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Maturità regole

Il "vizietto" delle fake news

Maturità, la solita “bufala” di Repubblica smentita dal ministero: “Nessun passo indietro su regole e ammissione”

Il quotidiano aveva parlato di un "pasticcio" di Valditara che avrebbe fatto dietrofront sulle regole. La secca smentita del ministero: inutile allarmismo. Bastava una "serena e obiettiva lettura della nota ministeriale"

Politica - di Gabriele Alberti - 9 Aprile 2025 alle 14:34

Nessuna marcia indietro. Ancora una volta smentita la “bufala” di Repubblica che sul sito on line dava conto di un fantomatico “pasticcio” del ministro Valditara sulle regole di ammissione alla Maturità.  Il quotidiano diretto da Orfeo parlava di una inesistente  marcia indietro del ministero. Questa la notizia diffusa nella tarda mattinata.  “Con una nota di giovedì scorso, viale Trastevere mette una toppa all’ordinanza sugli esami di stato del secondo ciclo pubblicata qualche giorno prima. Con la modifica, potranno continuare a essere ammessi agli esami anche gli studenti che riportano una insufficienza in una disciplina. Una parte dei 514mila studenti iscritti all’ultimo anno della secondaria- riportava il quotidiano-  quelli che arrancano in qualche materia, tirano un sospiro di sollievo. Insomma, con la correzione che avrebbe dato adito a una valanga di ricorsi, niente pugno di ferro sull’accesso alla maturità. Resta la stretta sul voto di condotta”. La notizia non corrisponde a verità.

La nota del Ministero sulla maturità smentisce Repubblica

Infatti, non tarda ad arrivare la nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito: “Si smentisce la ‘bufala’ riportata da un quotidiano online circa un presunto dietro front del Ministro sui requisiti di ammissione all’esame di maturità”. Da viale Trastevere evidenziando che “la nota che viene citata, del direttore generale degli ordinamenti scolastici, ricorda semplicemente alle scuole -(a seguito di alcune richieste di chiarimento)- che le nuove disposizioni introdotte con la legge n. 150/2024 riguardano solo l’incidenza del voto di condotta ai fini dell’ammissione all’esame di Stato e non i requisiti di ammissione relativi alle materie. Questi ultimi sono e restano disciplinati dal decreto legislativo 62/2017, non modificato per questa parte dalle nuove disposizioni”. Insomma “una serena e obiettiva lettura della nota ministeriale avrebbe evitato inutili allarmismi”, conclude la nota del Mim.

Ma la voglia di dare contro al governo e al ministro Valditara è stata più veloce di una “serena e obiettiva lettura”, evidentemente. Con nota del 3 aprile il Ministero ha chiarito che, per quanto attiene la valutazione delle discipline, restano ferme le disposizioni contenute nell’articolo 13, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62. E dunque sono ammessi all’esame i candidati interni che conseguano una votazione non inferiore a 6 in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a 6.

Le regole sul voto in condotta

Giuseppe Valditara, ha firmato l’ordinanza ministeriale che definisce le modalità di svolgimento dell’Esame di Stato. Data ufficiale di inizio mercoledì 18 giugno alle 8.30 con lo svolgimento della prima prova scritta. Il voto in condotta avrà un ruolo determinante per l’ammissione all’esame di Stato. In attuazione delle disposizioni introdotte dalla legge 150/2024, qualora il candidato riporti, in sede di scrutinio finale, una valutazione inferiore a sei decimi, non sarà ammesso all’Esame di Stato. Se invece, la valutazione del comportamento sarà pari a sei decimi, in sede di colloquio discuterà un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale, fondata sul rispetto dei principi costituzionali. La definizione dell’argomento oggetto dell’elaborato sarà effettuata dal Consiglio di classe nel corso dello scrutinio finale; l’assegnazione dell’elaborato ed eventuali altre indicazioni ritenute utili, anche in relazione a tempi e modalità di consegna, saranno comunicate al candidato entro il giorno successivo a quello in cui ha avuto luogo lo scrutinio stesso.

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di Gabriele Alberti - 9 Aprile 2025