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Mantovano durissimo: “Toghe rosse? Peggio. Ormai sui migranti non contestano le leggi, le disattendono”

Al congresso forense

Mantovano durissimo: “Toghe rosse? Peggio. Ormai sui migranti non contestano le leggi, le disattendono”

Politica - di Robert Perdicchi - 7 Aprile 2025 alle 15:59

E’ duro l’attacco alle “invasioni di campo” dei magistrati sul fronte dei migranti, che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha portato a quei settori della giustizia che ritengono doveroso esercitare un ruolo politico. “Non riduciamo questo scenario a un racconto di ‘toghe rosse’ in azione, che forse aveva senso 30 anni fa, ma adesso appare macchiettistico. È qualcosa di più complesso e di più grave. È un ormai cronico sviamento della funzione giudiziaria, perché quest’ultima deraglia dai propri confini e decide, insieme alle norme, le politiche sui temi più sensibili, e chi quelle politiche deve applicare. Ed è uno sviluppo che attraversa tutte le giurisdizioni, a prescindere dalle appartenenze correntizie”, ha detto Mantovano all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 del Consiglio nazionale forense.

Le preoccupazioni di Mantovano sulle invasioni di campo

Il sottosegretario, ai “colleghi” giudici, paventa il ”rischio che la magistratura percepisca sé stessa non già come chi è chiamato a esercitare l’arte regale dello jus dicere nel caso concreto, bensì come parte di un establishment che ha la funzione di arginare la ‘pericolosa’ deriva della coerenza fra la manifestazione del voto, la rappresentanza politica e l’azione di governo”. ”Secondo tale ottica, quest’argine andrebbe posto anche nei confronti dei disegni di legge costituzionali, che pure hanno una procedura rinforzata, e quindi ancora più garantita, di approvazione, a cominciare da quello in materia di ordinamento giudiziario, oggi all’esame del Parlamento – prosegue- non importa se la riforma osteggiata ha costituito parte non marginale del programma col quale la coalizione che oggi sostiene l’esecutivo ha ottenuto il consenso degli elettori nel settembre 2022. Non importa se la medesima Costituzione che viene esibita in contrapposizione alla riforma stabilisce il diritto dei cittadini ad associarsi liberamente in partiti ‘per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale’. Non importa che se assumo un impegno con gli elettori e ne ricevo il consenso poi devo essere coerente con l’impegno assunto. Secondo l’establishment, deve prevalere il diktat dell’establishment”.

Migranti, le leggi non più contestate ma non applicate…

Mantovano, nel corso del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, va sui fatti: “Pensiamo, per riportare un esempio di leggi sistematicamente disapplicate a quelle in materia di immigrazione. Non le si impugna più neanche davanti alla Corte Costituzionale, semplicemente vengono disattese. Magari dopo averne annunciato e rivendicato la disapplicazione in convegni e in scritti. Ciò è ancora più singolare nell’ordinamento di uno Stato che fa parte dell’Unione Europea e che proprio in ragione di tale appartenenza è il teatro della progressiva erosione degli spazi regolativi del legislatore nazionale in favore dell’estensione dell’operatività del diritto europeo”. Insomma “non è questione di forma, ma di sostanza e lungi da me rilanciare ulteriori polemiche: quello che noi desideriamo è non già delegittimare l’Unione europea, bensì che la nostra Repubblica continui a preservare il suo fondamento, sancito dall’articolo 1 della Costituzione. Per noi sovranità popolare non è un concetto superato dalla storia: è la base del rispetto che il potere pubblico deve ai cittadini; ed è al tempo stesso la base della vincolatività delle regole che ai cittadini viene chiesto di rispettare”.

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di Robert Perdicchi - 7 Aprile 2025