CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Violenza a Padova: 36enne kosovaro attira in trappola e abusa di una 36enne albanese

Orrore senza fine

Padova sotto choc: kosovaro irregolare e pluripregiudicato, il giorno dopo la scarcerazione attira in trappola e violenta una donna

L'odioso reato compiuto in spregio della legge ad appena 24 ore dal suo ritorno a piede libero. La trappola ordita con l'inganno, lo stupro perpetrato sotto la minaccia di una pistola e col ricatto sulle sorti del figlio della vittima. La città sconcertata e indignata. Zaia furioso: «Violenza intollerabile»

Cronaca - di Greta Paolucci - 15 Aprile 2025 alle 16:25

Violenza a Padova, inenarrabile. Inaccettabile. Incomprensibile… Neanche il tempo di uscire di galera che poche ore dopo, per soddisfare i suoi più bassi istinti si macchia di un reato gravissimo, ordito con l’inganno e a cui ha dato seguito con la più spietata veemenza e brutale violenza. Un orrore emerso solo quando la vittima, dopo interminabili ore di inferno, è riuscire a scappare e a dare l’allarme alla polizia.

Violenza a Padova: 36enne kosovaro attira in trappola e abusa di una 36enne albanese

E agli agenti la donna, che il suo aguzzino – un cittadino kossovaro di 36 anni, irregolare, pluripregiudicato, e ora gravemente indiziato di avere sequestrato e violentato sessualmente all’interno di un appartamento una 37enne di origini albanesi – ha attirato in strada con l’inganno. Contattandola telefonicamente e chiedendole di farsi vedere quanto prima perché aveva importanti notizie da comunicarle. E lasciando intendere con un inquietante sospeso che il figlio, appena diciottenne, fosse in grave pericolo, ha raccontato tutto. Ossia: la cronaca, minuto per minuto, di un dramma vissuto a fior di pelle. E col terrore che potesse anche finire peggio…

L’odioso reato compiuto ad appena 24 ore dalla sua scarcerazione

Una vicenda di agghiacciante ferocia, che si è consumata sabato 12 aprile a Padova e ha avuto il suo epilogo ieri, quando i poliziotti della Squadra Mobile nella prima mattinata del 14 aprile hanno rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto il kossovaro 36enne che, stando alla denuncia, non sarebbe stato per nulla intimidito dalla possibilità di tornare in cella a stretto giro… Ma procediamo con ordine.

Un inferno durato ore: inganno, terrore e violenza gratuita

E partiamo – e torniamo sempre e comunque – a un incubo senza fine: quello che si è consumato nel quartiere Palestro di Padova, lasciando la comunità sgomenta e indignata. Un uomo di 36 anni, di origine kosovara, è stato arrestato ieri, 14 aprile, dagli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato con l’accusa di violenza sessuale. La sua scarcerazione, avvenuta appena il giorno precedente, ha preceduto un atto di brutalità inaudita, perpetrato ai danni di una donna attirata con un vile stratagemma.

Padova, la violenza sotto la minaccia di una pistola e acuita dall’uso di droga

Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo avrebbe avvicinato la vittima con la scusa che il figlio si trovasse in grave pericolo. Un pretesto abietto che ha condotto la donna in un luogo isolato dove si è consumata la violenza. Secondo quando ricostruisce tra gli altri il sito di Padova Oggi allora, «una volta in strada l’uomo ha mostrato alla sua vittima una pistola che portava nella cintura dei pantaloni e l’ha costretta a seguirlo in un appartamento in zona Palestro, dove la donna è rimasta fino alle 10». Poi l’aguzzino l’ha forzata – sempre con la scusa che ogni sua reazione potesse portare a gravi conseguenze per il figlio – «a seguirlo in un secondo appartamento, poco distante e disabitato, dove lui ha consumato ripetutamente cocaina e l’ha costretta, sotto minaccia della pistola, a ripetuti rapporti sessuali per circa due ore».

La fuga della vittima, l’allarme alla polizia, le indagini partite all’istante

Verso le 13 la trentasettenne, dopo aver ricevuto alcune chiamate sul suo cellulare da parte del figlio ed aver così capito che il ragazzo non stava correndo alcun pericolo, è riuscita a liberarsi dalle grinfie del suo aggressore e a fuggire in strada. Dove, una volta libera dalla morsa dell’uomo, ha chiesto aiuto ad un passante. A quel punto, immediatamente soccorsa da una Volante, la donna è stata accompagnata dai poliziotti all’ospedale, «dove gli accertamenti medici hanno confermato gli episodi di violenza sessuale appena subiti».

Padova, Zaia furioso: «Violenza intollerabile»

La prontezza delle indagini e la tempestività dell’intervento della Squadra Mobile hanno chiuso il cerchio. E permesso di rintracciare e fermare l’aggressore nella sua abitazione, dove ancora dormiva, impedendogli qualsiasi tentativo di fuga. La notizia, nel frattempo, ha scosso profondamente la città di Padova e l’intero Veneto. Il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha espresso con fermezza la sua condanna: «Una violenza intollerabile, un atto di barbarie che ci lascia sgomenti. Ringrazio le forze dell’ordine per la rapidità con cui hanno assicurato alla giustizia questo criminale. Ora ci aspettiamo una pena esemplare. La sicurezza dei nostri cittadini è una priorità assoluta e non possiamo tollerare che simili episodi si ripetano».

Violenza a Padova, la città sconcertata e indignata

Il caso riapre ferite profonde e solleva interrogativi inquietanti sulla gestione della sicurezza e sulla pericolosità di soggetti appena rilasciati dal sistema penitenziario. Come è possibile che un individuo, fresco di scarcerazione, possa rendersi protagonista di un crimine così efferato il giorno seguente? Interrogativi che la magistratura dovrà affrontare con la massima serietà, al fine di accertare eventuali lacune nel sistema di controllo.

La comunità si stringe intorno alla vittima e chiede giustizia

La comunità di Palestro intanto, già turbata da precedenti episodi di criminalità, si stringe attorno alla vittima, esprimendo solidarietà e chiedendo giustizia. La ferocia dell’aggressione e la modalità con cui la donna è stata attirata in trappola rendono questo episodio particolarmente odioso. E riaccendono il dibattito sulla necessità di misure più efficaci per la tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione. In questo contesto, certamente l’arresto del 36enne kosovaro è un primo passo importante. Ma non basta a lenire l’orrore e l’indignazione che serpeggiano in città. Una città, Padova, che ora attende che la giustizia faccia il suo corso con la massima severità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Greta Paolucci - 15 Aprile 2025