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Macchie di sangue sull’auto di don Nicola d’Onghia: arrestato per omicidio stradale di Fabiana Chiarappa

La svolta

Macchie di sangue sull’auto di don Nicola d’Onghia: arrestato per omicidio stradale di Fabiana Chiarappa

Cronaca - di Marta Lima - 29 Aprile 2025 alle 09:15

E’ stato arrestato dai carabinieri per omicidio stradale, aggravato dalla fuga e dall’omissione di soccorso, don Nicola d’Onghia, sacerdote di Turi, in provincia di Bari. L’uomo è stato sottoposto ai domiciliari per l’incidente, avvenuto sulla strada provinciale Turi-Putignano, in cui rimase coinvolta e trovò la morte lo scorso 2 aprile la 32enne Fabiana Chiarappa, investita mentre percorreva la strada in motocicletta. Nei confronti del prete è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica.  Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente anche se resta da stabilire se quel sangue sia quello della 32enne morta.

Don Nicola d’Onghia arrestato per omicidio stradale

La vittima, soccorritrice e giocatrice di rugby, procedeva da sola sulla strada, nelle campagne di Turi, quando alle 20.28 del 2 aprile la motocicletta sarebbe uscita di strada e subito dopo sarebbe stata investita da un’automobile. Il giorno dopo il prete si è presentato in caserma dopo aver appreso della morte della giovane dicendo di essere passato da quella strada e di aver sentito un forte rumore ma di non essersi accorto dell’investimento. Dalle immagini è emerso anche che poco più avanti si sarebbe fermato in una stazione di servizio.

Le indagini condotte fino a questo momento sono consistite nella acquisizione e nella visione delle immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza pubblici e privati presenti nell’area, negli accertamenti tecnici di natura medico legale (in contraddittorio), di natura tecnica sui mezzi coinvolti e sull’area dell’incidente, svolti dal consulente tecnico e dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei carabinieri (questi ultimi, in contraddittorio, diretti, tra l’altro, a rilevare la presenza di tracce ematiche presenti sul mezzo condotto dall’indagato, riconducibili alla vittima), nella acquisizione di informazioni di persone informate e nell’interrogatorio dell’indagato. Le indagini, coordinate dalla Procura, sono state svolte dai carabinieri della Stazione di Turi.

L’esigenza cautelare ravvisata dalla Procura e condivisa dal Tribunale è duplice: pericolo di inquinamento probatorio e pericolo di reiterazione dei reati commessi. Le indagini proseguono.

Gli auguri di Natale di don Nicola d’Onghia

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di Marta Lima - 29 Aprile 2025