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Appendino all’attacco scomposto (e improvvido) della Meloni in trasferta Usa

Memoria corta a 5S

Missione Meloni, e due: dopo Bersani tocca all’Appendino sentenziare. Ma le trasferte di Conte in Ue e Usa ce le ricordiamo…

La vestale del fallimento grillino dimentica i flop dei mandati dei governi Conte e attacca la premier per la sua missione a Washington. Ma la memoria (corta) gioca brutti scherzi...

Politica - di Chiara Volpi - 16 Aprile 2025 alle 13:45

Con la Meloni in volo per Washington per difendere l’Italia e presentare a Trump le istanze della Ue, l’Appendino dalle retrovia della scena internazionale pensa bene di andare all’attacco scomposto (e decisamente inopportuno). La solita voce distonica targata M5S, che prova a elevarsi sul coro unanime che, dalle aule istituzionali italiane. A quelle calcate dai leader di Bruxelles che sperano che la missione della premier italiana a Washington abbia successo – confidando sul fatto che «la leader e persona fantastica» così elogiata da Trump possa dimostrare «quanto sia valsa la pena stringere amicizia con il presidente americano» –. Passando per il mondo dell’imprenditoria di casa nostra, tutti hanno ribadito fiducia e riposto aspettative significative nella missione internazionale del nostro presidente del Consiglio.

Tutti, tranne l’ironico Bersani e la pungente Appendino: esimi esponenti di una opposizione in disarmo ormai ridimensionata ad attacchi strumentali e ironia di difficile impatto e presa…

Meloni in Usa, l’attacco scomposto della Appendino

Ma concentriamoci sull’ex sindaco di Torino targata 5S, oggi vicepresidente del Movimento, che intervenendo alla trasmissione Tg2 Post non ha mancato di obiettare: «Noi dobbiamo tutelare le nostre imprese e gli italiani, quindi io sono contenta che Giorgia Meloni incontri il presidente Trump, è bene che l’Italia negozi, in coordinamento europeo, con Washington. Però la domanda che dobbiamo porre è con quale postura Meloni vada a questo incontro, e su questo sono preoccupata»…

Non mancando di aggiungere a stretto giro: «Trump sarà molto tranquillo… perché Meloni ha eseguito gli ordini americani su qualsiasi cosa e noi sappiamo già qual è la merce di scambio in questo caso, è scritta nel documento che il ministro Tajani ha siglato il 2 aprile: un maggiore acquisto dall’America di gas liquido e di armi. Che significa meno soldi per la scuola e la sanità. Allora la postura di Meloni la conosciamo. La merce di scambio anche. E siamo molto preoccupati perché a pagare il prezzo saranno di nuovo gli italiani», ha concluso apocalitticamente la deputata grillina.

Sinistra allo sbaraglio: da Bersani alla Appendino, chi ironizza, chi attacca, ma…

E due: dopo il Pd Bersani, la palla della propaganda in stile “Cicero pro domo sua” passa alla pentastellata Appendino che sulla trasferta, definita «di vitale importanza» da fonti di Palazzo Chigi, mira a tutelare gli interessi economici del Paese. E a scongiurare un impatto negativo sui produttori italiani e sulla politica commerciale della Ue. Una missione che, nel rimarcare il ruolo strategico della premier italiana, fa bruciare evidentemente il fuoco sacro dell’opposizione, tanto da indurre la Appendino ad asserire che «il prezzo di questa scelta lo pagheranno i cittadini». Accuse destituite di fondamento da anni di impegno politico – e non solo di governo, da parte di FdI – concentrati sulla tutela e sulla valorizzazione del Made in Italy.

Polemiche sterili e allarmismi infondati

Insomma, il solito copione della sinistra e dei Cinque Stelle: quando l’Italia si muove per difendere i propri interessi, scatta l’attacco scomposto e agitato (che evidentemente rievoca vecchie pecche e flop –. Rispetto ai quali, invece  che sostenere gli sforzi del governo, sinistra e componente grillina in testa, preferiscono alimentare polemiche sterili e diffondere allarmismi infondati. Evidentemente, per loro, l’interesse nazionale viene dopo la logica di partito (e meri interessi elettorali “locali”).

E dopo l’attacco della Appendino a Meloni la memoria volta ai governi Conte 1 e 2…

In tutto ciò, però, la vicenda dei dazi Usa rappresenta una sfida delicata per il governo italiano, che si trova a dover bilanciare i rapporti con gli Stati Uniti, la tutela del mandato Ue e degli interessi nazionali. La trasferta della Meloni a Washington rappresenta un tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla questione. Ma di sforzi e di puntare i piedi in trasferta – europea o americana, a scelta – i pentastellati non sono certo tra i primi a poter parlare. E per rinverdire la memoria sul ruolo e sui risultati perseguiti e conseguiti da sinistra e grillini, a giudicare dai fatti fin qui concretizzati, se ne possono citare davvero pochi. Basta rinviare ai precedenti dei governi Conte per avvalorare ricordi poco piacevoli di insuccessi istituzionali o di mancati traguardi raggiunti…

 

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di Chiara Volpi - 16 Aprile 2025