
L'imam incita alla lotta
“Politici maiali, vogliamo la moschea in centro”: l’attacco ingiurioso dei musulmani di Venezia
Il Consiglio di Stato ha deciso per la chiusura di una moschea che era stata ricavata in un supermercato. Di qui la "rivolta" degli islamici. In particolare, dall'imam un attacco violento contro il sindaco di Venezia, Brugnaro
“Vogliamo la moschea in centro. Politici maiali”. Post pubblici inaccettabili, ai limiti della querela si sono diffusi sui social. Venezia richiama Monfalcone. C’è una foto del sindaco Brugnaro accostata a quella di un maiale. Nella città lagunare è partito da un imam l’attacco violento al primo cittadino a per la chiusura di una moschea che era stata ricavata in un supermercato e che il Consiglio di Stato ha imposto di chiudere. L’ìmam ha appoggiato l’associazione Ittihad che tramite il suo rappresentante, Abdullah Samrat, ha associato l’immagine di Luigi Brugnaro a quella di un maiale in un comunicato affidato ai social. Il maiale é per gli islamici l’animale impuro, sia a livello fisico che spiriturale, dunque, l’offesa è grave.
Venezia come Monfalcone
Perché Venezia richiama Monfalcone? Perché anche in questo caso si parla di moschee abusive, con la pretesa dei musulmani di tenerle aperte e con la richiesta di legalità dei residenti e dei comuni. A Monfalcone il risultato è stato ottenuto. A Venezia il clima è incandescente da quando il Consiglio di Stato ha chiuso la moschea di via Piave. Perché il luogo è stato ritenuto inadatto e insicuro a ospitare centinaia di fedeli. Infatti non era altro che un supermercato. E questo dovrà tornare a essere secondo la destinazione d’uso del piano urbanistico. E’ la legge, sono le regole e infatti i residenti hanno più volte lamentato il disturbo della quiete, scegliendo di adire le vie legali per ottenere giustizia. Ma gli islamici non ne vogliono sapere e hanno indetto una manifestazione: “Fino a quando non verrà proposta una sede alternativa”, i musulmani si sono dati appuntamento in mezzo alla strada ogni venerdì per pregare. E la sede non dovrà essere in periferia, perché l’esigenza è di averla in pieno centro: i toni sono ultimativi:”La moschea sarà all’interno della città“, recita lo slogan della manifestazione.
Brugnaro accostato a un maiale
L’aria si fa rovente, anche perché la diatriba è stata accompagnata, come si diceva, da post oltraggiosi, che certo non aiutano né la mediazione né una integrazione. Il bersagio numero uno è il sindaco Brugnaro e il portavoce dell’associazione Ittihad gli ha “dedicato” (si fa per dire) un post subito dopo condiviso anche dall’imam nel suo profilo. La foto del primo cittadino viene affiancata a quella di un maiale in giacca e cravatta, a supporto di un lungo testo che cita George Orwell: “Noi, gente comune guardiamo dal maiale al politico, dal politico al maiale e ancora dal maiale al politico; ma già è impossibile per noi distinguere fra i due (adattamento del testo originale cambiando la parola uomo con politico, ossia ciò che lo scrittore metaforicamente intendeva)” scrive Samrat. Che prosegue: «Non lasciamoci più ingannare. Non è l’Occidente ad essere marcio in sé: sono marci i suoi vertici. Non è la civiltà a essere corrotta, ma chi la guida da troppo tempo nel buio dell’ipocrisia. La vera rinascita comincia quando la verità torna ad avere più valore del potere. E per questo, oggi più che mai, smascherare l’ipocrisia della classe dominante non è solo un dovere morale: è un atto di resistenza».
Contro “la destra italiana”
Non proprio un invito alla mediazione, dunque, sul quale rimbalza il post firmato mercoledì sera dall’imam di Ittihad per lanciare la preghiera in strada. A proposito della moschea chiusa scrive: «Un posto perfetto per Namaz dove leggere Namaz senza interruzioni. Ma la destra italiana dirà che qui non si può leggere Namaz» scrive Arif Mahmud. Ricordiamo che con il termine “Namaz” si intende preghiera rituale islamica obbligatoria che deve essere eseguita cinque volte al giorno. Il testo dell’imam è incendiario, ai limite del delirio: «Se sei un servitore della legge essendo innocente, faranno di questa ingiustizia una legge. Un rapinatore o un attacco terroristico è così terribile! La discriminazione sistematica o la discriminazione legale superano ogni limite del terrorismo. Come ha fatto Hitler. Anche le forze terroristiche israeliane stanno svolgendo il loro dovere, allo stesso modo la polizia italiana prenderà anche i diritti delle minoranze musulmane in nome della tutela della legge. Qual è la strada? Venite marciamo in via Piave e protestiamo contro questa discriminazione». Il clima non lascia presagire niente di buono.
Ad attendere la manifestazione degli islamici contro la chiusura della moschea di via Piave ci sono polizia, Digos, polizia locale e carabinieri. Uno schieramento di decine di uomini, perché le premesse non erano affatto le migliori. Ma alle 12.30, l’ora del ritrovo nei giardini di via Piave da cui sarebbe dovuto partire il corteo verso il parco del Piraghetto dove era prevista la “preghiera collettiva” delle 13.30, arriva la telefonata: “Manifestazione annullata”. «Per la pioggia – è la giustificazione ufficiale dell’associazione Ittihad -, ma ne organizzeremo un’altra entro maggio».