
L'intervista
“Non c’è dazio che tenga, gli americani continueranno a mangiare italiano”: il parere dell’esperto
«Non c’è dazio che tenga, i prodotti alimentari italiani sono come l’oro, la dieta mediterranea ci aiuta e le preoccupazioni sul settore del food sono ingiustificate»: ne è certo Vincenzo Zaccarini, imprenditore del settore agroalimentare con sede a Londra, specializzato nella vendita dei prodotti italiani in tutta Europa, ma anche Oltre Oceano.
Zaccarini, sui dazi di Trump che cosa dobbiamo aspettarci nel settore del food?
«Penso che certi allarmismi siano esagerati perché la dieta mediterranea è diffusa e i consumatori all’estero, anche negli Usa, non rinunciano alla qualità e alla unicità dei prodotti italiani. Da trent’anni hanno cambiato modo di mangiare, prima in Nord Europa friggevano con il burro e lo strutto, da quando conoscono l’olio extravergine di oliva non ne fanno più a meno».
Quindi non c’è il rischio che il Parmesan, tanto per fare un esempio, rubi spazi di mercato al parmigiano reggiano?
«Tutti voi giornalisti citate il parmigiano, ma sono decine e decine i prodotti italiani che hanno una specificità e che non sono sostituibili. Le faccio due esempi che per noi italiani sono banali: patate e cipolle».
Anche le cipolle?
«La cipolla di Tropea non ha alternative. Ma anche le patate, nel Nord Europa sono grandi consumatori di patate, ma come quella di Bologna, tanto per fare un esempio, non c’è sovrapprezzo che possa spaventare chi le consuma abitualmente all’estero e sente la differenza con quelle di altri mercati. Su questi prodotti di largo consumo, ci sono spazi e mercati enormi, non insignificanti che contribuiscono al nostro Pil. Non c’è dazio che tenga. Mi faccia aggiungere un dato, che spesso viene ignorato. Se i prodotti italiani, come il vino, hanno avuto una larga espansione è grazie anche a noi italiani all’estero che lo veicoliamo e lo promuoviamo. Anche per la nostra presenza nel mondo il mercato è cresciuto, siamo i primi ambasciatori del Made in Italy. Siamo diventati un milione e mezzo in più negli ultimi anni».
Quindi sui dazi calma e sangue freddo, come consiglia il governo Meloni?
«Le dirò di più: a noi i dazi fanno meno paura delle normative Ue e della burocrazia».
Addirittura?
«Le faccio l’esempio di un prodotto ricercatissimo e apprezzatissimo come il gambero siciliano. Ci chiedono delle documentazioni che lasciano passare la voglia di venderlo. Pretendono delle certificazioni che sono quasi impossibile da ottenere. Il pescato italiano ha una qualità che ha un altro sapore. La gente se lo assaggia lo vuole di nuovo. Il Regno Unito è un’isola, ma i prodotti ittici italiani vanno a ruba e sono ricercatissimi».
Quindi gli americani non torneranno ad hamburger e patatine fritte?
«Le persone che comprano il Made in Italy viaggiano, capiscono, assaggiano e sanno distinguere. A New York, ad esempio, conoscono alla perfezione i prodotti italiani. Non lontano dal grattacielo di Trump c’è il negozio Eataly di Farinetti: alle 11 di mattina hanno già la fila di americani che aspettano di mangiare italiano. No, dia retta, sul nostro cibo non torneranno indietro, non c’è dazio che tenga».