
Ispezione in Campidoglio
Piazza pagata dai romani, anche la Finanza col fiato sul collo di Gualtieri dopo la Corte dei Conti
Non solo la Corte dei Conti, anche la Guardia di Finanza sta col fiato sul collo del sindaco di Roma Gualtieri per le spese per la manifestazione di piazza del Popolo del 15 marzo scorso, covocata da Michele Serra e da Repubblica. Unendo i puntini, i fatti sono tanti: l’esposto del capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri; quello dei consiglieri comunali della Lega Fabrizio Santori e Maurizio Politi; quello dell’ex prima cittadina della Capitale Virginia Raggi. L’affondo di FdI. L‘affaire Gualtieri è poi finito sul tavolo della Commissione Trasparenza di Roma Capitale, presieduta dal consigliere di FdI, Federico Rocca. Quindi, dopo la magistratura contabile e la Procura di Roma, vuole vederci chiaro anche la GdF. I pm capitolini hanno incaricato il nucleo Pef della Finanza di effettuare una ricognizione documentale in Comune: sarà acquisita la normativa, le missive, gli incarichi alle società che hanno contribuito ad allestire l’evento del 15 marzo scorso e la corrispondenza in genere. In seguito si tratterà di capire se c’è compatibilità tra la spesa sostenuta (pari a circa 270mila euro più Iva) e il ruolo istituzionale del Campidoglio.
La Finanza in Campidoglio sui soldi dei romani spesi per la piazza del 15 marzo
“Chi minimizza a Palazzo Senatorio afferma sottovoce che sono atti dovuti di fronte ad esposti”, racconta su Libero Francesco Storace. “Martedì mattina la Guardia di Finanza, che la Procura della Corte dei Conti ha delegato alle prime fasi dell’inchiesta (che è avocata direttamente dal Capo dell’ufficio) si è presentata in Campidoglio”. Quei 270mila gentilmente ‘offerti’ dal Campidoglio (per l’allestimento del palco, l’impianto audio, la vigilanza, la pulizia della piazza), dovranno avere delle risposte precise. “Perché Roma Capitale con i propri fondi e i fondi di Zètema si è fatta carico di un evento che è stato promosso da un giornalista di un noto quotidiano? Spero che ognuno per la propria parte possa chiarire”, aveva dichiarato Rocca.
Le Fiamme Gialle vogliono andare a fondo
La Corte dei Conti e ora le fiamme gialle vogliono andare a fondo. “E hanno dato trenta giorni al Campidoglio per mettere nero su bianco la documentazione atta a rispondere alle accuse dei consiglieri comunali”, avverte Storace, e di coloro che hanno effettuato esposti. Una cosa è chiara: si è spesa una gran quantità di denaro pubblico per una manifestazione “smaccatamente di parte: offrendo persino viaggio e alloggio ad ospiti non romani: (come se non ci fossero a Roma persone adatte a collaborare volontariamente per il raduno in questione), con pagamenti a posteriori”. Non tornano molte cose. “Palco, luci, sicurezza e tanto altro ancora a carico dei contribuenti. E bisogna verificare se davvero tutto questo rientrava nelle competenze capitoline; senza uno straccio di documentazione a supporto della decisione di spesa. Pare che appunto alcuni degli ordinativi effettuati siano stati sollecitati dopo e non prima del 15 marzo”, leggiamo su Libero.
“Al Comune di Roma si comincerà a ballare…”
Intanto, “se ora si è passati all’inchiesta vera e propria con i primi atti, dopo le parole seguono fatti ai quali neanche Gualtieri potrà sottrarsi di dare spiegazioni convincenti. È solo l’inizio: se il Campidoglio si salva, il sindaco sarà contento. Ma se la Guardia di Finanza procede speditamente e con severità, al Comune di Roma si comincerà a ballare”… Gualtieri ha rivendicato la correttezza del suo operato, ma gli esposti circostanziati presentati alla magistratura contabile da parte di esponenti di diversa sensibilità politiche parlano di un impiego distorto di risorse pubbliche. E se la procura regionale della Corte dei Conti ha avviato una ricognizione in merito ora anche i pm di piazzale Clodio si sono mossi. Ricostruire la catena di responsabilità è il primo passo, in seguito potrebbero scattare le iscrizioni sul registro degli indagati.