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Naufragio Concordia, Schettino rinuncia alla semilibertà: “Difficoltà operative, in futuro si vedrà”

La tragedia del Giglio

Naufragio Concordia, Schettino rinuncia alla semilibertà: “Difficoltà operative, in futuro si vedrà”

Cronaca - di Eugenio Battisti - 8 Aprile 2025 alle 16:18

L’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, rinuncia alla richiesta di semilibertà. La decisione a sorpresa è stata comunicata dal suo avvocato, Francesca Carnicelli. Doveva tenersi oggi, davanti al tribunale della Sorveglianza di Roma, l’udienza per decidere se concederla o meno all’ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni di reclusione per la tragedia del Giglio. L’udienza era prevista il 4 marzo, ma è slittata all’8 aprile perché è cambiato il giudice relatore. Oggi, poi, l’annuncio della rinuncia. Che cosa sia andato storto però non è stato ancora chiarito.

Concordia, Schettino rinuncia alla semilibertà

“Questa mattina abbiamo rinunciato perché ci sono state difficoltà con la proposta lavorativa che era stata sottoposta al tribunale di Sorveglianza di Roma. Il procedimento è stato chiuso. Il tribunale si è pronunciato con il non luogo a provvedere”, ha detto la legale. “La rinuncia è stata fatta da Schettino. La decisione di chiudere questo procedimento è arrivata da lui perché non c’erano più le condizioni. In futuro, se ci risaranno i presupposti per poterla proporre di nuovo, lo faremo. Lui oggi può usufruire di permessi per uscire dal carcere”.

L’ex comandante della Costa Concordia condannato a 16 anni

Schettino è stato condannato nel 2017 in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all’isola del Giglio in cui morirono 32 persone e centinaia rimasero ferite. Dal 13 maggio 2017  è recluso nel carcere di Rebibbia, dopo la sentenza che lo ha condannato per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono dell’imbarcazione. Il 13 gennaio 2012, giorno del drammatico naufragio della nave di fronte all’Isola del Giglio, Schettino aveva deciso di cambiare rotta e avvicinarsi alla costa per un “inchino” di fronte al centro abitato. Ma alle 21.47 la Costa Concordia ha colpito uno scoglio e ha iniziato ad affondare. Oggi, dopo aver scontato metà della pena, l’ex comandante ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere.

La vicenda giudiziaria e la telefonata drammatica con De Falco

La vicenda giudiziaria è iniziata pochi giorni dopo il disastro, il 16 gennaio, quando Schettino è stato arrestato. Il comandante è finito prima in carcere e poi ai domiciliari. In quei giorni è stata anche diffusa la telefonata drammatica  con il capitano della Capitaneria di Livorno Gregorio De Falco. L’ordine di quest’ultimo a Schettino, quel “vada a bordo, c….” mentre il comandante era già sceso dalla nave, ha fatto il giro del mondo. Il 5 luglio dello stesso anno sono stati revocati i domiciliari e per Schettino è rimasto l’obbligo di dimora a Meta di Sorrento. Il 20 dicembre 2012 si sono chiuse le indagini: 8 gli indagati, compreso Schettino.

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di Eugenio Battisti - 8 Aprile 2025