 alle 11:15

«La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa». Queste parole appartengono alla prefazione inedita che papa Francesco aveva scritto il 7 febbraio scorso per il libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito Milano, intitolato Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia. «È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà», ha scritto il Pontefice, sottolineando che «è proprio per questo motivo che è un inizio “nuovo”, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità». Il volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, uscirà nelle librerie da giovedì 24 aprile.

Papa Francesco: «Non dobbiamo aver paura della vecchiaia»

«Angelo Scola ci parla della vecchiaia, della sua vecchiaia, che scrive con un tocco di confidenza disarmante “mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata” – si legge nella prefazione di papa Francesco – Già nella scelta della parola con cui si auto-definisce, “vecchio”, trovo una consonanza con l’autore». «Sì, non dobbiamo aver paura della vecchiaia – ha rimarcato il Pontefice – non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose».

Il Santo Padre credeva che «restituire fierezza a un termine troppo spesso considerato malsano è un gesto di cui esser grati al cardinale Scola. Perché dire “vecchio” non vuol dire “da buttare”, come talvolta una degradata cultura dello scarto porta a pensare», sottolineando che «dire vecchio, invece, significa dire esperienza, saggezza, sapienza, discernimento, ponderatezza, ascolto, lentezza… valori di cui abbiamo estremamente bisogno!».

Il problema è come si diventa vecchi

«È vero, si diventa vecchi, ma non è questo il problema: il problema è come si diventa vecchi – rifletteva il pontefice – se si vive questo tempo della vita come una grazia, e non con risentimento; se si accoglie il tempo (anche lungo) in cui sperimentiamo forze ridotte, la fatica del corpo che aumenta, i riflessi non più uguali a quelli della nostra giovinezza, con un senso di gratitudine e di riconoscenza, ebbene, anche la vecchiaia diventa un’età della vita, come ci ha insegnato Romano Guardini, davvero feconda e che può irradiare del bene».

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di Gabriele Caramelli - 22 Aprile 2025