
Senza vergogna
Mattarella firma la legge Morandi, ma avverte: “Rischio discriminazioni”. Conte e Bonelli fanno gli sciacalli
Il Capo dello Stato loda lo spirito del testo, ma chiede a Parlamento e governo di sanare, tra l'altro, la potenziale differenza tra i figli di coppie sposate e non. La legge è stata approvata all'unanimità, ma i leader Avs e M5S parlano di "crudeltà" e "follia" della destra
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge che prevede “benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”, la cosiddetta legge Morandi, in relazione al crollo del Ponte, «riscontrando nella decisione del Parlamento una significativa manifestazione di solidarietà nei confronti della sofferenza dei familiari di vittime di eventi drammatici». Tuttavia il Capo dello Stato ha segnalato «taluni punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione». Pertanto ha rivolto in una lettera «al Parlamento e al Governo l’invito a considerare con attenzione i predetti rilievi e a valutare interventi integrativi e correttivi».
Mattarella chiede a Parlamento e governo correttivi alla legge Morandi
La legge è stata approvata all’unanimità, ciononostante Angelo Bonelli e Giuseppe Conte hanno ritenuto di usare le parole di Mattarella contro governo e maggioranza, con toni che lasciano sbalorditi per la gravità delle accuse e la profonda malafede: hanno accusato rispettivamente la destra di «crudeltà» e «incultura», con particolare riferimento a un passaggio in cui si parla di figli di «coniugi», che implica, secondo il Capo dello Stato, un rischio di discriminazione nei confronti dei figli di coppie non sposate. Alla strumentalità portata ai massimi livelli da Bonelli e Conte, comunque, non si sono accodate le altre forze di opposizione che hanno avuto l’onestà intellettuale di riconoscere di aver partecipato pienamente alla stesura di quel testo e, dunque, di non potersi tirare fuori dai rilievi di Mattarella.
Le «riserve» del Capo dello Stato sull’indicazione delle «infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale»
Nello specifico, il Capo dello Stato ha segnalato «riserve» sul fatto che la legge limiti i benefici «alla sola ipotesi di “vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”», sollevando dubbi sulla possibilità di individuare con certezza le infrastrutture di rilievo nazionale e sulla «conformità al principio di eguaglianza» in relazione al fatto che non vengono considerate altre strutture, come scuole, ospedali o impianti sportivi.
Il nodo dei «figli, in mancanza del coniuge superstite»
C’è poi un rilievo sul fatto che il testo parli di «figli, in mancanza del coniuge superstite». «Il testo va necessariamente interpretato nel senso che beneficiari dell’elargizione devono intendersi tutti i figli di ciascuna vittima, ivi inclusi quelli da rapporti di convivenza o di unioni civili. In caso contrario – ha avvertito il Capo dello Stato – si opererebbe un’inaccettabile discriminazione tra i figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori, in aperto contrasto con l’articolo 3 della Costituzione». Per Mattarella, l’una e l’altra previsione ingenerano margini di discrezionalità che vanno chiariti, anche in relazione al fatto che la legge ha dei tetti di spesa. «Rivolgo pertanto al Parlamento e al Governo l’invito a considerare con attenzione i predetti rilievi e a valutare interventi integrativi e correttivi», ha concluso il Capo dello Stato.
Pd e Iv pronti a collaborare per migliorare il testo
Il Pd ha accolto la lettera ricordando che la legge «è stata approvata all’unanimità in sede legislativa» e, rivendicandone lo spirito, ha sottolineato che «le osservazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella pongono una questione reale e importante, che condividiamo e che va affrontata con responsabilità». «Siamo pronti a collaborare con tutte le forze politiche che hanno condiviso questo percorso, per arrivare in tempi brevi a una norma più equa, chiara e rispettosa dei principi costituzionali», hanno chiarito in una nota congiunta i dem Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino. Dello stesso tenore anche i commenti arrivati da Italia Viva.
Lo sciacallaggio di Bonelli e Conte
Secondo Angelo Bonelli, invece, la lettera di Mattarella dimostrerebbe la «ferocia culturale della destra, che «anche sui risarcimenti delle vittime» è «riuscita a fare una distinzione tra bambini nati fuori dal matrimonio e bambini dalle unioni di fatto». Stesso refrain per Giuseppe Conte, secondo il quale «discriminare i figli sulla base dello stato civile dei genitori è una follia. Denuncia una grave incultura da parte di questa destra». Ogni commento appare superfluo.