
Chinatown fa paura
Ora la mafia cinese vuole prendersi Roma: la svolta dopo la doppia esecuzione al Pigneto
I tentacoli della mafia cinese in Italia diventano sempre più invasivi e pericolosi. È notizia delle ultime ore di un nuovo agguato criminale a Prato. La notte scorsa, un cinese di 47 anni è stato ferito a colpi di arma da fuoco alla spalla e al braccio sinistro. L’uomo, ricoverato in ospedale, è stato operato.
L’agguato è avvenuto alle 2:38 in via Meucci, all’inizio della cosiddetta Chinatown pratese, verso il centro storico della città. Le indagini per ricostruire la dinamica di quanto accaduto e il movente sono affidate alla squadra mobile.
La mafia cinese agisce a Roma: per l’esperto è un salto di qualità
Appena l’altra notte, sempre a Prato, una donna cinese è stata ferita con un colpo di pistola dopo un tentativo di rapina mentre due agguati a cittadini orientali si sono verificati il 9 aprile con quattro feriti e uno la notte tra l’11 e il 12 aprile con un uomo finito all’ospedale.
Tutto questo mentre la procura guidata da Luca Tescaroli indaga sugli episodi di violenza, intimidazioni e spari all’ombra della guerra “delle grucce” tra clan cinesi, come viene definita la battaglia per il monopolio del ricco mercato degli appendiabiti e della logistica dell’abbigliamento, verosimilmente la punta dell’iceberg di uno scontro di potere più ampio fra due cartelli criminali cinesi in lotta per una leadership che da Prato si proietta in Europa.
I tentacoli della piovra arrivano fino a Roma, dove martedì 15 aprile una coppia di cinesi è stata freddata in strada a Roma, al Pigneto. L’omicidio di Zhang Dayong e Gong Xiaoqing, coppia di 52 e 38 anni, è stata una vera e propria esecuzione di mafia. Una guerra tra clan della mafia cinese, come emerge dalle indagini della Dda, che parte a Prato ed è arrivata fino nella Capitale.
“Un omicidio di questo tipo non può che rappresentare un salto di qualità della mafia cinese nella città di Roma. Innanzitutto, perché raramente in questi anni abbiamo visto sparare e poi perché per le modalità con cui questo agguato è avvenuto, lasciano immaginare il fatto che sia intervenuto un killer professionista che ha rispettato con grande freddezza tutte le regole del buon sicario e poi ancora per il peso che questo personaggio sembra avere negli equilibri criminali cinesi, non soltanto nella città di Roma, ma da quello che si capisce anche in relazione alla grande capitale italiana della Cina che e’ Prato”. Lo ha detto all’AGI Danilo Chirico, tra i fondatori dell’associazione antimafia daSud.
“Se è vero com’è vero, che questo uomo che è stato ucciso era il braccio destro di quello che è considerato uno dei capi, immagino che questa uccisione o abbia a che vedere con una riorganizzazione interna oppure stiamo assistendo all’inizio di una guerra interna. Ma è troppo presto per dirlo, però sulla base dell’esperienza possiamo immaginare questi scenari” ha concluso.
Il precedente del 2012 e la vendetta contro i nordafricani
L’ultimo caso eclatante con cinesi come vittime nella capitale risale al 2012. Un cittadino cinese di 31 anni, Zhou Zheng, e la sua neonata di sei mesi, colpita alla testa, sono stati assassinati nella serata del 4 gennaio a colpi di pistola da due rapinatori nel quartiere Torpignattara. L’obiettivo dei malviventi era la sua borsa: dentro c’erano 16mila del money transfer che avevano appena chiuso.
Per quell’omicidio scattò una mobilitazione della comunità cinese a Roma. I responsabili furono identificati come due maghrebini: Mohammed Nasiri e Mustafà Betit. I due fuggitivi fecero ritrovare la borsa con i soldi dell’incasso nel corso della loro latitanza, ma questo non gli ha impedito di farla franca. Il 16 gennaio, il corpo di Mohammed Nasiri venne trovato in un casolare di campagna sulla via Boccea. L’uomo era stato trovato impiccato, in quello che è parso a molti un suicidio simulato. Al complice è andata leggermente meglio; fuggito all’estero, Mustafa Betit, è stato catturato in Nord Africa nel 2019: rimpatriato in Italia è stato condannato a due ergastoli per la morte di Zhou Zheng e Joy.