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“Massone” Denaro: la pista della Loggia deviata dietro la latitanza del boss, arrestato l’avvocato Messina, “fratello in sonno”

La rete di fiancheggiatori

“Massone” Denaro: la pista della Loggia deviata dietro la latitanza del boss, arrestato l’avvocato Messina, “fratello in sonno”

Cronaca - di Redazione - 29 Aprile 2025 alle 14:40

Viene accusato di aver gestito i proventi delle attività economiche del clan mafioso di Campobello di Mazara, garantendo sostentamento economico a Matteo Messina Denaro, l’avvocato Antonio Messina, 78enne massone in sonno, indicato dal boss con lo pseudonimo di Solimano.

L’avvocato Messina è accusato di aver fatto da tramite tra il boss i mafiosi di diverse articolazioni territoriali della provincia di Trapani: per questo i Carabinieri del Ros, con il supporto dei Comandi Provinciali dell’Arma territorialmente competenti, hanno arrestato dato Antonio Messina, detto “L’Avvocato”.

Il blitz, disposto dal Tribunale di Palermo – su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – è scattato all’alba di questa mattina al termine. Secondo la ricostruzione degli inquirenti della Dda, Messina – 79enne, massone “in sonno”, già latitante e condannato per concorso esterno a cosa nostra e narcotraffico – era indicato con lo pseudonimo “Solimano” nella corrispondenza tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, che peraltro in alcuni passaggi “ad altissima densità mafiosa” gli riservavano aspre critiche. L’indagine denominata “Driss” ha fatto emergere, ad avviso del gip, gravi indizi di colpevolezza sulla rituale affiliazione dello stesso Messina che, per sua stessa ammissione, sarebbe stata promossa da Leoluca Bagarella presso a Matteo Messina Denaro (Bagarella ne avrebbe altresì caldeggiato una collocazione in seno a cosa nostra adeguata alle sue capacità).

L’Avvocato avrebbe inoltre intrattenuto contatti con personaggi criminali di diverse aree, finalizzati a concludere lucrosissime operazioni imprenditoriali (es. gestione dei proventi dell’oleificio “Fontane d’Oro s.a.s.”, smaltimento di rifiuti urbani in Brasile, attività edili collegate al “superbonus 110%”, acquisto di strutture immobiliari all’asta o sottoposte a confisca, commercializzazione di carburanti). Per il 79enne sono così scattati gli arresti domiciliari con “braccialetto elettronico”, mentre sono in corso perquisizioni nelle province di Trapani e Bologna.

La pista delle Logge coperte che hanno protetto la latitanza

La pista della massoneria deviata dietro la lunghissima latitanza di Messina Denaro (in questa foto Ansa del 2006 posa davanti all’Arena di Verona in piena latitanza) era stata teorizzata in diverse piste investigative. L’avvocato Messina è infatti il terzo massone identificato nella fitta rete dei fiancheggiatori che hanno permesso la latitanza di trenta lunghi anni del super boss di Cosa Nostra.

L’ex procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, da anni teorizza di possibili coperture da parte della massoneria. Durante la sua fuga, ha dichiarato Principato in un’intervista a Repubblica, il padrino di Castelvetrano ha potuto contare «su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo».

Non stiamo parlando «di una persona nascosta in un casolare, che mangiava pane e ricotta come Bernardo Provenzano», dice. «Tutt’altro. Oltre ad essere abbastanza colto, amava la bella vita, era un maniaco del lusso. E non rimaneva troppo a lungo fermo nello stesso luogo. Ha viaggiato molto, anche all’estero». Dalla Sicilia al Venezuela, dall’Inghilterra alla Spagna. Marcello Fondacaro, «un collaboratore di giustizia massone ha parlato di una loggia coperta costituita proprio da Messina Denaro che si chiamava “La Sicilia”», ha ricordato l’ex magistrato.

Alfonso Tumbarello, il medico massone che curava Messina Denaro

Anche Alfonso Tumbarello, il medico di base trapanese che aveva in cura il boss Matteo Messina Denaro, sotto falso nominativo di Andrea Bonafede, apparteneva alla massoneria e proprio da questa è stato sospeso. La decisione è arrivata dopo l’arresto di Tumbarello, con un provvedimento firmato dal Gran Maestro Stefano Bisi e dal Gran segretario Emanuele Melani. Il provvedimento di sospensione è “a tempo indeterminato” e riguarda “ogni attività massonica”. “È una prassi, lo facciamo sempre quando ci sono degli indagati”, ha commentato il Gran Maestro Stefano Bisi.

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di Redazione - 29 Aprile 2025