
Vignetta horror
Putin rispolvera la propaganda sovietica per colpire von der Leyen e invoca un nuovo nemico: l’Eurofascismo
La provocazione arriva dall'intelligence russa, che rilancia la battaglia anti-europea con un manifesto pubblicato il 16 aprile scorso
Dal 16 aprile, sul sito dell’Svr, il Servizio di intelligence estera della Federazione Russa, campeggia una caricatura grottesca: la testa vampiresca di Ursula von der Leyen sovrasta un corpo mostruoso che disegna una croce uncinata – richiamo sinistro alla svastica – con artigli insanguinati al posto degli arti. Al centro, l’emblema dell’Unione europea, il cerchio blu trapunto di stelle che diventa il bersaglio. Ai lati, due baionette – una russa, l’altra americana – affondano nel ventre della presidente della Commissione, ricalcando l’iconografia bellica della vecchia propaganda sovietica. Il presidente russo Vladimir Putin sembra aver trovato il nuovo nemico. L’euro-nazismo.
Per Putin l’Europa nazista è tornata e è guidata da von der Leyen
“L’Eurofascismo, come 80 anni fa, è un nemico comune di Mosca e Washington», proclama il titolo, in bella evidenza, dell’articolo firmato dall’Svr. E non è solo un pugno nell’occhio: è un guanto di sfida. Un invito in piena regola agli Stati Uniti a unirsi alla Russia nella «denazificazione armata» dell’Ue, riproponendo, senza pudore, l’alleanza della Seconda Guerra Mondiale. Solo che questa volta il nemico non abita a Berlino, ma a Bruxelles.
Intanto la Russia manda flautati segnali di distensione da accogliere da veri pacifisti pic.twitter.com/WWC5tn6huk
— Chiara Degli Esposti 🚐🍔🦊 (@chiadegli) April 18, 2025
La chiamata alle armi e il revisionismo da osteria
Dimenticate la trita litania sull’Occidente collettivo, dimenticate l’odio riversato per anni contro Washington. Oggi la Russia cambia musica e, come un violinista ubriaco, tenta di trascinare gli Stati Uniti in una sinfonia delirante contro l’Europa. Tuttavia, nulla di sorprendente: nei corridoi di Mosca è ormai consuetudine bollare von der Leyen come «Führer Ursula», dipingerla come l’incarnazione di un’ideologia hitleriana rianimata dalla Francia di Macron e dal Regno Unito di Starmer.
Non si salva nessuno. Perfino Winston Churchill viene tirato nel tritacarne del revisionismo. Nella nuova Bibbia di Mosca, lo storico ministro britannico diventa un simpatizzante delle dittature.
L’illustrazione che smaschera il Cremlino
Ma la propaganda russa pare acuta. Infatti, prende spunto da un poster di epoca sovietica realizzato nel 1945 da Mikhail Mikhailovich Cheremnykh per le celebri Finestre Tass, questa la numero 985. Lì, il mostro era Adolf Hitler, trafitto dalle armi sovietiche, americane e britanniche. Oggi, nel delirio putiniano, la presidente della Commissione prende il suo posto.
Il titolo originale di quella vignetta recitava “Близится час” – “L’ora è vicina” – un ammonimento che oggi il Cremlino rovescia contro l’Unione, con l’intenzione di riscrivere la storia.
Il “grande gioco” di Putin
Sotto questa propaganda grottesca e satirica si nasconde però il vero disegno: Putin vuole un’Europa delegittimata, divisa, vulnerabile. Sogna la fine della solidarietà atlantica, l’uscita delle truppe americane dal Vecchio Continente e, in un delirio imperiale, una nuova spartizione delle sfere d’influenza. E allora ecco il piano: elevare l’Unione europea a nemico supremo e risuscitare il linguaggio del secolo scorso.