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Elezioni a Monfalcone, i cittadini dicono no alla lista islamica

Il voto in controluce

Monfalcone: la risposta degli elettori alla protervia islamica parla chiaro. L’ex sindaco: sharia rispedita al mittente

La città sceglie l'integrazione, non la separazione: i cittadini col voto riaffermano l'importanza prioritaria delle leggi italiane sui diktat giuridico-religiosi rivendicati dagli immigrati musulmani e la tutela identitaria di chi accoglie

Politica - di Chiara Volpi - 15 Aprile 2025 alle 15:15

«L’integrazione, per loro, non esiste. Il punto è: io ho una lista islamica e mi occupo dell’Islam», aveva detto in mattinata tra allarme e denuncia la sindaca uscente, Anna Maria Cisint, a Mattino Cinque News, facendo riferimento al programma del candidato che prevede la costruzione di nuove moschee e del cimitero islamico, oltre a toccare temi come il riconoscimento della poligamia. Eppure oggi, con il 30% della popolazione di Monfalcone composta da immigrati, quando la candidatura di Konate avrebbe potuto scuotere in modo significativo l’assetto politico e sociale della città, aprendo un ampio dibattito sulle dinamiche di inclusione e identità culturale, le cose sono andate diversamente.

Monfalcone, l’ex sindaco Cisint: «La lista islamica la rimandiamo al mittente»

Come noto ormai, infatti, il centrodestra ha vinto le elezioni comunali a Monfalcone, mentre si è rivelata un flop la lista islamica che si era presentata al voto (per i risultati elettorali rimandiamo al nostro servizio con i dati). E immancabile è arrivato il commento post spoglio che Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega ed ex sindaco di Monfalcone, ha affidato ai microfoni dell’Adnkronos, sottolineando: «La lista islamica la rimandiamo al mittente, anche se apre un tema importante, quello dell’islamizzazione che ormai è una realtà e che io combatto insieme ad altri perché soltanto così noi come città e come popolo potremo avere un futuro».

Chiosando emblematicamente: «Sono felice. Otto anni e mezzo di durissimo lavoro a Monfalcone che viene premiato con la riconferma senza se e senza ma – ha tirato le somme Cisint –. E i cittadini sanno chi sa fare e sanno di chi fidarsi»…

Una battaglia culturale vinta oggi sul fronte elettorale

Una battaglia, culturale prima ancora che politica e elettorale, quella a cui la Cisint fa riferimento, che punta – come la stessa europarlamentare leghista ha ribadito con l’agenzia di stampa – alla «salvaguardia della nostra identità e della nostra cultura e il rispetto dei nostri ordinamenti di fronte alla prevaricazione islamica». Aggiungendo in una nota anche: « La sinistra, infatti, anziché parlare di programmi e scelte per il futuro ha voluto trasformare questo voto amministrativo prima di tutto in un referendum contro le politiche legalitarie e di sicurezza che sono alla base della trasformazione del nostro territorio. Contro la mia persona soprattutto sono stati usati metodi inqualificabili di denigrazione e basse scorrettezze».

Monfalcone, la resa dei conti: la lista islamica sconfitta

Tant’è: con buona pace di tutti. A Monfalcone, la lista che apertamente richiamava a valori e principi islamici ha subìto una sonora sconfitta elettorale. Un risultato che, pur rappresentando una boccata d’ossigeno per chi teme derive confessionali, certo non cancella le profonde problematiche che da tempo affliggono la cittadina friulana. La comunità islamica locale, forte di numeri in costante crescita, continua a manifestare una preoccupante resistenza all’integrazione, insistendo con protervia su una propria visione del vivere civile che pare anteporsi alle leggi della Repubblica.

Ma l’ombra della Sharia resta…

E in questo contesto, le cronache recenti sono eloquenti. Il caso delle studentesse che si presentano in classe con il velo integrale, ostentando un simbolo religioso che va ben oltre la libertà di culto e che in molti percepiscono come un маркер di distanza dalle nostre consuetudini, è solo la punta dell’iceberg. E del resto, è ancora vivo il ricordo della vicenda degli studenti musulmani “esonerati” dallo studio di Dante Alighieri e della Divina Commedia, un pilastro della nostra cultura, in nome di presunte incompatibilità religiose. Un episodio che spinse l’allora Ministro dell’Istruzione Valditara a inviare gli ispettori, nel tentativo di riaffermare la centralità dei valori fondanti della nostra scuola e della nostra identità nazionale.

Il richiamo, attraverso il voto, al rispetto delle leggi italiane

Questi episodi, lungi dall’essere isolati, delineano un quadro inquietante di una comunità che, pur vivendo sul suolo italiano, sembra faticare a interiorizzare i principi cardine del nostro ordinamento giuridico e del nostro tessuto socio-culturale. L’insistenza sull’affermazione di una “sharia” come legge vigente, seppur non esplicitamente dichiarata nei programmi politici della lista sconfitta, traspare da atteggiamenti e rivendicazioni che minano la laicità dello Stato e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Il monito lanciato dai cittadini di Monfalcone

La sconfitta elettorale della lista islamica, dunque, è un segnale importante. Un monito che la maggioranza dei monfalconesi ha voluto lanciare. E a cui dovrà seguire un impegno costante e determinato da parte delle istituzioni a tutti i livelli per riaffermare con forza i principi di laicità, integrazione e rispetto delle leggi italiane. Non si tratta di negare la libertà di culto, sacrosanta in una democrazia, ma di ribadire con fermezza che essa non può e non deve tradursi in una pretesa di imporre consuetudini e norme aliene alla nostra cultura e al nostro diritto.

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di Chiara Volpi - 15 Aprile 2025