
Il "campo minato"
Pd-M5S, la farsa della piazza pacifista è finita: nuovo scontro sull’invito all’ambasciatore russo. Picierno scatenata contro Conte
Dopo aver sfilato in piazza insieme per il “no al riarmo Ue”, è sempre sulla guerra tra Ucraina e Russia che si consumano le “guerre” più sanguinose tra il M5S e il Pd, nonostante le velleità di marciare insieme in un campo “lago”. Ancora una volta, su iniziativa della filo-Ue del Pd, Pina Picierno, si realizza contro fra una parte del Pd e il Movimento 5 stelle per la proposta grillina di inserire, in una lista di audizioni al Senato sul tema delle “ingerenze straniere”, l’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov. Ma la Picierno non è sola a dire no. “Penso che chi rappresenta la Russia di Putin possa essere ascoltato da un tribunale internazionale, non certo dal Senato della Repubblica. E a chi vuole ascoltare le parole dell’ambasciatore ne rivolgo due, chiare: slava ukraini”, scrive su X il senatore dem Filippo Sensi, accompagnando il post con una foto del leader stellato Giuseppe Conte.
M5S-Pd, nuova rissa sulla guerra e sull’ambasciatore russo
Ma chi usa parole fortissime è a la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd). “Il M5S e il suo leader Giuseppe Conte con l’invito all’ambasciatore russo Paramonov in Senato dimostra con chiarezza la sua strategia politica: riabilitare l’aggressore e offendere ancora una volta gli aggrediti, dispensandoci lezioni di morale quando invece tanta retorica serve solo a nascondere un impronta pericolosa della sua azione politica. Appare inoltre surreale la motivazione dell’invito ovvero farsi dire in commissione che la Russia è nostra amica e non interferisce nella nostra politica e nella nostra informazione. A questo punto – conclude Picierno – mi aspetto a stretto giro un viaggio di Conte a Mosca per farsi spiegare da Putin che è la Nato a provocare ai suoi confini”.
Il M5S non ci sta e replica a muso duro: “Sul tema delle ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Ue – è la replica del M5S, affidata a una nota congiunta attribuita ai ‘senatori M5S della Commissione Politiche Ue di palazzo Madama’ – qualcuno vorrebbe creare una polemica surreale e assolutamente strumentale. Si punta il dito sulla nostra richiesta di audire anche l’ambasciatore russo, de-contestualizzandola da un’iniziativa ben più ampia che riguarda anche gli ambasciatori di Stati Uniti, Regno Unito, Israele, Iran, India, Cina e Arabia Saudita, oltre a Musk, che sono semplicemente tutti gli attori che hanno qualcosa da dire in proposito. Senza nemmeno riflettere sul fatto che avere l’ambasciatore russo in Parlamento può essere l’occasione per fargli domande anche scomode. Ci stupisce anzi che non sia stato Sensi a chiedere l’audizione dell’ambasciatore russo”.
E la Schlein cosa ne pensa? Non lo sapremo forse mai.