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L'intervista

Perissa: «Gualtieri si sente come il Marchese del Grillo, ma non fa ridere. Ogni giorno ne combina una»

FdI completa la organizzazione del partito a Roma con i congressi municipali e lancia la sfida per la Capitale: «Siamo uniti, radicati sul territorio, abbiamo le competenze che servono alla città. La nostra classe dirigente è pronta»

Politica - di Annamaria Gravino - 10 Aprile 2025 alle 07:30

«Abbiamo un sindaco che si sente il Marchese del Grillo, pensa di poter fare tutto perché lui è lui. Solo che Onofrio del Grillo la sapeva lunga, mentre per Gualtieri poi arrivano gli organi competenti e gli chiariscono che non è così, ma lui va avanti imperterrito. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere». Il deputato e presidente della Federazione romana di FdI, Marco Perissa, parla con il Secolo mentre le agenzie rilanciano l’ennesima batosta per Gualtieri: la bocciatura da parte della Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio delle norme tecniche di attuazione (Nta) del piano regolatore generale (Prg). «Non una cosetta da niente, ma tanto ogni giorno ce n’è una, a partire dal settore della mobilità», commenta Perissa, reduce dalla tornata di congressi municipali del partito che ha chiuso la stagione congressuale avviata un anno fa con la sua elezione a presidente romano di FdI.

Onorevole, i congressi sono stati tutti unitari e tutti tematici: ognuno dei 15 Municipi ha affrontato un problema della città e avanzato delle proposte. È l’inizio del percorso in vista delle prossime comunali?

«Certamente il lavoro fatto è la base della piattaforma per la campagna elettorale, ma il percorso non è iniziato questo fine settimana. In questo anno trascorso dal congresso cittadino non ci siamo dimenticati dell’appuntamento amministrativo. Insieme al lavoro di riorganizzazione del partito abbiamo tenuto la barra dritta sui contenuti e siamo riusciti a bloccare molte delle folli idee del sindaco, dall’aumento del biglietto dell’autobus alla Ztl più grande d’Europa. Se lui non ha acceso le telecamere, è merito nostro. Su richiesta della federazione romana di FdI, il ministro Zangrillo ha prorogato le graduatorie 06, consentendo di avere gli insegnanti in classe all’inizio di quest’anno scolastico, mentre il Comune aveva finito i soldi a ottobre. Poi c’è stata la proroga per lo sforamento al tetto massimo delle assunzioni. Roma può assumere ancora 9mila persone in tre anni. E ora che la riorganizzazione del partito è compiuta possiamo dedicarci con ancora più slancio al progetto per la rinascita di Roma».

Che partito è uscito dai congressi municipali?

«Un partito fortemente unitario, radicato sul territorio, capace di mettere insieme lo sforzo organizzativo con la proposta politica, facilitata proprio dall’unità: ci siamo potuti concentrare sui temi. Ha funzionato tutto, sono molto soddisfatto».

Qual è il profilo dei dirigenti di FdI di Roma?

«È un profilo molto variegato, con una classe dirigente fatta di oltre 450 persone. Oltre ai coordinamenti cittadini e municipali e ai relativi direttivi, abbiamo una cinquantina di dipartimenti tematici, che vanno dai servizi educativi all’economia circolare, dal decoro urbano alla sicurezza, dalla legalità all’emergenza abitativa. C’è un focus molto puntuale sulle questioni della città e dei suoi territori. C’è il radicamento, rappresentato dai tanti cittadini e dirigenti attivi in comitati di quartiere e associazioni, e ci sono le competenze, che si esprimono nei dipartimenti, dove nei vari ambiti abbiamo professionalità di altissimo livello. Solo per fare qualche esempio, alla sanità c’è il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, all’urbanistica l’ex direttore del dipartimento di Roma Capitale, all’ambiente l’ex presidente di Ama. E ancora avvocati, commercialisti, imprenditori: professionisti che conoscono il loro settore e mettono queste competenze al servizio del progetto per fare di Roma davvero la Capitale che deve essere».

Lei  prima ha citato l’iniziativa presa da FdI presso il governo per evitare il caos nelle scuole. Quanto conta la capacità di parlare a più livelli istituzionali?

«Moltissimo. Noi questa impostazione l’abbiamo strutturata. Con l’organizzazione del partito abbiamo creato una piattaforma bidirezionale per essere cinghia di trasmissione tra i  governi nazionale e regionale e il territorio. Grazie al nostro radicamento siamo una centrale d’ascolto che arriva in tutti i luoghi di Roma, raccogliamo il malcontento e le denunce sulla cattiva gestione della città e ci facciamo veicolo di soluzioni, dal territorio verso i livelli più alti e viceversa».

Gualtieri, in occasione dell’inaugurazione del cantiere di piazza Pia, ha parlato della collaborazione istituzionale con il governo sul Giubileo e l’ha ringraziato per questo…

«Intanto voglio dire che il cantiere lui lo ha inaugurato, ma è stato realizzato da Anas. Il governo era presente, ci sarebbe mancato che facesse finta di nulla anche in quella occasione. Di solito della fattiva collaborazione del governo se ne dimentica, nonostante il 75% delle opere siano state fatte da società dello Stato e i soldi ce li abbia messi il governo… Lui inaugura, ma le opere non le fa Roma Capitale. Neanche Ponte di Ferro e piazza San Giovanni le ha fatte Roma Capitale».

Oggi è arrivata la notizia della bocciatura da parte della soprintendenza delle delibere comunali sul Piano regolatore. Quanto è grave?

«È grave il fatto in sé, ma ancora di più lo è il pressapochismo che emerge. Su una modifica normativa così importante la giunta si è mossa con ritardo, non ha coinvolto la soprintendenza nei modi e nei tempi corretti, eppure era facile immaginare che ci potessero essere delle osservazioni. L’altro giorno è successo lo stesso con la bocciatura da parte del Tar sul provvedimento per l’incremento delle tariffe applicate ai pullman turistici per l’anno giubilare: la giunta l’ha comunicato a inizio dicembre, 20 giorni prima dell’inizio del giubileo. Ogni giorno ce n’è una. L’incapacità organizzativa e amministrativa è palese. Abbiamo un sindaco che si sente il Marchese del Grillo, crede di poter fare tutto perché lui è lui, poi arrivano gli organi competenti e gli ricordano che non è così e alla fine col cerino in mano ci restano le categorie coinvolte. Ma lui continua imperterrito a rivendicare grandi successi. Vogliamo parlare dei nuovi autobus e treni per il Giubileo? I primi dovevano essere 400, ne sono arrivati 15; dei secondi ne è stato consegnato uno su 16. Gli altri che fine hanno fatto?».

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di Annamaria Gravino - 10 Aprile 2025